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Analisi tecnica di MOH: Frontline HD

Il remix PS3 fallisce l'obiettivo.

Il nostro Digital Foundry relativo al confronto tra le diverse versioni del nuovo Medal of Honor dovrebbe arrivare tra non molto, ma nel frattempo possiamo dare un'occhiata approfondita alla versione HD di MOH: Frontline, inclusa nella Special Edition PS3 del gioco EA.

La mancanza di un qualsiasi tipo di retrocompatibilità da parte dell'ultima console casalinga Sony è stato uno dei talloni d'Achille che inizialmente hanno impedito alla PlayStation 3 di decollare nei cuori dei suoi fan. Alcune lacune sono state (e verranno ulteriormente) colmate con le varie compilation HD, alcune delle quali supporteranno addirittura il 3D, come nel caso della serie di Sly Raccoon.

Medal of Honor: Frontline è forse il remake in alta definizione meno atteso, ma non per questo non merita attenzione. L'originale arrivò quando la PS2 era ancora un oggetto misterioso per molti sviluppatori. La sua vera potenza era ancora lontana dall'essere scoperta e molti giocatori snobbarono questo capitolo della serie proprio per un comparto tecnico non esattamente esaltante.

Purtroppo non c'è modo dirlo in modo gentile: il passaggio da PS2 a PS3 non ha avuto i risultati sperati su Frontline. Chiamarlo remake è a dir poco fuori luogo visto che il comparto grafico del gioco non sembra aver risentito in maniera così significativa della cura di bellezza in HD. Le differenze sono limitate alla renderizzazione in Progressive Scan, che peraltro era già presente nelle versioni Xbox e GameCube di Frontline.

Gli unici benefici del passaggio su PS3 riguardano il frame rate più alto e stabile e le immagini visualizzate in progressive scan.

Grafica e sonoro sono quindi rimasti sostanzialmente identici a quelli dell'originale PS2. La colonna sonora ha retto bene l'urto del tempo, ma già all'epoca il lavoro fatto dal compositore Michael Giacchino (Lost) aveva ricevuto lodi praticamente da tutti. .

Rimane quindi da chiedersi dove la rimasterizzazione HD abbia prodotto effetti realmente tangibili. Il gioco non rispetta neanche le giuste proporzioni "widescreen". Per rendere i modelli poligonali meno "grassi" bisogna modificare la visualizzazione manualmente tra le opzioni, il che significa però sorbirsi le fatidiche bande nere a destra e sinistra.

Se non modificate la modalità di visualizzazione nelle opzioni, i personaggi del gioco avranno tutti questo aspetto.

Un piccolo sforzo è stato fortunatamente fatto per quanto riguarda i controlli. Al layout originale ne è stata affiancata una versione più moderna, assolutamente preferibile per chi è abituato agli FPS più aggiornati.

Ci saremmo anche aspettati qualche miglioramento nell'ambito delle performance generali e invece l'hardware PS3 non è stato in alcun modo sfruttato a dovere. Se Sony è riuscita a portare i primi due God of War ad una risoluzione di 720p con un frame rate stabile sui 60fps, non vediamo come un gioco nettamente più arretrato tecnicamente come MOH: Frontline non posso raggiungere gli stessi traguardi.

Analisi delle performance di MOH: Frontline Remix.

Certo, anche in questo caso il frame rate è più alto rispetto all'originale, ma non è mai riuscito a raggiungere i 60 fotogrammi al secondo. Al massimo, in alcuni momenti, è arrivato a poco più di 50, ma il prezzo pagato per questo è stato stato un tearing mostruoso, inaccettabile.

Nonostante avere un intero gioco in regalo con una Limited Edition possa sembrare cosa non da poco, in questo caso la presenza di Medal of Honor: Frontline nella versione PS3 non aggiunge un granché. Sfidiamo anche i più nostalgici e affezionati fan della serie a farsi venire la voglia di giocarlo fino alla fine.

Se gli utenti 360 avessero voglia di farsi un tuffo nel passato con questo capitolo "old-gen" di Medal of Honor, consigliamo un giro su eBay. Qualcuno che venda l'originale per Xbox (il migliore tra tutte le versioni) ci sarà pure e Frontline è anche incluso nella lista di giochi retro-compatibili. Fossimo in voi, però, anche in questo caso opteremmo per qualcosa di diverso... magari per l'ottimo Black di Criterion.