Adr1ft, la realtà virtuale a gravità zero - prova
Abbiamo provato il gioco 505 Games con l'Oculus Rift.
La versione videoludica di Gravity. È questo l'ambizioso obiettivo che il team di Adr1ft si è posto pensando al gioco. Poco importa che lo sviluppo sia partito prima che il film di Alfonso Cuarón raggiungesse le sale cinematografiche e che il progetto presenti forti tratti autobiografici: quest'avventura nello spazio ricorda molto da vicino l'epopea di Sandra Bullock e George Clooney. O almeno, dovrebbe farlo.
Questo perché nonostante la possibilità che il publisher italiano 505 Games ha dato alla stampa nostrana di visionare Adr1ft e sebbene l'uscita sia fissata per questa estate, il gioco di Adam Orth e ThreeOneZero è ancora avvolto in un fitto mistero. Quel poco che si sa è che il protagonista si risveglierà nel bel mezzo dello spazio profondo, senza memoria e all'interno di una stazione orbitante devastata. Come se ciò non bastasse non c'è traccia dei vostri compagni di viaggio e le scorte di ossigeno della sua tuta spaziale scarseggiano.
Questo è tutto quello che al momento si sa del gioco. Il vostro obiettivo sarà farvi lentamente strada tra le macerie, riattivando progressivamente le funzionalità vitali della stazione spaziale in modo da raggiungere l'unica scialuppa di salvataggio rimasta intatta. Durante l'avventura dipanerete anche la storia dietro alla tragedia che ha annientato l'equipaggio e compirete anche un viaggio introspettivo verso la redenzione del protagonista.
Una redenzione che potrebbe ricordare quella di Adam Orth, la mente dietro il progetto, che i più attenti di voi ricorderanno per le goffe dichiarazioni fatte quando ricopriva il ruolo di direttore creativo presso Microsoft. L'aver affermato che non gli sembrava un dramma se la futura Xbox One avrebbe richiesto una costante connessione online e che gli utenti "dovevano farsene una ragione", gli è costato il posto di lavoro costringendolo a reinventarsi da zero o quasi una carriera. Una vicenda simile alla condizione del protagonista di Adr1ft, che si trova a dover ricomporre i pezzi di una vita che da un giorno all'altro s'è incrinata.
Il gioco di ThreeOneZero, dunque, proverà a mescolare diversi elementi per creare una "First Person Adventure", genere coniato per descrivere il gioco che unisca esplorazione, avventura, qualche puzzle da risolvere e una storia che promette d'essere introspettiva, matura e adulta.
Le premesse, lo scenario e le ambizioni ci sono dunque tutte: quello che al momento manca è proprio il gioco. Trovandosi a lavorare con tecnologie sperimentali quali Oculus Rift e Project Morpheus, infatti, la comunicazione di Adr1ft s'è scontrata da una parte con la rarità di questi hardware e dall'altra con le specifiche in costante evoluzione di questi visori, che rendono complicate le operazioni di ottimizzazione.
Per questo al momento ThreeOneZero si è limitata a mostrare una demo tecnica del gioco su un DevKit 2.0 di Oculus Rift, in attesa di svelare tutte le proprie carte tra qualche mese, quando magari anche Sony e Facebook saranno più chiare circa le loro periferiche.
Quel poco che è stato mostrato, però, era già in grado di lasciare a bocca aperta. Il sogno di tanti bambini è di trovarsi nello spazio profondo e grazie ad Oculus Rift molti potranno assaporare queste sensazioni. Nonostante fossimo solidamente ancorati ad una sedia con un pad in mano, infatti, l'immersione è stata totale... senso di nausea incluso! La sensazione di essere nel vuoto siderale a gravità zero è stata infatti fortissima, con però tutte le conseguenze del caso.
Galleggiare tra i rifiuti della nave, provare a manipolare gli oggetti, giocare con le bolle di ossigeno che danzavano nello spazio è stato emozionante, nonostante la tecnologia attuale non ci abbia consentito di resistere più di un quarto d'ora col visore sugli occhi. Osservare il nostro pianeta dallo spazio, temere di staccarci dalla struttura della nave per lanciarci nel vuoto sono comunque momenti che vanno provati e che, se sfruttati adeguatamente, nel gioco potrebbero valere da soli il prezzo del biglietto.
Ovviamente gli sviluppatori sono sicuri di avere tra le mani un gioco che meriti d'essere provato anche senza un casco per la realtà virtuale, il che rappresenta la condizione necessaria per essere appetibili sul mercato sin dal primo istante, con o senza Oculus e Morpheus nei negozi. D'altra parte uscendo anche su Xbox One non poteva essere altrimenti, dato che la console di Redmond, a meno d sorprese dell'ultimo momento, non è compatibile con alcun visore VR. Sulla console di Microsoft, oltretutto, non si sa ancora se saranno sfruttati i controlli di movimento (leggasi Kinect) o i da poco annunciati HoloLens per aumentare ulteriormente l'immersività.
Quindi la realtà virtuale dovrebbe essere solo il fiore all'occhiello della produzione italo/americana, che invece impernierà tutto il suo fascino sull'ambientazione e sulla storia. O almeno questo è quello che speriamo di constatare tra qualche settimana, quando Orth e il suo team sveleranno una volta per tutte la loro creatura.
Al momento Adr1ft è dunque un'esperienza interessante e curiosa grazie all'ottimo utilizzo della realtà virtuale, e che speriamo si trasformi a breve in uno dei giochi da attendere per l'estate 2015.