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Penny-Punching Princess - recensione

Ogni drago ha il suo prezzo.

Penny-Punching Princess è un Acrtion RPG per Nintendo Switch e PlayStation Vita con un sistema di combattimento originale. Il denaro è la vera fonte di potere, e se un nemico è troppo forte lo puoi sempre corrompere.

Nell'immaginario universale i draghi sono considerati da sempre le creature leggendarie più feroci e temibili. Gigantesche bestie alate che dominano i cieli, pronte a portare morte e distruzione con le loro zanne aguzze e il loro alito infuocato. Ma per quanto affilate siano le dentature, per quanto ustionante sia la saliva, nessun drago potrà mai essere pericoloso quanto la famiglia dei Dragoloan di Penny-Punching Princess. Perché i Dragoloan, se vogliono annientarti, ti fanno firmare cambiali.

I soldi non portano la felicità. Ma se sei un re e hai le casse vuote non basta certo la buona volontà per mandare avanti il tuo regno. Qualche investimento sbagliato, un prestito con tassi di interesse troppo alti ed ecco che in poco tempo la cosca dei draghi usurai ti porta via tutto, castello compreso. Cose che capitano se nel tuo piccolo mondo fantasy l'avvento del capitalismo ha sbilanciato completamente la scala dei valori. Gli eroi hanno lasciato spazio ai commercialisti, le spade sono state soppiantate dalle calcolatrici, forza e coraggio non aprono più nessuna porta. La vera fonte di potere, ora, è il denaro.

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Dieci anni dopo la bancarotta del padre, la principessa protagonista di Penny-Punching Princess decide di tornare in patria per riprendersi le sue terre. I loschi affari dei Dragoloan hanno condotto l'intero regno alla rovina ed è arrivato il momento, finalmente, di vendicare i torti subiti dalla sua famiglia. Per fare ciò la principessa avrà bisogno di ogni singolo centesimo che troverà lungo il cammino, perché solo combattendo ad armi pari può avere una qualche speranza di abbattere una volta per tutte l'associazione a delinquere più potente del reame.

Le originali premesse di questo Action RPG bidimensionale si riflettono in modo assai interessante sulle meccaniche di gioco, in particolare sul sistema di combattimento. La principessa di base può sferrare attacchi più o meno potenti ma ci accorgiamo ben presto che i nostri pugni possono ben poco contro le ondate di mostri che ci assalgono nei vari livelli. Per fortuna abbiamo un'arma segreta, ovvero una calcolatrice che ci permette di sfruttare a nostro vantaggio il denaro raccolto nel campo di battaglia.

Ogni nemico sconfitto rilascia un'abbondante pioggia di monetine. Non appena abbiamo fatto su un gruzzoletto, premendo il dorsale sinistro facciamo apparire su schermo la calcolatrice. Allo stesso tempo su tutti i nemici e sulle trappole presenti nel nostro campo visivo compare un tagliandino con il prezzo. Dovreste aver già capito qual è il prossimo passo: digitando sulla calcolatrice il prezzo del mostro che ci interessa e selezionando successivamente tale mostro, possiamo corromperlo. Non importa quanto forte sia, se abbiamo denaro a sufficienza ce lo possiamo fare amico. Stessa cosa vale, ovviamente, per le trappole.

Corrompiamo una sega circolare per far fuori in velocità i due cavalieri sulla sinistra, o conserviamo i soldi per acquistare una nuova armatura?

Corrompendo un nemico lo eliminiamo dal campo di battaglia, in questo modo abbiamo uno sgherro dei Dragoloan in meno da pestare. Passare una mazzetta ad un avversario ci garantisce comunque anche altri vantaggi. Il mostro corrotto viene infatti assorbito dalla principessa, che può poi evocarlo come attacco speciale un numero limitato di volte. Per esempio, dopo aver speso una bella somma per conquistare le grazie di un drago rosso sputafuoco, basta premere il tasto X per scateare l'ira della bestia contro i suoi ex colleghi.

Si tratta sicuramente di un sistema di combattimento diverso dal solito. Può apparire un po' caotico durante le fasi iniziali del gioco e ad essere onesti parte di questo caos perdura fino alla fine. I livelli sono pieni zeppi di nemici, le trappole mortali sono posizionate in ogni angolo della mappa e per poter gestire il tutto senza fare una brutta fine bisogna essere un minimo portati per il multitasking. Il gioco infatti non si ferma quando attiviamo la calcolatrice e un attimo di incertezza nel digitare la cifra o nel selezionare l'elemento da corrompere può causarci parecchi danni. Ma quando prendiamo confidenza con questo meccanismo, quando impariamo a leggere con maggior chiarezza quello che avviene su schermo, le battaglie si rivelano essere più strategiche e soddisfacenti di quanto avessimo immaginato in partenza.

Penny-Punching Princess è nato per girare su una console con touch screen, per questo dà il meglio di sé su Switch in modalità portatile. I tasti della calcolatrice infatti vanno digitati direttamente su schermo, e anche la selezione del nemico da corrompere avviene tramite un tocco di polpastrello. Inoltre, quando un mostro è KO possiamo picchiattare col dito su di esso per tirargli fuori monete extra dalle tasche. Questo sistema di controllo ibrido applicato al gameplay particolare richiede un po' di tempo per essere assimilato, ma dopo qualche ora ci rendiamo conto che questo è uno dei titoli per Switch che meglio integrano il touch screen.

Isabella è il secondo personaggio giocabile che sblocchiamo a circa un terzo del gioco. Sebastian invece è il maggiordomo coleottero della principessa.

Inserendo la console nel dock le cose cambiano drasticamente. Sebbene alcuni passaggi siano stati automatizzati, i comandi tramite joypad non sono per niente intuitivi. Col salire della difficoltà degli scontri abbiamo dovuto abbandonare completamente l'idea di giocare sulla TV. Per farvi capire, sia in modalità fissa che in portatile usiamo la levetta analogica sinistra per muovere il personaggio. In portatile possiamo continuare a correre e scappare via dai nemici mentre digitiamo una cifra sulla calcolatrice. In TV, invece, il pollice sinistro deve passare dalla levetta alla croce direzionale sottostante per selezionare i numeri del tastierino. Così facendo, non possiamo muovere la principessa mentre inseriamo una cifra nel gioco..

Se è vero che il denaro ci spiana la strada verso la meta, per non soccombere al primo placcaggio occorre però preoccuparsi dello sviluppo della principessa (e di un secondo personaggio che viene sbloccato a gioco inoltrato). Nei livelli troveremo delle statue di Zenigami, il dio del denaro dalle sembianze feline. Ad ogni statua corrisponde un punto abilità da poter utilizzare per poter accrescere i soliti parametri da GDR: HP, difesa, attacco... Inoltre al castello possiamo costruire altre statue e armature proprio grazie a tutti i nemici che abbiamo corrotto e che ora abitano nel nostro borgo. Sono delle vere e proprie ricette, per esempio con tot draghi, tot goblin e tot martelli chiodati otteniamo una statua che ci conferisce 4 punti abilità.

Lo crescita dei personaggi è piuttosto lenta. Non basandosi sull'esperienza ma solamente sui mostri acquistati e sul denaro in nostro possesso, siamo dovuti tornare più volte nei livelli già completati in cerca di un particolare nemico o semplicemente per far su un po' di denaro. La sensazione è quella di fare del vero e proprio farming, e data la difficoltà del titolo siamo stati costretti a prenderci più di qualche pausa dall'avventura per potenziare la principessa in vista delle sfide successive. In questo modo il gioco dura sicuramente di più, ma allo stesso tempo va ad intensificare uno dei suoi maggiori difetti, ovvero la ripetitività.

Spesso è molto più utile corrompere una trappola piuttosto di un nemico. Si risparmia denaro e se attivata al momento opportuno possono infliggere parecchi danni.

L'avventura è infatti strutturata a missioni, e ogni missione prevede semplicemente l'esplorazione di un dungeon dal design poco ispirato pieno zeppo di creature ostili. Anzi, data la linearità di questi livelli sarebbe addirittura scorretto parlare di esplorazione, ci si limita ad aprire qualche scrigno contenente le statue di Zenigami. Anche la trama viene appena accennata durante i brevi dialoghi che aprono ogni missione. Il tono è leggero e scherzoso, ma il comparto narrativo si limita a strappare qualche sorriso al giocatore, niente di più.

Graficamente il titolo non ci ha convinti appieno. Proprio l'eccessiva linearità dei dungeon rende il gioco piatto e monotono, e il buon character design viene in parte penalizzato dall'aspetto generale. Oltretutto sono parecchio frequenti i cali di frame rate durante le fasi più caotiche.

Il focus, quindi, è posto tutto sul gameplay. Che senza dubbio funziona, è frenetico ma non del tutto ignorante. La difficoltà elevata ci costringe spesso a pianificare al meglio le nostre mosse e la soddisfazione al termine di uno scontro impegnativo è sempre palpabile. Mancano però tutti quegli elementi di contorno tipici dei giochi di ruolo. Avremmo voluto vedere una storia più elaborata, ambientazioni più varie, possibilmente delle side quest. Insomma, ci sarebbe piaciuto vivere un'avventura di più ampio respiro.

Penny-Punching Princess a conti fatti è più simile ad un dungeon crawler che a un GDR puro. Chi si farà catturare dall'originale meccanismo della calcolatrice potrà divertirsi per 20-25 ore senza percepire eccessivamente la ripetitività di fondo, ma senza gli stimoli adeguati altri giocatori potrebbero stancarsi prima. Il nostro giudizio vuole premiare le idee e le intenzioni, ma visto il prezzo di 40€ non ce la sentiamo di consigliare l'acquisto ad occhi chiusi. Perché è vero che i soldi non portano la felicità, ma se spendiamo 40€ per qualcosa che ci piace davvero siamo tutti più felici.

6 / 10
Avatar di Ugo Ottolenghi
Ugo Ottolenghi: Ha trascorso metà della sua vita sui libri, l'altra metà davanti ad una macchina da espresso. La sua grande passione però rimangono i videogiochi, su cui vorrebbe scrivere libri sorseggiando caffè.

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Penny Punching Princess

Nintendo Switch

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