L'arte e la bellezza della fotografia videoludica - articolo
Fotografare con gioia.
Sapevate che nel 2015 sono morte molte più persone mentre facevano un selfie rispetto a quante siano state uccise da un attacco mortale di uno squalo? Non so precisamente quante persone muoiano solitamente ogni anno a causa di uno squalo e questa settimana ho già perso abbastanza tempo su Google per preoccuparmi di scoprirlo, ma la notizia potrebbe andare bene per una impertinente testata scandalistica o come aneddoto da bar, perciò possiamo permetterci di non approfondire ulteriormente la questione. Come un baby boomer (una persona nata tra il 1945 e il 1964 NdT) arrabbiato e solo, che si ritrova nella sezione dei commenti del Daily Mail, sarei stato tentato di giudicare le sfortunate vittime della statistica, se non per il fatto che, all'inizio di questa settimana, sono caduto da un albero mentre cercavo di fotografare delle uova di uccello.
Zelda: Breath of the Wild è un gioco fatto di bellezze caleidoscopiche e diversivi, ma niente mi ha preso con così tanta forza come lo ha fatto il compendio di Hyrule, un'enciclopedia che Link deve riempire con fotografie di ogni diversa creatura, nemico, fiore, frutto, arma e forziere presente in gioco. Tutto ciò ha sicuramente il fascino tipico dell'album di figurine: fotografali tutti! È però presente anche una componente creativa nell'impresa: l'immagine precisa che scatteremo al cavallo, al fungo o alla zappa sarà quella che poi verrà aggiunta al compendio. In questo modo, il gioco non fa appello solo ai completisti, ma anche ai perfezionisti. Adesso infatti, quando mi trovo ad affrontare un qualsiasi mostro di Hyrule, il mio primo pensiero non è "quale spada dovrò usare", ma piuttosto "in quale punto della mappa mi conviene attirare la bestia per sfruttare al meglio l'illuminazione?". Nel 2017, per quanto mi riguarda, sono morti molti più Link nel tentativo di acquisire delle immagini per il compendio di quelli che hanno avuto un incontro mortale con uno squalo (e non soltanto perché gli squali in Hyrule sono chiacchieroni, affascinanti e gentili).
Il trucchetto di rendere la fotografia digitale un meccanismo interno ai videogiochi è diventato sempre più di moda da quando Pokémon Snap ci ha chiesto per la prima volta di scattare foto di un Charmander mentre attraversavamo la campagna sulle montagne russe. Una delle migliori aggiunte di Nintendo al recente remake di Dragon Quest VIII per console portatile, ad esempio, è il personaggio Camera Obscura che ci incarica di scattare foto durante il nostro viaggio. Piuttosto che limitarci a scattare immagini di mostri per riempire un'enciclopedia, ci viene richiesto di fotografarli durante specifiche animazioni. Obscura ci incoraggerà anche a scattare foto di luoghi di particolare interesse, statue e strutture architettoniche e saremo lautamente premiati per farlo.
Final Fantasy XV fa un passo ulteriore, tanto da avere, per la prima volta nella serie, un fotografo semi-professionista come compagno della nostra esperienza di gioco. Prompto, affetto da iperattività, scatta casualmente selfie e foto di paesaggi durante il corso della nostra avventura. Così come il personaggio migliora nel combattimento, allo stesso modo migliora nel regolare l'esposizione, la composizione e le inquadrature dei propri scatti. Nel gioco potremo prendere degli incarichi come freelancer per un magazine di fotografia e il rullino d'immagini digitali scattate da Prompto ci mostrerà dei commoventi ricordi del viaggio.
La possibilità di scattare meravigliosi screenshot nei giochi si è ampliata significativamente nell'ultimo decennio. Quando ho iniziato a recensirli, sarei stato costretto a guidare per ore per raggiungere gli uffici della rivista in modo da poter utilizzare il costoso kit necessario per fare gli screen dei titoli per console (un PC con un esigente, quanto misterioso percorso di cavi, che con un tocco della barra spaziatrice, poteva fermare il frame con tutto quello che si vedeva sullo schermo della PlayStation 2). Ai bei vecchi tempi delle riviste di videogiochi veniva utilizzata una vera fotocamera reflex, spesso collegata ad un cono oscurato che si estendeva tra il suo obiettivo e il bordo della televisione. Nient'altro. Adesso invece PlayStation 4 e Nintendo Switch sono dotati di pulsanti appositi per acquisire immagini dello schermo che consentono a chiunque di catturare un tramonto digitale, la formazione delle nuvole o esplosive mosse speciali, dando anche la possibilità di stamparli e appenderli alla parete, se lo si desidera.
Sono nate tantissime comunità intorno ad alcuni giochi come ad esempio Uncharted 4, in cui le persone competono e collaborano per catturare le immagini più vivide del titolo. Da quando è uscita la nuova patch di No Man's Sky, la mia home dei social network è stata invasa da malinconiche immagini di pianeti che si stagliano su cieli rossi o di astronavi incorniciate da coloratissimi fenomeni galattici. Addirittura, alcuni fotografi ditigali come Duncan Harris, che una volta scriveva per la rivista Edge, sono diventati fotografi digitali professionisti, e Harris arriva addirittura a toccare i codici dei motori di gioco per creare lo screenshot perfetto (nel suo recente libro The Bitmap Brothers: Universe, Harris ha introdotto alcune tecniche per riprodurre la bellezza dei vecchi giochi, quando li si giocava sui televisori a tubo catodico).
Molti sviluppatori ora includono nei loro giochi strumenti accessibili per acquisire immagini dall'aspetto professionale. In Gravity Rush 2 ad esempio, una nuova lussuosa modalità foto ci consente di mettere in posa la protagonista Kat in una grande varietà di posizioni complesse ovunque si riesca ad immaginare una possibile scena. Un treppiede virtuale permette ai giocatori di posizionare la camera di fronte al personaggio e persino di aggiungere elementi allo scenario tramite un menu ben fornito per integrare dettagli e abbellimenti. Con un click di un pulsante potrete, ad esempio, far cadere una pianta in vaso o una manciata di meloni sul pavimento.
Firewatch invece utilizza un approccio più anacronistico, limitando il numero di scatti che si possono effettuare nel corso del gioco e rimuovendo qualsiasi strumento che ci consentirebbe di controllare come sono venute le foto, simili a vecchie Polaroid. Questo metodo si è scoperto essere non meno efficace nel contesto della fotografia videoludica. Migliaia di persone hanno infatti ordinato una copia fisica dei loro scatti utilizzando un semplice strumento inserito dopo i titoli di coda. Noi siamo i turisti di ogni terra straniera del videogioco e i ricordi che abbiamo impresso sulla "pellicola" sono potenti e reali tanto quanto lo sono quelli di qualsiasi viaggio reale. Il desiderio di catturare i momenti più significativi per i posteri è naturale e, sempre più spesso nei videogiochi, soddisfatto con grande abilità.