For The King - recensione
Un RPG al gusto di gioco da tavolo.
Il genere RPG è probabilmente uno dei più ibridati in assoluto; le sue meccaniche si sposano bene con il medium videoludico in generale (progressione, skill, abilità, profondità tematica) e qui, probabilmente, risiede la ragione del suo successo e della sua popolarità. Anche il genere, decisamente minore, dei boardgame virtuali sta vivendo un buon periodo: titoli come Armello, Antihero e Through The Ages hanno portato questo tipo di giochi a un pubblico più vasto del solito, trainati dall'ondata revival che sta attraversando il settore dei giochi di società fisici.
For The King è un titolo che si posiziona esattamente nel punto d'incontro di questi due generi, portando il classico 'adventuring' RPG su una plancia a esagoni (quindi a movimenti a turni), concentrandosi sui combattimenti e offrendo una peculiare struttura di gioco piegata alle dinamiche cooperative.
Il gioco inizia abbozzando una storia abbastanza banale che comprende la solita minaccia totale globale su un regno di fantasia e sui suoi governanti. Il chaos, non meglio definito se non con una serie di nomi minacciosi e locazioni potenzialmente pericolose, è il vostro nemico principale e va sconfitto principalmente completando quest che si recuperano sulla mappa e si raggiungono sempre procedendo sulla mappa. Oltre alla campagna principale For The King offre anche altre due campagne minori con obiettivi relativamente più semplici.
Il gruppo che controllate è composto da tre personaggi che sceglierete tra sei classi (di cui due da sbloccare) che ripercorrono lo schema classico degli RPG: guerrieri, maghi, arcieri affiancati da classi più dedite al supporto (buff e debuff) e alla cura. Il controllo sull'aspetto estetico è piuttosto limitato come lo sono le altre opzioni di personalizzazione; poco male, visto che durante il gioco avrete ampie possibilità di personalizzare e far crescere i vostri personaggi in abbondanza, soprattutto attraverso il loot.
Il movimento sulla mappa è peculiare. Innanzitutto si nota subito che il gruppo non si muove all'unisono, ma ogni personaggio ha un suo turno. Questo vuol dire che la separazione dei personaggi è inserita in maniera organica nel gioco; ma non solo, For The King ha una forte anima cooperativa che ne fa probabilmente la caratteristica più interessante del gioco. Ad ogni modo, i personaggi si muovono a turni e, a seconda del tiro del dado, hanno più o meno punti movimento. La mappa stessa è molto dinamica, con imprevisti di tutti i tipi, mostri erranti e incontri vari. Tutto in For The King è basato sulla probabilità e anche gli eventi presentano sempre numericamente le chance di ogni risultato.
I combattimenti avvengono in una schermata che rappresenta in 3d i modelli dei contendenti. Al giocatore spetta scegliere, seguendo la linea delle attivazioni nei turni, quali azioni compiere con ogni singolo personaggio, in modo molto simile a come sono strutturati i giochi del genere JRPG. Ogni personaggio può attaccare, tentare un colpo critico, fuggire o usare gli oggetti nel proprio inventario. Anche qui tutto è basato sulle probabilità e starà al vostro acume tattico selezionare gli attacchi e i bersagli per massimizzare i danni inferti e minimizzare quelli subiti.
Ogni tiro di dado può essere facilitato dall'uso del focus. Ogni azione necessita infatti di un certo numero di successi al tiro e ogni punto focus speso garantisce un successo immediato (senza necessità di generazione casuale). Le riserve di focus sono ovviamente limitate e rigenerabili solo attraverso il riposo. Il riposo puo' avvenire attraverso l'uso di accampamenti improvvisati (sempre disponibili) o di più confortevoli (e costosi) pernottamenti in un villaggio o castello.
Il numero di 'revive' è limitato (si ottengono completando specifiche missioni) e la mappa di gioco si fa sempre più pericolosa necessitando così che il vostro gruppo cresca costantemente. La natura roguelike di For The King è un altro degli ingredienti principali del gioco, potenziata dalla generazione casuale della mappa.
For The King mette l'accento sulla tattica nel suo gameplay e la metà del tempo vi troverete a rifletterete su come portare a termine una serie di combattimenti o su quali particolari incontri concentrarvi. Focus e riposo diventano presto risorse preziosissime (perché scarse) e l'intera esperienza assume i toni di un interessante puzzle continuamente in movimento.
Sul lato dei valori di produzione, For The King si segnala per una grafica particolare, anzi unica. La palette pastello abbinata a modelli 3d animati con ragdoll molto dettagliati dà vita a scene di combattimento uniche estremamente divertenti. Ma è tutto lo stile di For The King a essere curato e realizzato con un dettaglio non comune e con una continuità tematica impressionante. Ogni singolo oggetto è stato realizzato in 3d e può essere indossato e/o usato dai personaggi; l'intera rappresentazione ha poi anche una patina di scanzonata giocosità che non sconfina mai nell'infantile ma che invece assicura una originalità di stile che piacerà soprattutto a chi ama gli approcci non convenzionali. Se invece siete dei puristi che amano il realismo o le rappresentazioni estetiche classiche potreste avere qualche problema a immedesimarvi nello stile di For The King.
Una nota di merito speciale va alle animazioni che sono molto dettagliate e spettacolari, soprattutto nei combattimenti più violenti. Gli effetti sonori sono nella media, mentre la musica è particolarmente tematica anche se un po' ripetitiva.
Il gameplay di For The King dà il meglio di sé in multiplayer (online). In questa modalità, infatti, vi troverete costantemente a coordinare mosse e sforzi con i vostri compagni di avventura; la mappa di gioco, nella sua estrema dinamicità, offre costantemente nuove sfide che richiedono ai giocatori di dividersi, raggrupparsi, coordinarsi e in generale gestire i compiti come una squadra. Questo aspetto si perde in modalità singola e, anzi, diventa quasi un fastidio visto che muovere il gruppo insieme diviene un'attività tediosa, pur mantenendo il gameplay interessante.
For The King è insomma un titolo originale, interessante, divertente che fa sfoggio di una grafica particolare e artisticamente sorprendente. La modalità multiplayer valorizza al massimo le idee degli sviluppatori, mentre quella singola è più che altro un adattamento che ha un sapore molto meno unico, esattamente come giocare un boardgame da soli. Considerate il voto finale in relazione alla modalità cooperativa multiplayer, mentre se giocate da soli potete tranquillamente togliere un punto.