Age of Wonders: Planetfall - recensione
Gameplay mix micidiale.
L'originalità è un concetto sfuggente, complesso, soprattutto in un'epoca in cui l'uomo medio è prontissimo a scagliarsi contro un prodotto culturale (film o gioco che sia) brandendo il concetto fiammeggiante di 'plagio'. Ma l'epoca in cui ci troviamo è anche quella tipica del 'pastiche' culturale, ovvero della referenzialità, dell'ispirazione libera, della ricombinazione di elementi diversi (da fonti diverse) per creare un prodotto nuovo. Per questo motivo la confusione tra prodotto 'originale' e plagio pare essere complessa ai più. L'industria dei videogiochi, con i suoi cloni infiniti e con le formule commercialmente 'sicure' è forse quella in cui il dibattito è più acceso. Ma questo è un bene, a nostro modo di vedere, perché il concetto di 'appoggiarsi sulle spalle dei giganti' per vedere un po' più in là nella propria creazione è il modo in cui il nostro hobby preferito è cresciuto, ovvero raffinando idee già viste o partendo da queste per allontanarsi progressivamente verso idee migliori.
Il 4X 'à la Civilization' è uno dei generi in cui recentemente si sta ricombinando la formula originale in maniera più aggressiva e creativa, a volte togliendo pezzi per concentrarsi su un aspetto particolare (si veda ad esempio Gladius o l'imminente Fantasy General 2 e il loro focus sulla componente militare), altre volte combinandole con altre da altri generi. L'ultimo sforzo in questo senso è proprio Age of Wonders: Planetfall (d'ora in poi solo 'Planetfall'), il nuovo titolo prodotto da Paradox che, partendo dalla saga di Age of Wonders, mira a innovare proprio nel genere 4X portando una ventata d'aria fresca ma, al contempo, prendendo anche ispirazione da vecchie glorie del passato.
L'idea di base di Planetfall è quella di raccontare la storia di un'esplorazione spaziale futuribile in cui le cose non sono proprio andate benissimo e in cui i protagonisti sbarcano su un pianeta e competono con altre razze presenti per il predominio. Le modalità di gioco disponibili sono per l'appunto la storia singola, mappe random generate secondo x parametri (in maniera simile a Civilization), e multiplayer.
Il gioco inizia come siamo abituati nel genere: si arriva sul pianeta e si inizia l'esplorazione, la colonizzazione e, eventualmente, il conflitto armato con razze avversarie più o meno organizzate. L'esplorazione è ricca di sorprese legate alla storia principale, ma anche a side quest che si intrecciano con la diplomazia portata avanti con le altre fazioni. Riceverete quest temporizzate con reward di tipo diverso, sia in risorse che in avanzamento nelle relazioni con i vostri vicini. Vi sono diversi tipi di colonia che è possibile fondare e l'espansione dei confini è legata all'annessione di regioni ben definite (e nominate) sulla mappa, una importante novità rispetto ad altri rappresentanti del genere.
Lo sviluppo delle varie regioni è affidato soprattutto a edifici costruibili e al posizionamento dei cittadini nella produzione delle varie risorse: energia (la vera moneta del gioco), cibo (crescita in popolazione), conoscenza (progresso tecnologico) e produzione. Oltre a queste risorse c'è l'influenza (utile per sbloccare opzioni diplomatiche e acquistare mercenari), il supporto popolare (il corrispettivo del morale dei vostri cittadini), i tactical point (utili per attivare particolari opzioni durante il combattimento tattico), la reputazione diplomatica generale, gli strategic point (legati ad alcune azioni particolari sulla mappa strategica) e il 'cosmite', una risorsa rara necessaria per gli avanzamenti tecnologici applicati alle unità. Gli alberi tecnologici sono due, uno militare e un sociale; in entrambi sono presenti diverse ramificazioni tematiche che permettono di concentrarsi su diversi aspetti.
È quindi abbastanza chiaro che Planetfall segue un canovaccio che abbiamo imparato a conoscere negli anni aggiungendo però tanta profondità in più sul lato delle risorse e dando al tutto un accento sull'aspetto militare e diplomatico. Sui vari pianeti incontrerete infatti fazioni aliene nonché i vostri antenati umani e, grazie alle missioni che alcune di queste fazioni vi daranno, le cose si faranno più intricate del solito, ed è un bene perché per il resto la diplomazia segue le opzioni consuete.
Planetfall toglie focus alla classica espansione e alla cura del singolo esagono (che qui non è presente) per spostare l'attenzione su una gestione più generale legata agli obiettivi specifici che vengono offerti al giocatore sotto forma di missioni. Certo, rimane la gestione delle vostre città, con gli edifici, le difese, la ricerca e il bilanciamento delle risorse interne, ma questo aspetto è per l'appunto limitato al fulcro centrale delle vostre regioni, la città o insediamento che sia.
I pianeti danno sempre la sensazione di essere comunque scenari ricchi di sorprese e avventure grazie alla moltitudine di incontri speciali presenti, agli avamposti di diverso tipo che troverete e anche alle condizioni climatiche, del terreno e dell'atmosfera. Troverete infatti zone radioattive, instabili a livello tellurico e diverse altre condizioni che renderanno la mappa una scacchiera complessa intorno a cui elaborare le proprie strategie.
Ma il vero pezzo forte in quanto a innovazione in Planetfall è quello legato alla parte tattica. Seguendo infatti la tradizione di Age of Wonders, Planetfall aggiunge alla parte strategica anche i combattimenti tattici nel caso uno dei vostri eserciti si scontri con uno nemico. È sempre presente la possibilità di risolvere automaticamente i combattimenti, ma la parte tattica è uno dei punti forti, e più divertenti, di Planetfall...oltre a questo col tempo raggiungerete un livello di abilità maggiore della IA...quindi vi converrà spesso guidare le vostre forze in battaglia.
Nel momento in cui due eserciti si scontrano il gioco si sposta immediatamente su una mappa tattica che riprende lo scenario su cui l'incontro è avvenuto: deserti, montagna, città, mercati, centri di ricerca...gli scenari sono molti e abbastanza variegati. La mappa, anche qui, è esagonale e le unità possono utilizzare le coperture e i (rari) cambi di altitudine.
Le unità dispongono di diverse abilità, seguendo le particolarità della fazione a cui appartengono. Gli umani classici sono molto forti nel combattimento a distanza mentre, ad esempio, i Dvar eccellono nella difesa e nei combattimenti in mischia. Le altre 4 fazioni (sei in tutto) si distinguono per originalità e poteri decisamente più esotici. Overwatch, poteri di stun, avvelenamenti, immobilizzazioni si sommano ad armi esplosive e/o devastanti a corto raggio. Va inoltre considerato che le unità possono essere moddate (tre slot disponibili) utilizzando le scoperte fatte in sede tecnologica, un aspetto splendido che dona grande profondità a tutta l'esperienza. L'ispirazione, qui, proviene chiaramente da Alpha Centauri.
Il combattimento tattico, come detto, è profondo. Serve conoscere bene le proprie unità e i propri poteri (post eventuali mod) e serve anche leggere attentamente i poteri avversari per non incorrere in brutte sorprese. Nel gioco sono anche presenti eroi, ovvero personalità singole che hanno grande importanza in battaglia, soprattutto per i loro poteri avanzati. Il vostro eroe di partenza, legato alla fazione scelta, è anche upgradabile attraverso i consueti punti-esperienza.
La parte tattica e quella strategica si fondono a meraviglia e creano insieme un'esperienza strategica che assomiglia tanto a un ideale 'sacro graal' per gli appassionati di strategia e tattica che cerchino un mix tra Civilization e X-Com. Certo le differenze sono tante e importanti rispetto a questi due titoli, ma il risultato netto del gameplay di Planetfall è francamente esaltante per la quantità di decisioni che richiede al giocatore e per la mole di opzioni, scenari, unità, leader, fazioni, pianeti con cui possiamo sperimentare. Gameplay e longevità sono insomma a livelli altissimi.
Anche a livello estetico Planetfall spinge sull'acceleratore per offrire al giocatore scenari lussureggianti o terribilmente aridi o diversamente proibitivi. La parte tattica non rispecchia proprio lo stato dell'arte con qualche texture approssimativa e animazioni non proprio splendide. L'audio è buono in generale, come la musica molto evocativa e gli effetti sonori roboanti il giusto.
Una nota negativa va riservata ad alcuni pezzi di parlato. Seguendo quanto fatto ai tempi da Alpha Centauri, Planetfall associa ad ogni scoperta tecnologica una citazione di un personaggio celebre. Peccato che per Alpha Centauri i devs ai tempi abbiano saccheggiato testi di filosofia e, solo in alcuni punti, inventato di sana pianta delle ottime citazioni di personaggi fittizi. In entrambi i casi il lavoro era sublime con testi splendidi, referenze culturali come Asimov, Kubrick, Clarke e Herbert e un voice acting da pelle d'oca. Planetfall scimmiotta questo approccio ma combina un mezzo disastro con testi totalmente inventati che vorrebbero far ridere ma, tragicamente, risultano solo sciocchi e anche mal recitati da un attore decisamente troppo entusiasta nella sua interpretazione.
Planetfall, al di là di questo difetto, decisamente minore, è un titolo dotato di gameplay strategico e tattico splendidamente assortiti e sospettiamo che su PC tutto questo sia un trionfo degno di voti molto alti. Su PS4, la versione da noi provata, tutto questo invece crolla, ahimè, di fronte alla particolarità del sistema di comando che è totalmente inadatto per un gioco di questo tipo. Lo sforzo dei developer è chiarissimo fin dall'inizio con tooltip a cui si arriva muovendo il joystick, modalità 'info' che illustra le varie parti dell'interfaccia e in generale una grande chiarezza a schermo su tutto quanto sta succedendo. Ma questo non basta perché ogni azione necessita comunque un movimento innaturale che va sempre memorizzato e riportato alla mente ogni volta che si vuole compiere detta azione. Il mouse sollecita invece un movimento naturale per cui la mano corre al punto d'interazione per ottenere informazioni (tooltip) e interagire...mentre su PS4 bisogna ricordarsi le funzioni dei tasti o far correre il cursore sulla mappa tramite il joystick. Questi movimenti innaturali causano due problemi. Innanzitutto l'interazione necessita più tempo, cinquanta turni su PC diventeranno facilmente quindici su PS4; in second'ordine l'interazione è più costosa in termini di risorse mentali e vi troverete spossati dopo un paio d'ore di gioco, cosa che non succede su PC.
Se poi per caso avete collegato la PS4 a un televisore che guardate a tre o quattro metri di distanza allora lasciate proprio perdere (e togliete un altro punto al voto qui sotto) perché Planetfall necessita di leggere i tooltip e i vari messaggi e in questo caso il tutto si trasforma in una visita dall'oculista (oltre che in un mal di testa epico).
Per qualche ragione sviluppatori e publisher cercano ancora di far digerire all'utenza console giochi che non appartengono a queste piattaforme, almeno fino a quando il sistema di controllo non preveda una seria alternativa al joypad. Tutto quello che, però, ottengono sono versioni che fanno rimpiangere ai relativi giocatori il mancato possesso di un PC. Lo ripetiamo per chiarezza, il voto qui sotto rispecchia l'esperienza che abbiamo vissuto con la versione PS4. Le potenzialità del gioco sono evidenti ma se l'interazione diventa uno sforzo eccessivo il divertimento lascia il passo alla fatica e alla frustrazione.