APB
Un'occasione mancata.
Quando è uscito il primo GTA tutti ci siamo detti "wow sarebbe bellissimo giocarlo online", quando GTA IV ci ha dato l'online ci siamo chiesti "chissà come sarebbe giocarlo con una struttura online più complessa", adesso che i Realtime Worlds, e l'uomo che ha inventato GTA, ci hanno presentato APB e la domanda è "tutto qui?".
Si perché, diciamocelo subito, la parte più interessante di APB sta in quell'incrocio fra The Sims e Suicide Girls rappresentato dalla sezione dedicata alla customizzazione del personaggio e del veicolo. Per il resto ci si trova di fronte ad un mondo scarno, già visto, in cui vi ritroverete a fare cose già fatte, ma senza che vi sia però il carisma di un Tommy Vercetti o di un Niko Belic.
APB è essenzialmente un gioco di guida e sparatorie, dove in teoria alla base vi è la struttura di un MMO, privo di livelli, in cui il personaggio guadagna soldi, esperienza e notorietà in base alle sua azioni, ma in realtà il gioco ha molto più in comune con un qualunque rts in terza persona piuttosto che con Guild Wars e simili.
L'inizio sinceramente mi aveva impressionato positivamente: nessuna traccia di tutte quelle problematiche ci si aspetterebbero da un qualunque MMO, i sette giga del client di gioco sono scivolati lisci dentro l'hard disk senza lamentarsi, ed in circa dieci ore di gioco non ho visto bug, disconnessioni o server ballerini.
Sicuramente qualcuno si sarà lamentato, ma personalmente ho assistito al lancio di molti giochi online, e questo è stato uno dei migliori. Peccato che tutto questo serva a poco se tra le caratteristiche del gioco manca la cosa più importante: il divertimento.
L'idea di base è molto semplice, prendete il multiplayer di GTA, moltiplicatene a dismisura le possibilità di personalizzazione ed inserite il tutto in un contesto "social", in cui i giocatori non passino il tempo solo a riempirsi di piombo ma interagendo, formando bande, clan, eccetera.
Tutto si basa sullo sparare, guidare, personalizzare il vostro alter ego, scegliere una fazione tra Enforcer o Criminal e cominciare a macinare le missioni che vi verranno proposte mentre vi farete i fatti vostri. Ad ostacolarvi troverete solo giocatori dell'opposta fazione.
Niente mob o nemici gestiti dal computer dunque, poiché l'IA si limiterà a vestire il ruolo di ignari passanti ideali per esercitarsi al tiro al piccione o utili per fornirvi delle missioni. Inoltre, visto che potrete attaccare soltanto i gli individui coinvolti nel vostro incarico, il risultato sarà una città brulicante di scontri a fuoco.
Uno spettacolo da ammirare nel caso in cui non si abbia voglia di buttarsi nella mischia, ma decisamente caotico quando magari ci si trova ad inseguire un gruppo di spacciatori o a scappare da un vigilante.
Come già detto sparare, guidare, personalizzare. E mentre grande cura è stata riposta in quest’ultima caratteristica, lo stesso però non può essere detto per le prime due. Un vero peccato.