Age of Zombies - review
Per un pugno di non morti.
Seriamente, gli zombie stanno diventano una malattia diffusa, molto diffusa... forse troppo diffusa. Neanche il T-Virus ha contagiato Raccoon City così velocemente e se provate a contare i titoli con protagonisti i non-morti usciti negli ultimi 5 anni, rischiate seriamente di addormentarvi più velocemente che di fronte ad un gregge di pecore.
Age of Zombies non può definirsi una new entry visto che il gioco è disponibile ormai da tempo su dispositivi iOS e Android, ma si è fatto vedere anche nella famiglia PlayStation Minis. Ora arriva su PS Vita, una manna dal cielo visto che si tratta di uno sparatutto che sembra fatto su misura per il controllo tramite doppio stick analogico.
Un breve cenno iniziale alla storia vi farà scoprire che il protagonista è Barry SteakFries (in Italia si sarebbe chiamato Bernardo Bistecca e Patate, molto meno "cool"), ovvero lo stesso faccione quadrato che abbiamo apprezzato nel divertentissimo Jetpack Joyride. Questa volta Barry deve vedersela col piano malvagio del Dottor Brains, che ha intenzione di scatenare la sua orda di zombie in varie epoche storiche.
L'avventura è infatti divisa in scenari che spaziano dalla Preistoria all'antico Egitto. In ognuno di essi si affrontano nemici e boss "in tinta" con l'epoca in cui ci si trova, quindi aspettatevi T-rex non-morti e mummie zombificate... o zombie mummificati, fa lo stesso.
"L'obiettivo è di rimanere vivi fino alla fine di ogni livello, muovendosi all'interno di mappe più o meno grandi"
L'obiettivo è di rimanere vivi fino alla fine di ogni livello, muovendosi all'interno di mappe più o meno grandi nelle quali verranno fatti comparire quantità sempre più imponenti di mostri mangiacarne. Ad aiutare il povero Barry arriveranno delle provvidenziali casse che conterranno armi e gadget dalla durata temporanea. Mitragliatori, fucili a pompa, granate ma anche skateboard antigravità per muoversi più velocemente: la quantità di gingilli con cui si ha a che fare è piuttosto generosa e, almeno nei primi due livelli, non avrete grandi problemi a rimanere integri.
Le cose si fanno decisamente più serie da metà in poi, quando la quantità di zombie su schermo si farà davvero pesante e avrete bisogno di tutta la vostra destrezza con gli stick per evitarli e al tempo stesso farne fuori il maggior numero possibile. Age of Zombies mette a disposizione anche sistemi di controllo alternativi ma l'opzione migliore rimane quella classica del "twin-stick".
L'energia di Barry scende ogni volta che viene attaccato ma col tempo questa può essere ripristinata se si riescono ad evitare contatti troppo ravvicinati. Completare l'avventura richiede una manciata di ore, tra le 4 e le 6, ma il titolo offre una certa rigiocabilità nel caso vogliate sbloccare i 13 Trofei, alcuni dei quali sono davvero duri da conquistare... provate ad esempio a finire l'intero gioco senza mai morire.
"Sensore di movimento, schermo tattile e touchpad della console non sono stati utilizzati in alcun modo e forse questo è un bene"
In alternativa è possibile cimentarsi nella modalità Survival, che come potete facilmente intuire mette il protagonista all'interno di mappe prese dall'avventura principale con lo scopo di resistere il più possibile. Man mano che si eliminano zombie e mostri vari si accumula punteggio e si scala una speciale classifica contraddistinta da diversi titoli: diventerà una vera e propria droga!
Le icone su schermo sono limitate al minimo indispensabile, con punteggio, energia rimanente e un indicatore che scenderà man mano che eliminerete zombie. Se nei primi livelli questo si svuoterà piuttosto velocemente, andando avanti riuscire a vederne la fine sarà una vera impresa. Preparatevi dunque a morire spesso ma anche a voler riprovare "almeno un'altra volta". Sì, perché Age of Zombies è uno di quei titoli che si mollano difficilmente, quindi se prevedete di giocarlo durante le vostra sedute in bagno, mettete in preventivo crampi alle articolazioni inferiori.
Sensore di movimento, schermo tattile e touchpad della console non sono stati utilizzati in alcun modo e forse questo è un bene. Un gioco dalle meccaniche così semplici avrebbe quasi sicuramente risentito di qualsiasi forzatura. L'nico appunto è che nel tempo passato dall'uscita iOS/Android a questa versione PS Vita, si sarebbe forse potuto aggiungere qualche livello in più.
Nonostante ciò, Halfbrick Studios ha convertito il gioco sulla portatile Sony senza perdere alcun dettaglio o lo spirito dell'originale, anzi migliorando l'esperienza generale grazie d un sistema di controllo finalmente perfetto e consegnando ai giocatori un delizioso arcade shooter che merita gli scarsi 5 euro del costo di download dal PSN.