Act of Aggression: Eugen Systems ci riprova - recensione
War never changes.
Il genere RTS nasce nell'ormai lontano 1992 con Dune II, un piccolo-grande capolavoro di innovazione a opera di Westwood, team di sviluppo di Las Vegas che entra nella storia dei videogiochi per questo e altri titoli che hanno fortemente condizionato lo sviluppo di videogiochi negli anni '90 (le serie Eye of the Beholder e Command & Conquer soprattutto).
Da allora il genere è stato spinto in diverse direzioni. C'è stato spazio per innovazioni, cambi di scenario (anche lo spazio è stato esplorato) e anche sviluppi francamente inaspettati, come l'ingresso di alcuni RTS nella scena sportiva competitiva (Starcraft in primis).
Nella categoria "innovazioni" possiamo annoverare la serie "Wargame" che dal primo European Escalation (2012) al recente Red Dragon (2014) ha portato una ventata di freschezza nel genere. La prospettiva a zoom ridotto, l'utilizzo di campi di battaglia di dimensioni estese e la possibilità di assortire diversamente i propri "deck" di unità (da pool nazionali enormi) sono tutte caratteristiche che si sono fuse in un gameplay che il pubblico dimostra tutt'oggi di apprezzare molto.
Ma gli sviluppatori della serie "Wargame", gli Eugen Systems, avevano prodotto nel 2005 un RTS decisamente più tradizionale, Act of War, e con questo Act of Aggression sembrano voler tornare proprio a quelle radici (proprie e del genere) per spingerle ancora più in profondità.
Act of Aggression è infatti un RTS tradizionale, ovvero caratterizzato dagli stilemi classici: costruzione di basi, risorse da raccogliere, edifici classificati a tier e unità con logica carta-forbice-sasso. La partita classica prevede la costruzione di una base, lo sfruttamento di risorse, l'espansione e il guerreggiare con uno o più nemici che porta, alla fine, alla distruzione delle basi e alla vittoria dell'ultimo giocatore rimasto sulla mappa.
Il piano degli Eugen Systems è chiaro e subito evidente al giocatore. Campagna (che funge da tutorial nelle prime missioni), skirmish e multiplayer sono le altrettanto tradizionali modalità disponibili.
La campagna è, curiosamente, la modalità meno interessante. La storia è abbastanza raffazzonata e fitta di stereotipi, e anche la presentazione video è un "già visto" che non ha nulla per differenziarsi da un generico RTS qualsiasi. L'autoironia delle sequenze video di Command & Conquer è su un pianeta, qualitativamente parlando, molto lontano.
L'apprendimento "a step" proposto dalle prime missioni/tutorial è anch'esso un metodo vecchio quanto inefficace. Ogni missione introduce poche unità e focalizza l'attenzione del giocatore su un obiettivo specifico; al giocatore rimane da produrre in massa le unità richieste e attaccare. Noioso e già visto molte, troppe volte.
Molto meglio, come approccio di apprendimento, è buttarsi subito in uno skirmish, magari al livello di difficoltà più basso e sperimentare personalmente con tutti gli ammennicoli proposti dal gioco, tanto più che le descrizioni testuali sono piuttosto esaustive nel delineare a cosa serve ogni specifica unità.
Così facendo si scopre subito di che pasta è fatto questo Act of Aggression, ovvero di quello stile tradizionale che gli RTS di dieci anni fa utilizzavano ampiamente. L'ispirazione palese è Command & Conquer Generals ed è chiaro fin da subito che il titolo è studiato per essere goduto soprattutto in multiplayer, possibilmente tra giocatori competitivi.
Lo skirmish rende subito chiaro cosa il titolo si aspetti dal giocatore. A livello easy (una tacca sopra al livello più facile in assoluto, il "very easy") ci ho messo cinque partite ad avere la meglio sull'IA e ho già dovuto fare enorme attenzione all'assortimento delle mie spedizioni, al budget delle risorse disponibili e alla composizione degli eserciti nemici.
Ciò fa di Act of Aggression un gioco profondo ma anche esigente in quanto a velocità di esecuzione. Lo spazio per l'errore di valutazione è praticamente zero, le unità sono infatti estremamente fragili e non appena incontrano la loro nemesi durano 2-3 secondi. Act of Aggression non è un titolo per casual gamer, a meno di limitarsi alla sciapa campagna e al livello "very easy" dello skirmish.
Queste caratteristiche rendono preziosa una feature particolarmente interessante introdotta dagli Eugen, ovvero la visuale dal satellite. Potrete infatti vedere il campo di battaglia a zoom estremamente ridotto e con evidenziazione cromatica di unità, edifici, risorse e altre feature del campo di battaglia, fog of war permettendo. Questa possibilità è legata alla disponibilità di energia elettrica nella vostra base, una chicca che aumenta il potenziale di immedesimazione dell'esperienza.
Le tre fazioni disponibili (US Army, Chimera e Cartel) sono studiate in maniera impeccabile e offrono ognuna sfumature che consigliano diversi approcci alla battaglia, pur non sconvolgendo quanto appreso dal giocatore con gli altri eserciti. Le novità più interessanti sono costituite dalla possibilità di fare prigionieri (che fruttano denaro) e di legare una delle risorse, il denaro, alla cattura di edifici speciali, le banche.
A livello di valori di produzione Act of Aggression è una gioia per gli occhi con il suo iper-realismo e le sue esplosioni hollywodiane condite da una colonna sonora in perfetto stile old-school-rts e dai consueti commenti "machisti" delle varie unità selezionate. Gli scenari sono ricchi di piccoli dettagli che rendono la situazione viva e pulsante: le risorse si accatastano nei magazzini a cielo aperto, le ciminiere fumano, i cantieri mostrano i propri progressi e in generale il campo di battaglia di un RTS è stato raramente così denso di segni di vita.
In definitiva Act of Aggression è un RTS old-school di buona caratura, con qualche piccola novità non determinante, tanto potenziale competitivo e un assortimento di modalità purtroppo zoppicante. Se siete appassionati del genere e non disdegnate una nuova iterazione di una formula già vista Act of Aggression può offrire delle attrattive importanti.
Se, invece, desiderate originalità, e magari volete anche un titolo che mostri il meglio di sé in single player sul mercato ci sono alternative ben più valide; a partire proprio da Wargame Red Dragon degli stessi sviluppatori!