American McGee's Alice
Matto come uno Stregatto.
Gli attori che calpestano un tale palcoscenico non sono certo da meno: angosciati, in perenne stato d'ansia, vecchie immagini colorate e spensierate riflesse in uno specchio che cade in frantumi. Alice è una giovane ragazza dagli enormi occhi verdi armata di un coltellaccio insanguinato, che indossa un vestitino inzuppato di sangue tenuto fermo sulla vita da una spilla a forma di teschio.
Un coniglio bianco esasperato e un inquietante Cheshire Cat (Stregatto), dalla voce suadente e morbida ma dal ghigno tutto tranne che rassicurante, accompagnano la fanciulla in un mondo popolato da personaggi insidiosi, che trovano in una Regina di Cuori morbosamente attratta dalle altrui teste e in un Cappellaio Matto dai connotati zombeschi, due degli abitanti più celebri (e più pericolosi). Se non son matti non li vogliamo: ma badate, non avete ancora visto il resto...
Da un punto di vista tecnico, possiamo notare un'eccellente impiego del celebre motore id Tech 3, chiamato a fare gli straordinari dopo l'ottima prova di forza data in Quake 3 Arena.
La resa visiva raggiunge standard elevati, forte di un parterre di ambientazioni vaste e ricche di dettaglio e, non ultimo, di un set di personaggi realizzati con cura a dir poco maniacale (che trova il proprio apice nella modellazione dei protagonisti e dei boss): Wonderland "in versione grottesca" convince a pieni voti, regalando panorami mozzafiato capaci di distogliere il giocatore dal cuore della battaglia.
Sopra le righe anche l'impianto sonoro, forte di un doppiaggio (in lingua inglese) ineccepibile fatto di voci profonde che ben caratterizzano il relativo personaggio e, più di ogni altra cosa, di una colonna sonora suggestiva e maestosa realizzata da Chris Vrenna, ex batterista dei Nine Inch Nails. E se anche voi, a distanza di anni, ricordate ancora le note di Flying on the Wings of Steam, forse un motivo ci sarà.
Sfacciata, sadica e profondamente turbata, l'Alice di McGee è uno di quei personaggi che difficilmente, una volta incontrata, si riesce a dimenticare. A oltre una decade di distanza dalla sua felice apparizione, il primo capolavoro dell'ex designer di id Software riesce ancora a stupire il giocatore, catapultandolo in un universo sconclusionato e delirante dove tutto ha un sapore familiare ma, allo stesso tempo, così imprevedibile e malato.
American McGee's Alice non passerà certo alla storia come l'action 3D più innovativo o rivoluzionario, ma è impossibile negare come, in quanto a stile e carisma, esso abbia tutt'oggi pochi rivali: e se consideriamo un impianto tecnico sopra la media, una longevità notevole e un livello di sfida crescente capace di incollare il giocatore allo schermo per diverse ore, forse non siamo poi così distanti dalla "meraviglia".
Giunti a questo punto, possiamo solo aspettare trepidanti il prossimo 14 giugno, giorno del nostro attesissimo ritorno in quel di Wonderland. Nuovi mostri, nuove minacce e un mondo fatato precipitato ancora più in basso nel baratro della follia: siete pronti ad attraversare un'altra volta lo specchio?