Ace Attorney: Phoenix Wright - Dual Destinies - review
Unica obiezione: l'assenza della copia fisica!
Gli anni passano, i videogiochi cambiano e le console si evolvono, ma alcune serie continuano a mantenere intatta la magia che ha contribuito a farle entrare nel cuore degli appassionati. Dal 2001, anno in cui Phoenix Wright fece la sua prima apparizione in Giappone sul Nintendo GameBoy Advance, di cose ne sono cambiate parecchie e tante saghe più o meno illustri sono state costrette a snaturarsi nel tentativo di mantenere una posizione di rilievo in un mercato mutevole e capriccioso.
Basta pensare a esempi come Sonic, Final Fantasy o Resident Evil per rendersi conto di quanto in più di 10 anni le cose siano cambiate drasticamente e di come, chi più e chi meno, saghe celebri abbiano faticato a restare a galla, spesso alternando buone prestazioni a fiaschi imperdonabili.
In questo panorama la serie di Phoenix Wright rappresenta una piacevole eccezione, visto che pur non mantenendo sempre gli stessi picchi qualitativi ha saputo soddisfare gli appassionati proponendo casi intriganti, ottime sceneggiature, dialoghi brillanti e personaggi sopra le righe.
Pur rimanendo saldamente legata alle proprie origini, infatti, la saga di Phoenix Wright ha trovato il giusto equilibrio tra l'inserimento di nuove meccaniche (in particolar modo durante gli interrogatori, punto cardine dell'esperienza) e il mantenimento degli elementi tradizionali tanto cari ai fan.
Nel corso dell'evoluzione della serie abbiamo visto esibirsi e poi sparire personaggi di una certa importanza, assistendo perfino a uno sconvolgente cambio di protagonista con l'episodio dedicato ad Apollo Justice, personaggio ben diverso dal glorioso Phoenix ma comunque in grado di reggere la scena e appassionare i giocatori.
Pur essendosi rivelata piacevole, tuttavia, la parentesi di Apollo non ha convinto il grande pubblico al punto da lasciarsi alle spalle la figura di Wright, che in Dual Destinies torna a vestire i panni del protagonista alternandosi proprio con il buon Justice dalla voce tonante.
"È proprio alternando personaggi provenienti dai capitoli precedenti che Dual Destinies riesce a superare le aspettative"
Ed è proprio alternando personaggi provenienti dai capitoli precedenti che Dual Destinies riesce a superare le aspettative, offrendo un'esperienza comprensiva delle più famose meccaniche di gameplay del passato, opportunamente affiancate da nuovi elementi tutti da scoprire.
A seconda dei personaggi coinvolti nei casi proposti il gioco mette a disposizione degli utenti diversi metodi per mettere sotto pressione i testimoni durante i processi, ora analizzandone gli eventuali tic nervosi dovuti alla mancanza di sincerità, ora presentando prove in grado di scardinarne la difesa, o ancora controllandone lo stato d'animo o scovando i legami tra particolari eventi.
Queste ultime due meccaniche, in particolare, debuttano proprio in Dual Destinies e vanno ad aggiungersi agli altri strumenti che il giocatore può sfruttare per risolvere i complessi casi presenti nel gioco. Casi che, come da tradizione, non solo si distinguono per l'assurdità delle situazioni proposte, ma anche e soprattutto per i continui capovolgimenti a cui vanno incontro tra una testimonianza e l'altra.
"A seconda dei personaggi coinvolti il gioco mette a disposizione diversi metodi per mettere sotto pressione i testimoni durante i processi"
Il sistema chiamato Mood Matrix è il punto di forza di Athena Cykes, esperta di informatica e di psicologia criminale in grado di combinare queste due competenze per rendere più chiare le deposizioni dei testimoni in preda a emozioni contrastanti.
Utilizzando questa tecnica, in pratica, ai quattro angoli dello schermo vengono mostrate le emoticon associate ad altrettanti stati d'animo che si illuminano seguendo l'andamento della deposizione. Quando due o più emozioni contrastanti vengono mostrate contemporaneamente il giocatore deve scegliere quale di queste non è in linea con quanto detto dal testimone e indicare così la strada da percorrere durante l'interrogatorio.
Per il resto il gioco continua a seguire lo schema tradizionale degli altri capitoli della serie, alternando fasi investigative sulla scena del crimine, interrogatori ai possibili testimoni, la raccolta delle prove e, infine, l'immancabile processo, dove tutto il lavoro svolto fino a quel momento dà finalmente i frutti sperati.
In questo ingranaggio perfettamente bilanciato da anni di storia si va a inserire una realizzazione tecnica nuova fiammante, che abbandona le illustrazioni bidimensionali in favore di modelli poligonali estremamente dettagliati e che, fortunatamente, non fanno sentire la mancanza della vecchia grafica.
Tutti i personaggi sono stati realizzati con grandissima cura al punto da risultare identici alle loro controparti disegnate. La differenza è che, in Dual Destinies, le animazioni di ogni personaggio del gioco sono fluide e convincenti, a tutto vantaggio della già ottima caratterizzazione che veniva garantita in passato.
"Il passaggio al 3D ha permesso al team di sviluppo di giocare molto di più con le prospettive e con le inquadrature"
Il passaggio al 3D ha inoltre permesso al team di sviluppo di giocare molto di più con le prospettive e con le inquadrature, optando per drammatici movimenti di camera nelle fasi più intense dell'azione. Tutto questo, affiancato dalla solita colonna sonora di altissimo livello e in grado di sottolineare con perfetto tempismo ogni singolo cambiamento delle atmosfere del gioco, dona a Dual Destinies il carisma tipico della serie, se possibile espandendolo ulteriormente grazie ai nuovi tocchi di classe inseriti nella ricetta.
Assistere alle splendide animazioni di Phoenix, Apollo, Athena e di alcuni graditissimi ritorni (niente spoiler, tranquilli), ma soprattutto dei testimoni e degli avvocati dell'accusa (perfettamente in grado di soddisfare le grandi aspettative dei fan dopo le figure eccellenti dei passati episodi), è non solo appagante ma anche estremamente divertente grazie all'ottimo lavoro di caratterizzazione fatto dal team di sviluppo.
L'uso dei modelli poligonali, inoltre, ha influenzato anche il gameplay delle fasi investigative, permettendo di osservare gli ambienti da più angolazioni alla ricerca di indizi più o meno importanti per costruire la difesa del cliente.
Per ovvi motivi non scendiamo nei dettagli relativi ai casi presenti nel gioco (uno dei pregi più grandi della serie è proprio la qualità della sceneggiatura da svelare poco alla volta), ma da un gioco capace di unire la spettacolarità del wrestling agli antichi mostri della mitologia giapponese, inserendo il tutto in un contesto poliziesco non potete che aspettarvi grandi cose.
Che altro aggiungere, quindi? Dual Destinies è un episodio decisamente valido della saga di Phoenix Wright, oltre ad essere effettivamente in grado di sfruttare a dovere le potenzialità del Nintendo 3DS. Proprio per questo il rammarico di non poterne acquistare la copia fisica è piuttosto importante, visto che se c'è una saga che meriterebbe di essere collezionata con amore, questa è proprio Ace Attorney di Capcom.