L'Apple TV ha potenziale per il gaming ma le limitazioni deludono
I limiti tecnici e la mancanza di servizi potrebbe impedirle d'imporsi.
Come spesso avviene per Apple, un'azienda un tempo famosa per la sua impenetrabile segretezza, anche stavolta le voci di corridoio avevano visto giusto: all'evento di qualche giorno fa è stata svelata al mondo la nuova Apple TV, con il suo telecomando basato sul motion-sensing e la capacità di far girare applicazioni di terze parti. Seppur non presentati come la pietanza principale, i videogame hanno rappresentato sicuramente una parte importante della presentazione e sembrano dunque essere strategici per l'offerta del nuovo dispositivo; eppure continuano a permanere alcune perplessità riguardo l'Apple TV come console, e il rapporto tra l'azienda e il mondo dei videogame e dei loro creatori resta difficile e particolare.
Quando si parla di una nuova piattaforma, i creatori videogame sono interessati soprattutto a due fattori: se è in grado di riprodurre giochi e se riuscirà ad imporsi sul mercato. Alla prima di queste due domande è stata data una risposta sul palco dell'evento: la nuova Apple TV è basata sullo stesso chip A8 incluso nell'attuale generazione di iPhone (6 e 6 Plus), e come upgrade rispetto a quei dispositivi integra 2GB di RAM (come nel nuovo iPhone 6S). Ciò significa che può certamente far girare giochi abbastanza complessi dal punto di vista grafico, non troppo lontani dal livello di PS3 o Xbox 360.
Su Apple TV, però, ci sono due severe limitazioni che potrebbero ostacolare la creazione di titoli che in ambito console considereremmo "tripla-A". Il primo è che le app sul sistema sono limitate a 200 MB di dimensione: potranno anche sfruttare asset molto più pesanti e ingombranti, ma solo effettuandone lo streaming da Internet, dal momento che non sarà possibile allocare loro alcuno spazio di immagazzinamento sul sistema (che in totale ha solo 32GB di memoria, o 64 nella versione più capiente).
In sostanza, ci troviamo di fronte a una "streaming box". Ciò costituisce un limite abbastanza stringente da far grattare il capo a molti sviluppatori e far perdere l'interesse nei confronti di una piattaforma, anche se sicuramente ce ne saranno molti altri che già stanno pensando a che tipo di esperienze è possibile creare all'interno di queste restrizioni. Vale la pena ricordare quanto possano essere ricchi e complessi alcuni browser game, che operano all'interno di limiti molto più ristretti. Avere a disposizione solo 200 MB e dover caricare tutto il resto del gioco in streaming è senz'altro una sfida ma non insormontabile: ben più difficile sarà capire cosa il pubblico vorrà effettivamente giocare su un dispositivo del genere.
Il che ci porta alla seconda limitazione: il modo in cui, fisicamente, gli utenti potranno giocare ai loro titoli su Apple TV. Il sistema di controllo è basato, come immaginabile, su un nuovo telecomando dotato di pochi tasti fisici e di un trackpad tattile, più microfono e un pacchetto di sensori di movimento. Con dei controlli del genere si possono senz'altro fare cose interessanti in ambito videogame ma ci si preclude la possibilità di effettuare semplici conversioni dei più grandi classici del passato (e molti scettici già ritengono che la piattaforma verrà subito invasa da una serie di cloni-spazzatura dei peggiori titoli usciti su Wii). Gli sviluppatori dovranno pensare a come far funzionare i loro giochi con un simile sistema di controllo, il che potrebbe portare a cose sia positive che negative, a seconda delle idee a cui si giungerà.
L'Apple TV offrirà anche altre opzioni di controllo (i report indicano che sarà compatibile con qualsiasi joypad Bluetooth MFi), ma è poco più di una voce aggiunta alla scheda tecnica: nessuno sviluppatore vorrà creare un gioco che richieda una periferica opzionale come un joypad, dal momento che i consumatori disposti a comprare un pad per giocare sulla propria TV, molto probabilmente già hanno una console dedicata.
Il vecchio adagio in base al quale non vale la pena sviluppare titoli che richiedano una periferica, restringendo dunque il bacino d'utenza, è valido anche in questo nuovo contesto: i videogiochi su Apple TV avranno o meno successo in base alla loro capacità di sfruttare il telecomando venduto insieme alla piattaforma, a prescindere da quanti joypad di terze parti verranno o non verranno lanciati sul mercato. Ancora più interessante, a mio giudizio, è la possibilità di interagire con i titoli per Apple TV usando l'iPhone come controller. Impiegare uno smartphone come "pad" tradizionale non è il massimo ma ciò nonostante i titoli multiplayer in cui ogni giocatore, oltre ad osservare l'azione principale sul televisore, ha tra le mani il suo "schermo personale", hanno indubbiamente del potenziale.
Nonostante tutte queste limitazioni, l'Apple TV è comunque un prodotto interessante: è probabilmente la migliore "streaming box" sul mercato (anche se il suo prezzo è leggermente elevato) e senz'altro quella con le maggiori chance di successo come piattaforma per il gaming. Ma prima ancora di pensare al gaming, Apple dovrà garantirsi il successo come piattaforma TV... e in questo ambito l'azienda ha in parte deluso.
Apple è già molto impegnata sul fronte delle streaming box: la vecchia Apple TV era leader del mercato, e questa nuova versione certamente replicherà ed estenderà tale successo. Il problema per gli sviluppatori è che il mercato guidato dall'Apple TV non è esattamente straordinario: certo, molto del nostro consumo multimediale viene effettuato tramite dispositivi di streaming ma ormai praticamente ogni oggetto tecnologico può offrire musica e film in streaming. L'Apple TV forse offrirà qualche lieve vantaggio rispetto alla concorrenza ma la maggior parte dei consumatori probabilmente continuerà ad essere contenta con la piattaforma che già utilizza. Anche se il tvOS (una versione ben ridisegnata di iOS) sembra molto bello e la possibilità di scaricare app dallo store intrigherà alcuni consumatori, la domanda rimane: quanti saranno gli utenti che decideranno davvero di comprare un'Apple TV?
La risposta non tarderà a venire. Gli stessi rumor che avevano previsto l'arrivo della nuova Apple TV suggeriscono anche che Apple voglia fare nuovi annunci, nei prossimi mesi, riguardo la sua strategia per il mercato TV. In particolare, sembra che Tim Cook e soci sperassero di poter svelare la piattaforma in concomitanza con un servizio di streaming molto ambizioso e innovativo, che avrebbe spinto sempre più utenti (particolarmente americani) ad abbandonare le ormai morenti TV via cavo e abbracciare definitivamente lo streaming.
Alcune voci parlano anche di una Apple intenzionata a copiare Netflix e Amazon cominciando a produrre contenuti originali ed esclusivi: una mossa che avrebbe molto senso, soprattutto se si considera che l'azienda ormai da anni acquista i diritti di film indipendenti per iTunes. Se tali iniziative dovessero concretizzarsi, l'Apple TV potrebbe avere un successo molto più esteso e, a quel punto, anche i creatori di videogiochi non potrebbero più ignorarla.
Nel caso ciò avvenisse, c'è da sperare che anche Apple, a sua volta, non ignori gli sviluppatori. L'azienda è da sempre accusata di avere un atteggiamento "snob" nei confronti dei videogame, come se la loro presenza sulle proprie piattaforme fosse più tollerata che non realmente gradita: una filosofia che negli ultimi anni è certamente cambiata, ma guardando alle forti restrizioni presenti su Apple TV viene da chiedersi se, alla radice, non sia ancora presente.
La dirigenza dell'azienda sa sicuramente quanto siano importanti i giochi per l'ecosistema di iOS, e non a caso ha scelto di includere GPU molto potenti nei suoi ultimi prodotti, ma in confronto all'amore totale che Apple ha per le industrie di musica, TV e cinema, il suo impegno sul fronte del gaming risulta molto meno forte e convinto. Sul lungo periodo ciò non farà una gran differenza: se l'Apple TV godrà di un grande successo, i giochi arriveranno come conseguenza inevitabile. La situazione nell'immediato è invece più delicata: la capacità di lanciare subito titoli importanti e in grado di riscuotere l'interesse del pubblico dipenderà molto dalla voglia di Apple di attivarsi a riguardo, e c'è da sperare che l'atteggiamento mostrato in queste prime fasi non sia soltanto di facciata, ma si estenda anche dietro le quinte.
Il punto di partenza fondamentale, però, è e rimane la capacità di Apple TV di riscuotere successo come piattaforma per la TV e lo streaming. Il prodotto è senz'altro interessante ed ha già stimolato un certo interesse tra gli utenti che, comprensibilmente, sono stufi delle brutte interfacce presenti nella maggior parte dei dispositivi TV attuali, ma la mancata presentazione di un servizio realmente innovativo (e di contenuti esclusivi) al momento priva l'Apple TV della sua killer app. Nel corso del prossimo anno scopriremo se la piattaforma avrà comunque successo, o se Apple sarà costretta a mettere in campo la sua potenza finanziaria per trascinarla e rilanciarla.