Apollo Justice: Ace Attorney - recensione
Objection!
A un anno dall'arrivo di Apollo Justice: Ace Attorney su dispositivi iOS e Android e a dieci anni dall'approdo del titolo originario su Nintendo DS, Capcom lancia il quarto capitolo della saga ideata da Shū Takumi anche su 3DS, apportando un leggero restyling grafico e introducendo la profondità di campo, attraverso l'uso dello schermo tridimensionale della console portatile Nintendo.
Ace Attorney, in quanto serie, ha il merito di aver introdotto nella storia del videogame un tipo di narrazione tipica della letteratura, in particolare del racconto giuridico. Infatti, seguendo la struttura diegetica del romanzo giallo i protagonisti della saga si ritrovano puntualmente ad investigare su efferati delitti e intricati crimini. Una serie di visual novel dal sapore metalinguistico che si nutre di archetipi appartenenti ad altre forme di linguaggio narrativo, che oggi possiamo tranquillamente considerare ormai come filone cult.
Apollo Justice: Ace Attorney, quarto capitolo della saga, arrivava nei negozi giapponesi nel 2007 e da noi l'anno seguente, sequel della trilogia originaria di Ace Attorney che vedeva come protagonista l'avvocato Phoenix Wright. È proprio quest'ultimo ad essere il primo imputato da difendere nel processo d'esordio: vestiamo così i panni dell'eccentrico Apollo Justice, un legale esordiente inizialmente concentrato ad allenare il timbro delle sue narcisistiche "corde vocali d'acciaio". Acquistando esperienza Apollo, anche grazie ai saggi consigli di Phoenix Wright, imparerà a intuire quando il testimone mente e a gestire meglio i propri ragionamenti durante le cross examination, al fine di scovare le discrepanze nelle dichiarazioni e leggere tra le righe delle testimonianze.
Le meccaniche con cui si interagisce con l'evoluzione del processo mettono in moto i neuroni del giocatore in maniera ingegnosa. In ogni caso che affrontiamo gli elementi di partenza appaiono discordanti tra loro e a volte dipingono scenari astrusi e complessi. Toccherà a noi, nei panni dell'avvocato Apollo Justice, districare tutti i fili degli avvenimenti per giungere all'unica verità possibile. Proseguendo con la trama ogni pezzo del puzzle andrà sorprendentemente al suo posto, in maniera logica e appagante.
Occhio però a non effettuare passi falsi, concentrandosi su elementi che possono apparentemente essere indispensabili per l'indagine, ma che in realtà servono solamente per depistare le nostre riflessioni. Se si fuoriesce dai corretti binari di ragionamento si perdono preziosi punti di fronte al giudice e si rischia di incappare nel game over, vedendo così confermate tutte le accuse a carico del nostro cliente.
Anche se Apollo Justice: Ace Attorney apparentemente sembra essere un titolo molto statico, quello che smuove nel giocatore è qualcosa di importante. Il titolo Capcom è stilisticamente molto più vicino al romanzo o alla graphic novel, in particolare l'intera saga è dichiaratamente ispirata ai racconti di Ranpo Edogawa e di Shinichi Hoshi.
Anche i riferimenti ad opere cinematografiche sono forti e in qualche modo dichiarano la profonda natura autoriale che si cela dietro alla spiccata ironia. Ecco quindi citati in maniera sistematica film come Via col vento o la saga de Il Padrino. A rendere forte la struttura narrativa sono anche i riferimenti a come la giustizia è rappresentata nella cultura pop, vediamo infatti come il sistema legale derivi da Perry Mason e come il metodo investigativo omaggi la serie Colombo.
La grafica restituisce la sensazione di avere a che fare con un manga interattivo, ogni personaggio possiede una manciata di espressioni e animazioni, ma nonostante ciò rimane la forte sensazione che tutti i protagonisti siano molto vividi e caratterizzati. La conversione grafica per 3DS aggiunge maggiore definizione, rimanendo comunque attinente all'opera originaria. Come sempre possiamo scegliere se gustarci il titolo Capcom in due dimensioni o se attivare la terza dimensione, attraverso l'apposito comando sul 3DS. La colonna sonora originale, composta da Toshihiko Horiyama, è una vera e propria perla che accompagna i ragionamenti del giocatore.
L'obiezione più grande che siamo costretti a fare a quest'ultima versione di Apollo Justice: Ace Attorney è la totale assenza della lingua italiana. Infatti il gioco è stato distribuito esclusivamente in versione inglese, con la sola possibilità di selezionare il giapponese come alternativa. Per chi non ha esperienza e abbastanza dimestichezza con l'inglese questo diventa un limite invalicabile, visto che il cuore del gioco risiede nell'individuare la verità celata nelle testimonianze, attraverso le cross examination.
L'abbondanza di termini legali ovviamente non aiuta chi possiede poca pratica e non mastica l'inglese sufficientemente bene. L'aggravante è che la versione originaria per Nintendo DS presentava anche l'italiano, quindi ci spieghiamo a fatica come in questa versione rimasterizzata il gioco sia rimasto orfano della lingua del bel paese. Quest'ultima obiezione ovviamente non è da prendere in considerazione per chi non ha alcun problema con l'inglese, i quali si potranno godere al cento per cento le avventure legali dello stravagante Apollo Justice.
La versione 3DS di Apollo Justice: Ace Attorney è tirata a lucido per essere fruita nuovamente dagli appassionati ed essere scoperta da chi non ha avuto mai la possibilità di poter giocare ad un titolo della serie Ace Attorney. Lo spirito ironico e i casi squisitamente intricati che dovremo affrontare in tribunale valgono decisamente l'acquisto di questa sorta di romanzo interattivo. Dietro la comicità e i personaggi sopra le righe, Apollo Justice: Ace Attorney è un'opera dotata di un elegante gusto per la narrazione, intrisa di citazionismo pop e amore per la letteratura thriller.