Assassin's Creed III: Liberation - review
Sono una donna, non una santa.
Al di fuori del mercato per PC e console casalinghe, il franchise di Assassin's Creed non è masi stato capace di brillare di luce propria. Molti di voi ricorderanno Bloodlines per PSP così come i vari capitoli apparsi su dispositivi iOS e Android, una serie di titoli indubbiamente divertenti ma allo stesso tempo lontani anni luce da quegli standard qualitativi che hanno da sempre caratterizzato le "sorelle" maggiori.
Certo, bisogna ammettere che riuscire ad adattare un action game di questo calibro e dichiaratamente votato alla cinematograficità in un hardware tecnologicamente inferiore non è una sfida così scontata, nemmeno quando il colosso in causa risponde al nome di Ubisoft. In concomitanza con l'uscita del terzo capitolo principale, tuttavia, la sfida ai dispositivi portatili può finalmente dichiararsi vinta.
Eccoci dunque a parlare di Assassin's Creed III: Liberation, capitolo esclusivo del multimilionario franchise di casa Ubisoft appannaggio dell'utenza di PS Vita. Mettiamo subito in chiaro una cosa: il gioco è tutto tranne che una versione "snellita" di Assassin's Creed o un distillato dei principali paradigmi action della saga, portati all'occorrenza in una piattaforma di gioco "inferiore". Liberation è Assassin's Creed al 100%, con in più tutti i vantaggi legati all'esperienza portatile.
Gli eventi narrati si snodano nel lontano 1765, a cavallo della guerra Franco-Indiana e della Rivoluzione Americana. Fare gli onori di casa sarà compito di Aveline de Grandpré, una giovane dalle origini franco-africane introdotta all'Ordine da Agatè, uno schiavo sfuggito alla sorte infausta diventato poi il suo mentore.
Cresciuta nella Louisiana del sud, alla vita di agi e comodità offerta dal padre preferisce la lotta contro i soprusi e gli oppressori. Ancora in tenera età, infatti, la giovane vive in prima persona l'occupazione della propria terra ad opera dei coloni spagnoli, che ridussero il popolo in schiavitù e la allontanarono dalla madre. Aveline intraprende dunque la strada della lotta, sfruttando non solo agilità e abilità nel combattimento, ma alcune caratteristiche inedite per la confraternita degli Assassini: la femminilità e un capiente guardaroba.
"Il sistema di travestimento è una delle prime novità di spicco in cui ci si imbatte nei primi minuti di gioco"
Il sistema di travestimento è una delle prime novità di spicco in cui ci si imbatte nei minuti iniziali di gioco. Aveline può contare su tre distinte tipologie di vesti che, se indossate, le conferiscono particolari abilità. Nei panni della nobildonna sarà in grado di corteggiare gentiluomini o ufficiali, individuabili da un'icona a forma di cuore sopra il capo, e di corrompere gruppetti di guardie ai posti di blocco garantendosi in questo modo l'accesso a zone "esclusive".
L'eleganza tuttavia ha un prezzo, e in questi frangenti Aveline non potrà dare mostra dell'atletismo tipico dell'assassino. D'altro canto, anche nel caso degli omicidi tali abiti fanno sì che la notorietà cresca più lentamente. È importante ricordare che, sotto queste spoglie, le uniche armi equipaggiante saranno l'immancabile lama celata e, dal terzo atto, una pistola parasole.
Nei panni di schiava Aveline riguadagna parte della propria agilità e un affilato machete, riuscendo allo stesso tempo a confondersi meglio tra la gente di New Orleans e dintorni. Far perdere le proprie tracce diventa più abbordabile, anche se la notorietà è destinata a crescere più rapidamente nel caso di comportamenti illegali.
L'abito da Assassina, infine, permette di muoversi al massimo delle abilità. Tornano arrampicata, corsa acrobatica, borseggio e tutte le tecniche adoperate da Altair e soci, a fianco dell'intero arsenale bellico in possesso (espandibile investendo sonanti monete nelle armerie o al mercato nero). Muoversi per New Orleans con le vesti dell'Ordine sarà però deleterio per l'anonimato, poiché faranno salire ad 1 il livello di notorietà.
"L'avventura si articola su 8 sequenze composte da sei missioni principali e un nugolo di lavoretti secondari"
Qualora quest'ultima dovesse salire troppo rapidamente, il cambio d'abito non rappresenta l'unica soluzione per un basso profilo. Strappare gli appositi manifesti fa scemare la notorietà della schiava, mentre eliminare testimoni o magistrati permette alla nobildonna o all'assassina di muoversi con più libertà.
L'avventura di Assassin's Creed III: Liberation si articola su 8 sequenze composte da sei missioni principali e un nugolo di lavoretti secondari, che condurranno l'eroina da New Orleans alle paludi circostanti, passando per delle suggestive rovine Maya. Questi ultimi, facoltativi come da tradizione, sono a loro volta suddivisi in quattro filoni (Liberazione, Donna d'affari, Pirati e Febbre della Louisiana) e permetteranno, se portati a termine, di aumentare gli introiti di casa de Grandpré guadagnando alo stesso tempo preziosi alleati.
Tutto ciò gioca chiaramente a vantaggio della longevità, che vanta una ragguardevole durata di circa 15 ore nel solo playthrough base e che, per i perfezionisti, sarà inevitabilmente destinata a lievitare. E se a tutto questo aggiungiamo gli immancabili oggetti da collezione, disseminati con malizia nei punti meno accessibili delle varie location di gioco, il tempo necessario al perfect score rischia per lo meno di raddoppiarsi. Se il vostro obiettivo è infatti stanare tutte le pagine del diario della madre di Aveline, le uova di alligatore della palude e le statuette maya, fareste bene a cancellare gran parte degli impegni della prossima settimana.
Paragonate a quelle dei capitoli principali, le missioni di Assassin's Creed III: Liberation appaiono più abbordabili e, in termini quantitativi, più brevi e articolate in sotto-missioni. Considerando la piattaforma di riferimento e l'intrinseco target portatile, la scelta intrapresa dal team di sviluppo è quanto mai condivisibile. Concludere ogni missione non obbligherà il giocatore a sessioni troppo prolungate, rendendo l'esperienza appetibile e appagante anche per partite saltuarie o di breve durata.
"Le missioni appaiono più abbordabili, più brevi e articolate in sotto-missioni"
Ciascuna di esse offre al giocatore un set variabile di obiettivi secondari che, se raggiunti, permettono la celebre sincronizzazione totale. Tali specifiche richiedono in genere di non essere individuati per l'intera durata della missione, di muoversi senza uccidere avversari o di effettuare un preciso numero, ad esempio, di doppie uccisioni aeree o omicidi con moschetto.
Parlando di gameplay, è difficile non apprezzare l'ottimo lavoro d'integrazione svolto dai team di Ubisoft Montreal e Sofia per adattare gran parte delle meccaniche di AC3 a questo spin-off portatile. Touchpad posteriore e anteriore giocano un ruolo tutto tranne che secondario, e permettono di muoversi con agilità tra menu e inventario o, nei frangenti offensivi, di selezionare il bersaglio preferito con un semplice tap.
Navigare nel menu di gestione delle armi o nella mappa di gioco sono operazioni immediate e naturali, e grazie all'interfaccia touch frontale non richiedono di utilizzare i classici pulsanti Start/Select. Il pad posteriore, dal canto proprio, è utilizzato per altre azioni contestuali, come il remare le barche nella palude o l'apertura di specifiche missive.
Brutalità e uccisioni violente, a quanto pare, non spaventano la nostra giovane protagonista. Aveline, come i suoi illustri predecessori, è particolarmente attratta dai combattimenti melee e si trova a proprio agio con lame celate, sciabole francesi, enormi machete da schiavo e la nuova cerbottana. Così come l'attacco, il rinnovato sistema di contrattacco è fondamentale quando la contingenza nemica si fa sentire. La pressione del tasto cerchio permette di parare il colpo in arrivo e allo stesso tempo di spintonare il nemico al suolo, dove finirlo istantaneamente. Premendo tempestivamente quadrato dopo la parata daremo il via ad un contrattacco letale, ideale per sfoltire rapidamente qualsiasi eventuale gruppetto di aggressori.
"Brutalità e uccisioni violente, a quanto pare, non spaventano la nostra giovane protagonista"
Qualora due nemici ci attaccassero all'unisono o fossero comunque in posizioni ravvicinate, sarà possibile eliminarli in un colpo con una contromossa altamente coreografica. Non bastasse, sarà possibile effettuare delle instant kill una volta riempita un'apposita barra. Attivata l'opzione e selezionati i bersagli con un semplice tap, potremo assistere ad una cut scene estremamente violenta e spettacolare, terminata la quale i malcapitati giaceranno ai nostri piedi.
Altre interessanti novità provengono direttamente da AC3. Aveline può effettuare esecuzioni dagli angoli, appostandosi preventivamente dietro la copertura e premendo il pulsante d'attacco non appena il nemico è a portata di lama. Non solo: qualora dovesse trovarsi faccia a faccia con la canna dei moschetti avversari, l'assassina potrà afferrare un avversario ferito e usarlo come scudo umano (tenendo premuto il tasto X), eliminando poi i membri del plotone bloccati dai lunghi tempi di ricarica dell'arma.
La controparte esplorativa non si discosta da quanto visto nelle versioni casalinghe, con una protagonista estremamente agile che si arrampica con naturalezza su edifici, alberi e immancabili punti di osservazione. Causa le dimensioni ridotte dello schermo, tali sezioni appaiono alle volte un po' imprecise (specie nella palude di New Orleans) e finiscono per indurre all'errore il giocatore nei salti più delicati. Trattasi comunque di un neo trascurabile all'interno di un sistema di gioco immediato e ben collaudato.
"Aveline potrà investire il proprio denaro nella ristrutturazione di guardaroba e di una serie di negozi "
Altro marchio di fabbrica del franchise di Ubisoft è la presenza di una componente microgestionale delle risorse cittadine. In Assassin's Creed III: Liberation, Aveline potrà investire il proprio denaro nella ristrutturazione di guardaroba (sempre di una fanciulla stiamo parlando) fondamentali per velocizzare i cambi d'abito, e di una serie di negozi (armerie, sarti) da cui acquistare vari gingilli, da quelli più funzionali ad altri meramente estetici.
Direttamente dalla scrivania del covo, la fanciulla potrà inoltre gestire il traffico portuale da New Orleans verso altre città, acquistando e vendendo merci con le quali capitalizzare ulteriore liquidità. Certo, bisognerà investire in navi e fronteggiare ostacoli quali tempeste, maremoti e pirati, ma con un minimo di attenzione il guadagno è pressoché garantito.
A fianco di questa corposa modalità per giocatore singolo non poteva certo mancare un impianto multiplayer progettato appositamente per l'utenza Vita. La modalità multi di Assassin's Creed III: Liberation si discosta completamente da quella di AC3 e predecessori, offrendo una battaglia tattica che, per certi versi, rappresenta l'evoluzione del meccanismo di gestione degli Assassini sperimentato in Brotherhood.
Si seleziona lo schieramento preferito (Abstergo o Assassini), si recluta il personale analizzando le skill di ciascun personaggio, e ci si immerge in una "guerra globale" tra fazioni. Sarà possibile scambiare risorse utili con i propri alleati, allenare il proprio "esercito" e pianificare un attacco letale verso gli avamposti nemici.
"Non poteva mancare un impianto multiplayer progettato appositamente per l'utenza di PlayStation Vita"
La penuria di giocatori connessi durante la nostra prova, purtroppo, non ci ha permesso di valutare con precisione parametri quali matchmaking e stabilità della connessione. Tuttavia ci ha particolarmente colpito l'integrazione del multi col sistema Near di Vita che, una volta abilitata la funzione di rilevamento della posizione, permette di utilizzare come base del nostro schieramento la città in cui effettivamente ci troviamo.
Assassin's Creed III: Liberation vanta inoltre una funzionalità cross-play che interagisce direttamente con la versione casalinga di Assassin's Creed III per PS3. Sarà così possibile sbloccare nuove armi, skin speciali e altri interessanti upgrade nelle avventure di Aveline e Connor, sfruttando il sistema integrato uPlay.
L'ultimo paragrafo di questa lunga recensione è dedicato al comparto tecnologico, che nonostante un aliasing a tratti evidente si assicura un meritatissimo seggio nell'Olimpo dei titoli per Vita. La modellazione dei personaggi è encomiabile, con una cura del dettaglio ravvisabile in ogni pixel dello schermo della portatile di Sony e un parco animazioni fluidissime e precise. Applausi scroscianti vanno poi alla realizzazione delle location, New Orleans in primis, ariose da perdersi all'orizzonte pur preservando una particolarizzazione invidiabile.
È impossibile trascurare la presenza di fenomeni di pop-up, con soldati che appaiono all'improvviso per formare un inaspettato posto di blocco, piccole compenetrazioni tra modelli o rari cali del frame rate (generalmente stabile come una roccia) quando la presenza dei personaggi sullo schermo è maggiore. Nulla però capace di pregiudicare una promozione completa e meritata. Con Assassin's Creed III: Liberation, Ubisoft ha sfruttato al meglio le potenzialità tecnologiche di Vita, creando un'esperienza portatile a tutto tondo, profonda e impressionante nei suoi scorci visivi.
"Siamo davvero di fronte alla prima vera killer app per PlayStation Vita"
La localizzazione completa in Italiano è soltanto l'ultimo pregio di un titolo che, senza mezzi termini, si candida a grandi passi all'eccellenza. Assassin's Creed III: Liberation è la classica esclusiva di lusso per la piccolina di casa Sony, il centro quasi perfetto dopo i numerosi mezzi passi falsi nell'universo portatile.
I fedelissimi della serie potrebbero criticare un eccessivo distacco dai canoni narrativi del brand, da sempre legato alla figura di Desmond e qui totalmente assente, o una semplificazione così significativa da rendere troppo agevole la missione di liberazione di Aveline.
Ma considerando Assassin's Creed III: Liberation per quello che effettivamente è, ossia un eccellente spin-off di Assassin's Creed che ne mantiene inalterate gran parte delle meccaniche e delle caratteristiche principali, contestualizzando il tutto in una dimensione portatile sino ad ora sempre troppo stretta, è impossibile non accogliere nel migliore dei modi l'ultimogenito di casa Ubisoft. Dopo svariati mesi di digiuno, siamo davvero di fronte alla prima vera "killer app" per PlayStation Vita.