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Adr1ft - recensione

Galleggiando nello spazio silenzioso.

Piccola introduzione. Questa è la recensione della versione per PS4 ma Adr1ft su PC, a patto di usare Oculus Rift, è probabilmente l'unico "simulatore di professione" in cui sia possibile sentirsi peggio di quanto non accada alle persone che svolgono quello stesso mestiere nella realtà.

Se è vero che indossando il visore e galleggiando nello spazio simulato seduti sulla propria poltroncina si può essere indotti a restituire i pasti più recenti, nella realtà l'apparato vestibolare degli astronauti in condizioni di microgravità sospende la sua funzione dopo circa 24 ore. Dopo la prima giornata passata in preda alle vertigini e alla nausea, dovute all'incapacità di capire quale sia il sopra e quale sia il sotto, insomma, gli astronauti diventano immuni al disorientamento causato dalla disconnessione tra movimento e stimoli ricevuti dal corpo, cosa che non può succedere ai possessori di Rift... con buona pace delle loro lasagne così mestamente dilapidate.

Detto questo, con PlayStation 4 non corriamo alcun rischio perché non esiste ancora alcun dispositivo VR per la console di Sony e attualmente non è stato annunciato alcun futuro supporto VR per Adr1ft su PlayStation. E così, armati esclusivamente di pad, televisione e poltrona ci ritroveremo alla deriva (da qui il titolo del gioco) nello spazio in seguito a un evento catastrofico che ha distrutto la stazione spaziale Northstar IV. L'equipaggio della stazione è disperso, le comunicazioni sono interrotte, i rottami galleggiano tutti attorno a noi. Che fare?

Il carrozziere si sta già fregando le mani.

Ricreando uno scenario molto simile a quello visto in Gravity, lo spettacolare film di Alfonso Cuarón, dovremo metterci in salvo contando sulle nostre sole forze. Il problema più pressante riguarda la riserva di ossigeno: la nostra tuta è bucata e perde ossigeno, e nello spazio non ci sono lavandini né toppe, per cui diventa imperativo trovare il modo per riparare il danno e ricaricare le scorte. L'unica possibilità è quella di tornare al relitto della stazione spaziale (anche perché non ci sono altri posti in cui andare) e una volta lì improvvisare.

Di fatto Adr1ft è un titolo che appartiene alla categoria dei cosiddetti "walking simulator", quei giochi in cui cammini cammini (anche se qui galleggi) e non fai molto altro se non goderti lo scenario e scoprire la trama. La nostra unica preoccupazione nel gioco consiste nello spostarci in sicurezza da una fonte di ossigeno all'altra (a dire il vero tra bottiglie che ricaricano la nostra scorta e stazioni di rifornimento sembra esserci più ossigeno in orbita che nel reparto profumi di un grande magazzino), mentre la narrazione si dipana attraverso comunicazioni via radio (alle quali non possiamo rispondere), diari e registrazioni recuperate per tutta la stazione. Con questo espediente scopriremo chi erano (il passato è d'obbligo) gli occupanti della Northstar IV e che cosa ha causato un incidente così rovinoso.

Tutto questo mentre cerchiamo di gestire il sistema di controllo, che ci consente di direzionare il nostro modulo EVA utilizzando come propellente lo stesso ossigeno che dovremmo respirare. Non essendoci atmosfera attorno a noi, ogni spinta ci permetterà di viaggiare in linea retta fino a quando non verremo fermati da un ostacolo o da una spinta opposta, e il tutto si trasforma in un gioco di mini-accelerazioni molto dosate, all'inizio improntate al panico e alla confusione e che via via diventano necessariamente sempre più eleganti e controllate. Del resto, più ci muoviamo e meno possiamo respirare.

Deviando leggermente dal percorso previsto dai nostri compiti ci imbatteremo nel resto dell'equipaggio... O quel che ne rimane.

In effetti il sistema di controllo è il nostro solo e unico avversario. I primi dieci minuti del gioco sono tutti passati a sbattere contro gli oggetti e a mancare clamorosamente le bottiglie di ossigeno. Passata questa fase di ambientazione, il gioco smette di avere una qualsiasi difficoltà e Adr1ft diventa semplicemente una gita nello spazio a un passo molto moderato.

Il resto del gioco si muove linearmente lungo una serie di compiti "suggeriti" dal computer della stazione spaziale, che ci indica la procedura per rimettere in piedi alcuni sistemi e consentirci la fuga. Questi compiti si risolvono tutti quanti nel seguire un indicatore, raggiungere una leva o un pulsante, tornare al computer, ripartire verso un'altra direzione e così via. Non ci sono bivi o opzioni da vagliare: i walkthrough saranno sempre tutti uguali.

L'atmosfera (ehm) di Adr1ft è molto interessante ed è il vero punto di forza del titolo. Siamo soli sulla Northstar IV, non c'è alcun mostro, alcun nemico nascosto nell'ombra. Lo scenario, anche se devastato, è pacifico e a tratti mozzafiato. Passando da una sezione all'altra della struttura possiamo goderci il panorama della Terra che ruota sotto di noi, e non si può fare a meno di notare come i corridoi spezzati e sbriciolati che si aprono sul nulla siano delle viste davvero notevoli.

Nonostante il disastro, il disordine è ridotto al minimo. Se vola un oggetto, è quasi sempre una bottiglia d'ossigeno o una cassa di bottiglie d'ossigeno. Che fortuna!

Per quanto possa essere grande il nostro televisore, però, l'immersione di un Rift o di un PlayStation VR è tutta un'altra cosa, e la versione PS4 finisce per soffrire di questa mancanza, lasciandoci notare piccole mancanze che altrimenti sarebbero passate inosservate. Per esempio, l'acqua non si disperde al nostro passaggio, i riflessi sono "finti", sono solo delle immagini mappate, le texture sono tutte un po' troppo uniformi. Insomma, l'ambientazione affascinante ci fa inizialmente dimenticare che questo è un titolo a basso budget sviluppato da un piccolo team, ma alla lunga la cosa si nota.

Anche perché Adr1ft è un gioco che per la sua stessa natura ci spinge alla contemplazione: l'azione ha un ritmo molto lento e tra una traversata e l'altra non possiamo fare molto altro che ammirare il panorama e osservare i dettagli (o la mancanza degli stessi). Mentre il corpo viene spinto da un corridoio semidistrutto a un'antenna radio, la mente vaga ed è inevitabile chiedersi come mai i pezzi della stazione non siano stati spinti via o non si allontanino, e come mai tutti gli oggetti siano fermi nello spazio fino al nostro arrivo. Va detto che il contrario avrebbe dato vita a un gioco completamente differente e probabilmente molto frustrante. Sei arrivato troppo tardi e quella struttura ora è irraggiungibile? Peccato.

Va detto che tra la versione per PC e quella per PlayStation 4 non ci sono grandi differenze tecniche. Forse su PS4 c'è qualche dettaglio in meno, con le occasionali differenze nell'illuminazione, negli effetti sulle texture e nella quantità di coriandoli di stazione spaziale che galleggiano attorno a noi. Possiamo dire che a conti fatti è più o meno la stessa cosa. Del resto, al di là della minuzia vagante, modelli e texture sono sempre all'insegna della semplicità e dell'eleganza.

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Adr1ft è sicuramente un esperimento interessante e al tempo stesso bizzarro, un gioco fortemente narrativo ma con una trama un po' troppo esile, che basa tutta la sua forza su un'ambientazione e un'atmosfera (ancora!) di sicuro impatto. Le quattro, cinque ore necessarie a portarlo a termine sono un po' poche per il prezzo chiesto (io avrei detto, toh, 15 euro, invece sono 19,99), la rigiocabilità è quasi nulla e tutta l'operazione perde un po' di significato senza PlayStation VR, ma è altrettanto vero che al buio, con le cuffie e senza nessuno che ci disturbi, Adr1ft è in alcuni momenti un'esperienza davvero intensa. Fate i vostri conti.

7 / 10
Avatar di Marco Auletta
Marco Auletta: Venticinque anni passati a perder tempo con i videogiochi, per lavoro ma anche perché un po' gli piacciono. Ha un'opinione su tutto e sicuramente finirà per farvela conoscere.

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PS4, Xbox One, PC

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