Alex Kidd in Miracle World DX - recensione
La leggenda è tornata.
Era il 1986, l'epoca fortunata del SEGA Master System e di videogiochi del calibro di Castlevania e Space Quest. In un mare sconfinato di pixel, Alex Kidd in Miracle World era uno dei titoli più giocati dell'epoca, pubblicato proprio da SEGA sulla propria ammiraglia in risposta al famigerato idraulico di casa Nintendo.
Con Alex Kidd in Miracle World DX, Merge Games ci riporta a vestire i panni del coraggioso Alex in un remake evocativo del primo capitolo della serie che sprizza memoria storica da tutti i pori.
Il piccolo Alex, da tempo sul Monte Eterno per apprendere l'arte dello Shellcore, che permette di frantumare le rocce e annientare i nemici, decide di tornare nella città di Radaxian per riabbracciare l'amato fratello Egle, il legittimo erede al trono. Durante il viaggio, incontra un vecchio morente che gli rivela che la sua patria natia è stata attaccata dall'esercito dello spietato Janken, che ha rapito il fratello e messo sotto scacco l'intero reame.
La trama, semplice e classica nel suo insieme, si rivela adagio mentre avanziamo nei sedici livelli dell'esperienza di gioco, sorprendendo dall'inizio alla fine e non annoiando mai, non perdendosi in troppe chiacchiere come molti titoli odierni e riuscendo a regalare momenti ironici. Non lo neghiamo, abbiamo più volte sorriso in svariate occasioni, anche prima di affrontare un combattimento ostico o parlando con una guardia spaventata dagli oscuri eventi in atto a causa dei propositi di conquista dello spietato Janken.
Il remake, sotto questo punto di vista, è molto fedele alla sua controparte originale, riuscendo a catturare quegli istanti memorabili con molta cura e passione. Non è semplice gestire il remake di un videogioco di questo calibro, soprattutto nel gameplay, al tempo davvero molto ostico e proibitivo.
Alex Kidd in Miracle World DX è un platform in 2D a scorrimento laterale con un gameplay solido e deciso, intuitivo e spietato. Corriamo rapidamente da un punto all'altro, menando pugni contro delle rocce frantumabili e dei nemici agguerriti, spesso posizionati gli uni accanto agli altri, pronti a tutto pur di farci secchi.
Prima che pensiate di farvi un giro panoramico di Radaxian in tutta tranquillità, sappiate che Alex Kidd in Miracle World DX è davvero difficile, ma non così complesso come in passato, quando eravamo costretti a ricominciare il gioco dall'inizio. Per l'epoca era una reale prerogativa per questo genere di videogiochi, una di quelle aggiunte che facevano piacere agli hardcore gamer vecchia scuola.
Per andare incontro a un'utenza più vasta, i Merge Games hanno semplificato questa formula di gioco per preservare la nostra sanità mentale. Infatti ora è possibile ricominciare i livelli dall'inizio ogni volta che esauriamo i punti vita, includendo anche la possibilità di selezionare quelli infiniti dal menù delle opzioni qualora morissimo frequentemente, con la radicale differenza che riprendiamo il gioco dall'ultimo checkpoint sbloccato. Una scelta ben ponderata, considerati gli standard odierni, capace di non escludere nessuno dando a tutti una possibilità, pure a quelli che preferiscono tenersi alla larga da certe sfide.
Meglio dunque calcolare il tempismo giusto senza andare con troppa sregolatezza in giro per i livelli del gioco, a meno che non si vogliano ripetere all'infinito le stesse azioni. Per impedire che accada, consigliamo di osservare con attenzione quello che si muove attorno a noi, non facendoci prendere dalla spavalderia.
Fallire è inevitabile, dunque la morte è spesso dietro l'angolo: ai nostri nemici basta un solo colpo ben assestato per mandarci al Creatore. Alcuni di loro sono impossibili da battere, come dei fuochi fatui che aleggiano nell'aria muovendosi nel rateo di azione in attesa di una nostra caduta casuale.
Come in passato, non esistono delle abilità da sbloccare. Bastano e avanzano i nostri pugni e salti, utili a farci avanzare nell'esperienza. Se invece volessimo fermarci dal mercante per spendere gli yen duramente guadagnati spaccando le casse dislocate per i livelli del gioco, potremmo entrare nel suo negozio a rifornirci di potenziamenti e oggetti in grado di facilitarci la vita, come un fiammante motorino in grado di saltare gli ostacoli a una velocità supersonica.
Se ci fossero da fare i complimenti, andrebbero alla gestione degli scontri con i boss, in cui ritornano quelle piacevoli sfide della morra cinese che nel 1986 furono apprezzate particolarmente dai giocatori su Master System. Superate queste fasi, torniamo a picchiare rischiando nuovamente la pelle.
Gli sgherri di Janken sono spietati e hanno pattern diversi l'uno dall'altro, con delle abilità d'attacco che possono metterci in difficoltà se non le studiamo con dovizia. Meglio attaccare subito, non lasciando spazi e tempi di risposta ai nostri nemici, assicurandoci che un tuono non ci colpisca in pieno mentre ci spostiamo.
Questo nuovo rifacimento però non si ferma soltanto al gameplay, che a parte qualche piccola scelta di game design, non subisce stravolgimenti particolari. Ad averci colpito dell'intero remake sono le ambientazioni, che regalano scorci del passato fortunato di Alex Kidd anche a chi non abbia mai giocato il titolo originale.
La grafica è il cambiamento più radicale all'interno del platform di Merge Games, con un rifacimento gradevole, verosimile e pregevole grazie a una rivisitazione convincente e riuscita. Ogni livello ha un proprio carattere distinguibile, colorato e ispirato: è un punto a favore della produzione importantissimo perché non sono stati ritoccati i livelli in alcun modo, se non dal lato estetico.
Se però foste dei nostalgici, potreste salire in groppa a una macchina del tempo immaginaria per rivivere quei momenti indimenticabili con la stessa grafica in 8bit dell'epoca. Dal menu principale potrete accedere alla versione del 1986, e durante il gioco avrete la possibilità di cambiare la grafica mantenendo i piccoli cambiamenti apportati in questa nuova versione.
Le composizioni musicali, ispirate al predecessore, ripropongono gli stessi allegri motivetti della sua versione originale, presentando anche la stessa traccia divenuta famosa nel 1986.
Il punto dolente è la longevità, spalmata in sole tre ore e mezzo di gioco. Noi ne abbiamo impiegate cinque, essendoci trattenuti a lungo nei vari livelli a causa di alcuni nostri fallimenti. Ciononostante, ci siamo divertiti anche nell'Assalto ai Boss, una modalità ulteriore che ci ha intrattenuto per altre due ore di gioco, in una lotta senza quartiere contro gli sgherri di Janken.
Sul lato tecnico non c'è nulla da eccepire. Su Nintendo Switch il titolo gira a 30fps fissi senza problemi, non soffre di bug ed è ottimizzato magistralmente. Abbiamo purtroppo riscontrato dei problemi di input lag, problematica che era già presente nel titolo originale.
Alex Kidd in Miracle World non è soltanto un'operazione nostalgica, non è solo un platform e non è neppure il solito videogioco che è bene tirare fuori dal cilindro per non dimenticare il passato. Rappresenta una profonda occasione per chiunque di conoscere una perla divenuta famosa su Master System, un titolo che ha cercato di rispondere a Mario e a tanti altri videogiochi dell'epoca, prima che Sonic diventasse l'icona di SEGA.
Questo remake è una dichiarazione d'amore al passato, nonché una concreta prova di coraggio di un team indipendente che è stato capace di rispettare il materiale originale senza stravolgerlo troppo, risaltando i suoi migliori punti di forza e limando le incertezze.
Considerato il prezzo di lancio fissato a 19,99 euro, riteniamo che sia adeguato con quanto offerto dal team. Nonostante la longevità non sia entusiasmante, l'intera esperienza risulta godibile anche per chi non ne abbia mai sentito parlare.
Se state cercando un platform degno di questo nome, allora non potete lasciarvi sfuggire questa nuova, vecchia avventura proveniente dal passato.