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Ace Combat 7 - prova

Qualche ora nei cieli di Namco Bandai.

Ace Combat 7 si è fatto attendere parecchio, e questo è un fatto assolutamente innegabile. Dall'annuncio fatto durante la Playstation Experience del 2015 sono infatti passati ormai oltre due anni.

I fan tuttavia possono finalmente dormire sonni tranquilli perché il 18 gennaio 2019 il titolo di Yuta Hamanaka e Masashi Koyanaga vedrà la luce su PS4 e Xbox One, e a seguire anche su piattaforma PC.

In attesa di giocare la versione definitiva del gioco, abbiamo avuto la possibilità di gettarci nuovamente nei tumultuosi cieli creati Namco Bandai per saggiare le prime tre missioni che vanno a comporre la campagna single player del gioco.

Una struttura che, arrivata a oltre quindici pubblicazioni in svariate forme (console, mobile, portable e persino arcade) torna ad appoggiarsi su quei pilastri ludici e narrativi che i capitoli canonici della saga hanno sempre offerto ai fan.

Sin dalle prime battute di gioco, pad alla mano è infatti chiaramente intuibile che il peso specifico della narrazione è un elemento portante all'interno dell'esperienza, offrendoci un racconto scritto da un veterano della serie come Sunau Katabuchi, già story writer di Unsung War e Shattered Skies.

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Difficile dire dove andrà a parare la storia questa volta, perché abbiamo passato troppo poco tempo col gioco; quel che è certo è che le varie missioni ci faranno vivere un nuovo conflitto tra la Osea e lo stato dell'Erusea , in quella che è chiamata "La Seconda Guerra Continentale Useana".

Personaggi chiave ce ne saranno sicuramente, tra cui una ragazza che è stata protagonista di quasi tutte le cinematiche che ci siamo gustati tra una missione e l'altra. Che ruolo avrà all'interno di questo conflitto? Difficile dirlo ora, ma la storia ci ha stuzzicato. Sullo sfondo della guerra combattuta nei cieli ci sarà anche un'altra guerra, notevolmente meno concreta ma altrettanto attuale: quella tra uomo e tecnologia. Uno scontro concettuale, un tema che tiene banco anche nella nostra quotidianità e che all'interno di Ace Combat 7 diventa non solo un valido spunto narrativo, ma anche un interessante argomento di riflessione.

Passando al gameplay vero e proprio le tre missioni che abbiamo affrontato all'interno della nostra prova hanno confermato che ci troviamo davanti ad un prodotto che non punta assolutamente alla simulazione pura. Ace Combat 7, pur tenendo sempre conto delle leggi basilari della fisica (lo stallo è sempre dietro l'angolo, soprattutto se si osa troppo!), strizza con fermezza l'occhio all'arcade, esattamente come i suoi predecessori.

La visuale in prima persona riesce, in alcuni momento, ad emozionare e farti sentire realmente all'interno di un caccia.

Questo ci ha permesso di compiere manovre spettacolari nei cieli, di ingaggiare feroci dogfight con caccia nemici e di volare rasi alla superficie terrestre, con l'intento di abbattere contraeree e piste di decollo. Il tutto è pienamente supportato da un'interfaccia ricca ma mai eccessivamente invasiva.

Per quel che abbiamo potuto saggiare, la varietà non è un problema per cui valga la pena preoccuparsi; non è nemmeno mancato anche un piacevole senso di sfida che, giocando a livello normale, in alcuni momenti ci ha portato a compiere manovre davvero spericolate per evitare l'ennesimo missile.

L'approccio che sceglierete andrà a influire sul senso di sfida dell'intera avventura. In primis potrete selezionare i comandi standard (veramente arcade) o expert, scelta che rende un pizzico più simcade l'esperienza; lo stesso vale per l'intelligenza artificiale dei nemici, che potrà essere settata su easy, medium o hard. Usando la nostra prova come cartina tornasole, e tornando ad affermare quanto già scritto poche righe qui sopra, già a livello normale il grado di sfida è alquanto piacevole e avvincente.

L'Arsenal Bird, al primo incontro, è un aereo che spiazza per la sua grandezza e la sua potenza.

Arrivare sino a questo punto del nostro provato e non aver ancora parlato degli aerei è davvero bizzarro, ma colmiamo subito questa piccola lacuna. Nel corso dei tre livelli affrontati abbiamo avuto la possibilità di pilotare due modelli diversi tra loro: un F-16C e un F-14D. Lo stile dell'aeromobile è, infatti, il primo parametro che distingue i vari mezzi presenti nel gioco.

Il "fighter" è piuttosto agile, dinamico molto utile nelle battaglie air-to-air; l'"attacker", al contrario, è invece più robusto, e in grado di massimizzare i suoi danni e le sue caratteristiche negli scontri air-to-ground; il "multirole" infine, potrà essere utilizzato come vero e proprio jolly, divincolandosi con discreta agilità in tutte le situazioni che possono accadere in volo, ma senza eccellere in nessuno campo in particolare.

La citata eccellenza di un velivolo è trasmessa da un aircraft tree all'interno del quale sarà possibile sbloccare, spendendo la moneta in game, nuovi veivoli, pezzi di ricambio o potenziamenti, nuove armi piuttosto performanti. Prima di preoccuparvi però, fate un bel respiro, per ora non si è ancora parlato di microtransazioni e derivati simili. Tutto quello che sarà comprato, arriverà dalla valuta in game del gioco stesso, a variare saranno unicamente i soldi incassati in base all'esito delle missioni single player o del risultato online nelle modalità multiplayer.

Grazie ai replay si potranno apprezzare moltissimi scorci evocativi, oltre a realizzare alcuni screen molto belli.

La parte di personalizzazione si è rivelata una di quelle caratteristiche accolte sempre con estremo piacere. Pur riservandoci l'obbligo di testare tutto quanto con molta più attenzione in sede di recensione, la possibilità di personalizzare molti dei parametri di ogni singolo aereo posseduto (velocità, stabilità, difesa, ecc.), rende alquanto più peculiari i mezzi che ci troveremo a dover governare.

La demo è dunque terminata con la visione del mastodontico Arsenal Bird, un aereo-bombardiere comandato a distanza (o da un'intelligenza artificiale?) in grado di far deflagrare un cospicuo grappolo di bombe contemporaneamente con estrema precisione, e allo stesso tempo proteggersi con una sorta di bolla elettrica che disattiva moltissime funzioni dei caccia, oltre a impartire danni piuttosto seri. Un altro cristallino esempio di quella rivalità che sarà sicuramente fatta emergere nella trama, lo scontro tra tecnologia e uomo.

Chiudiamo parlandovi un pochino della parte tecnica. La grande novità all'interno della serie è sicuramente il passaggio all'Unreal Engine 4, una scelta non solo necessaria sotto certi aspetti ma, a conti fatti, anche vincente. Ace Combat 7 è infatti un gioco molto piacevole da vedere in movimento, con modelli poligonali ricchi di dettagli e, in alcuni momenti, così vicini al fotorealismo che gli si perdona anche qualche sbavatura qua e là su carlinghe e fusoliere.

L'utilizzo dell'Unreal Engine è stato un decisivo passo in avanti per la saga.

A colpirci in maniera decisamente positiva è stata la tecnologia TrueSKY. Messa a punto dagli sviluppatori di Namco Project Aces, questa tecnologia permette un'incredibile riproduzione degli agglomerati nuvolosi. Nuvole che all'interno del gioco non rappresentano unicamente un vezzo estetico ma potranno essere utilizzate a favore (a sfavore) durante i dogfight per far perdere le tracce del proprio aereo, oppure cercare di disorientare un missile entrando in una nube. L'unica nota negativa, che ci sembra giusto sottolineare, riguarda il dettaglio degli oggetti a terra, spogli e privi di mordente.

Insomma, Ace Combat 7 si è rivelato una piacevole esperienza durante la nostra ora abbondante di gioco. Un arcade che non tradisce le sue origini ma che riesce comunque a rendere ancora più appetitoso un menù che sicuramente non pecca d'abbondanza, soprattutto se pensiamo a tutto quello che non abbiamo ancora assaggiato: multiplayer e missioni VR. Proprio per questo, vi diamo appuntamento alla recensione che arriverà a ridosso dell'uscita del gioco.