Aragami 2 - recensione
Lo spirito vendicativo è tornato.
Esattamente cinque anni fa avevamo premiato il primo Aragami con un sontuoso 8, affermando che si trattava di "uno stealth in terza persona appagante e divertente, con meccaniche molto semplici ma realizzate con una notevole cura per il dettaglio e una fedeltà assoluta a tutti gli stilemi del genere". Il solco per diventare l'erede spirituale di Tenchu era stato tracciato, ma per capire se e quanto gli sviluppatori avessero fatto tesoro degli elogi e delle critiche ricevute, abbiamo dovuto attendere più del previsto.
La premessa narrativa di Aragami 2 mette subito le basi per futuri sviluppi del franchise. Il nuovo protagonista, Kurai, non è più solo ma scopre l'esistenza di un'intera schiera di combattenti che condividono il suo destino. In una ridente vallata dominata da un grande tempio, i suoi "fratelli" e "sorelle" vivono in equilibrio, in attesa di essere chiamati per contrastare il sempre più dominante e malvagio Impero Akatsuchi. Si viene inoltre a sapere che chissà dove esiste forse una sorta di cura per la maledizione che perseguita il protagonista e i suoi simili, costretti a vivere una vita eterna maledetta che ne consuma lentamente corpo, anima e psiche.
Grazie al potere di controllare le ombre, dovrete riuscire a sovvertire il destino del paese e anche il vostro, infiltrandovi nelle file nemiche e decimandole facendovi notare il meno possibile. Aragami 2 è uno stealth classico, con giusto un gameplay in stile sandbox a renderlo quasi paragonabile ad un parco giochi per ninja. Kurai può usare il suo quartier generale come base per le missioni che lo attendono, esplorandolo da cima a fondo e conoscendone il variegato popolo in maschera che lo abita. Quando ne avrà voglia, e sarete voi a scegliere per lui, potrà dirigersi davanti al tabellone piazzato in fondo alla valle, dove saranno elencate tutte le missioni a sua disposizione.
Questa scelta di design francamente cozza un po' con l'atmosfera che il gioco dovrebbe avere. Un ninja che viaggia tra la vita e la morte, impegnato nel salvataggio estremo di un paese che lo vede fronteggiare un esercito praticamente infinito... e lui deve consultare una bacheca di annunci? Manca solo il cartellino da timbrare e la busta paga a fine mese. Fortunatamente una volta ingaggiate le missioni la situazione migliora. Fatta eccezione per le prime che fungono come sempre da tutorial, Lince Works ha disegnato dei livelli non particolarmente lunghi ma sufficientemente ampi ed articolati da suggerire molteplici approcci.
Il dictat è sempre quello di raggiungere i punti nevralgici di ogni mappa facendosi notare il meno possibile, cosa che ovviamente comprende le solite uccisioni silenziose dall'alto, dal basso, di lato, di 3/4 e via dicendo. Inizialmente queste coinvolgono l'esclusivo utilizzo della vostra lama ma più avanti il vostro Aragami potrà disporre di trucchetti magici davvero sfiziosi, che ne dite ad esempio di creare un clone ombra per portare a termine una doppia uccisione?
La cosa più soddisfacente di Aragami 2 è tuttavia il fluidissimo sistema di movimento messo in campo dal team di sviluppo. Non stiamo parlando di un gioco di parkour ma poco ci manca, il nostro amico mascherato ha il controllo delle ombre e sa muoversi in modo dannatamente agile. Dovrete prenderci un po' la mano ma in men che non si dica riuscirete a raggiungere ogni punto della mappa in pochissimi secondi e questo non è poco visto che stavolta i livelli si svilupperanno spesso anche in verticale. Di tanto in tanto tuttavia dovrete fermarvi per utilizzare l'ormai abusatissimo potere della visione (Ombra, in questo caso) che permette di controllare la posizione dei nemici e i loro pattern di movimento.
In questo senso Aragami 2 è uno stealth game che puzza un po' di naftalina, soprattutto per chi è cresciuto giocando i capostipiti di questo genere. L'I.A. nemica non è delle più raffinate purtroppo e nella prima metà dell'avventura invoglia ad un approccio sistematico: uccidi un nemico, attendi che ne arrivi un altro ad investigare, uccidi anche lui, spostati e ricomincia. Il level design purtroppo non aiuta in questo senso. Ogni livello sembra proporre molteplici strade e svariati metodi per raggiungere gli obiettivi, grazie soprattutto ad una buona verticalità, ma andando a stringere ci si accorge che le possibilità non sono poi così tante. D'altronde se di giochi all'altezza dei vari Dishonored e Hitman non se ne vedono così tanti in giro un motivo ci sarà.
Nel corso delle missioni la cosa a cui si deve fare particolare attenzione è non allertare troppi nemici contemporaneamente perché gli scontri frontali sono tutt'altro che semplici da gestire. L'attacco a testa bassa è altamente sconsigliato in quanto consuma velocemente la barra della Stamina e raramente produce vantaggi tangibili. Meglio invece utilizzare parate e schivate, che hanno l'obiettivo di "stancare" l'avversario rendendolo vulnerabile. Occhio perché fin dall'inizio fronteggerete vari tipi di nemici, molti vi seguiranno anche sopra i tetti mentre altri proveranno a bersagliarvi dalla distanza con frecce e palle di fuoco.
Il gioco è composto da una cinquantina di missioni della durata media di circa 10/15 minuti. Nella seconda metà di gioco però gli obiettivi da uccidere si moltiplicano e spesso è necessario rispettare determinate condizioni per portare a termine la missione. Questo non sarebbe un problema se non fosse che in Aragami 2 non esistono checkpoint, un'inspiegabile mancanza che spesso vi costringerà a ripetere intere missione dall'inizio, con tutti i nemici tornati magicamente al loro posto.
Il monte-ore totale è destinato a salire non di poco anche nel caso vogliate razziare tutte le monete e i tesori nascosti, che potrete anche accumulare all'infinito ripetendo quante volte volete gli stage già portati a termine... magari per migliorare il vostro tempo e far vedere al mondo quanto siete bravi.
Completa il quadro un comparto tecnico che probabilmente non avrebbe faticato a girare anche su PS3 e Xbox 360 e che non si avvantaggia più di tanto degli hardware new-gen. Su Xbox Series X il gioco gira senza il minimo problema, ma saremmo rimasti sorpresi del contrario visto lo scarso livello di dettaglio degli scenari. Ovviamente nessuno si aspettava un nuovo metro di paragone per la qualità grafica, ma francamente neanche un livello così mediocre. Rimane comunque un gioco low-profile che garantisce sporadici momenti divertenti, ma che al tempo stesso rimane ben lontano dalla maturità che gli stealth game moderni dovrebbero avere.