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Unforeseen Incidents - recensione

Un grande ritorno al passato.

Quello delle avventure grafiche è un genere in lento declino, ormai tenuto in vita solo da studi indipendenti e case di sviluppo dal cuore d'oro. I punta-e-clicca old school si sono evoluti in quelle che in molti chiamano "avventure narrative", titoli che però mettono da parte gli enigmi più tosti in favore di una trama scorrevole e coinvolgente. Per coloro che negli anni novanta amavano fondersi le meningi sui titoli Lucas, oggi esce Unforeseen Incidents, un gioco moderno ma che affonda le proprie radici nel passato.

Come da tradizione il protagonista del titolo è un personaggio un po' svampito, una figura che in molti casi serve a catalizzare la comicità di fondo che accomuna molte produzioni di questo genere. Meglio non lasciarsi trarre in inganno però, questa volta il gioco tratta tematiche piuttosto serie e la sua atmosfera è ben lontana da quella degli esilaranti atolli caraibici di Monkey Island o dal rugginoso skyline di Deponia.

Ci troviamo infatti a Yelltown, una cittadina che versa in condizioni critiche a causa del dilagare di una misteriosa epidemia. Il morbo, altamente contagioso e potenzialmente mortale, costringe la maggior parte degli abitanti a rimanere rintanati nelle proprie abitazioni. Quelli che decidono di uscire lo fanno solo per essere trasportati d'urgenza alla base dell'RHC, una corporazione farmaceutica che si sta occupando di circoscrivere il virus e, al contempo, trovare una cura.

Harper abita in una topaia, dorme su un materasso buttato per terra e il suo armadio è un semplice bastone con delle grucce appese. La roba elettronica invece abbonda.

I suoi sforzi al momento sono vani ma per fortuna il professor MacBride, un abile medico in pensione, lavora alacremente nel suo studio per porre rimedio all'inettitudine dell'RHC. La sua ricerca si interrompe quando il trasformatore del portatile decide di guastarsi ed è proprio qui che entriamo in azione noi nei panni del giovane Harper.

Il ragazzo è un abile tuttofare, una specie di MacGyver in versione radioamatore, capace di rimettere in sesto qualsiasi dispositivo meccanico o elettronico usando solo cianfrusaglie trovate in giro. Armato unicamente del suo coltellino svizzero e di una massiccia dose d'inventiva, il protagonista comincia la sua avventura dirigendosi verso il laboratorio del professore senza nemmeno immaginare che, da lì a breve, si troverà invischiato in una misteriosa cospirazione.

La struttura di gioco è la medesima di quelle a cui gli appassionati sono abituati, ma gode di un'interfaccia più moderna. L'interazione con gli elementi a schermo avviene con un singolo tasto e gli oggetti raccolti si posizionano automaticamente nell'inventario a scomparsa nella parte superiore dello schermo. Premendo la barra spaziatrice si possono evidenziare tutti gli hotspot della schermata, una comodità che negli anni '90 si poteva solo sognare.

Cover image for YouTube videoUnforeseen Incidents Trailer 2018 (English)

Unforeseen Incidents propone una curva di difficoltà molto ben calibrata, con enigmi più semplici nei primi capitoli che vanno a complicarsi man mano che si procede con la storia. La loro risoluzione non necessita di un eccessivo pensiero laterale e, seppur alcuni di essi possono risultare abbastanza rognosi, la maggior parte sono piuttosto logici e abbordabili.

Ogni capitolo ha un'ambientazione diversa, con le proprie aree di gioco ben definite e accessibili solo durante la sezione interessata. Questo permette di focalizzarsi meglio sui vari rompicapi, evitando di girare a lungo in zone non coinvolte nella risoluzione e limitando di parecchio la probabilità di cedere alla temuta e immorale pratica del "tutto con tutto".

Abbiamo apprezzato i personaggi, tutti ben scritti e che rimangono facilmente impressi nella memoria. Discorso diverso invece per quanto concerne la deriva hipster del titolo, in alcuni casi talmente marcata da farci storcere un po' il naso. Da un tuttofare appassionato di vetusti apparecchi radio ce lo saremmo aspettato, ma vedere bici a scatto fisso affisse alle pareti come decorazioni ed enigmi legati allo sviluppo di fotografie fatte con una vecchia macchina fotografica (seppur giustificati a livello narrativo) ci sono sembrati riferimenti troppo spudorati.

Per fortuna l'occhio si ritiene soddisfatto, grazie ai fondali e ai personaggi realizzati interamente a mano. Le illustrazioni sono davvero belle e il tratto del disegnatore, ben visibile in ogni momento, aggiunge quel tocco di personalità in più che permette al titolo di distinguersi rispetto alla concorrenza. Apprezzabile anche l'idea di zoommare sui personaggi durante i dialoghi, una scelta che conferisce un taglio più cinematografico alle conversazioni ma che purtroppo abbassa notevolmente la qualità l'immagine.

Gli addetti dell'RHC hanno l'aspetto di inquietanti disinfestatori e le loro intenzioni paiono da subito abbastanza ambigue

Il titolo quindi può dirsi un'avventura grafica moderna davvero riuscita, anche se punteggiata da alcuni piccoli difetti. L'inventario a scomparsa fa a pugni con gli hotspot posizionati in alto, creando situazioni in cui la selezione di specifiche interazioni si fa disagevole. Ogni cambio di schermata inoltre è inframezzato da una videata nera che, considerando il peso dell'applicazione, tende a durare qualche secondo di troppo.

La storia comunque è coinvolgente e ben orchestrata, un thriller dalle tinte più oscure se paragonato agli atri esponenti del genere. Il doppiaggio in inglese è di buon livello, ma se non masticate l'idioma potete stare tranquilli perché è presente una completa e valida traduzione di tutti i testi in italiano.

In conclusione Unforeseen Incidents è un punta-e-clicca capace di fare la felicità di tutti gli appassionati di vecchia data. Anche se tratteggiato con sfumature più dark rispetto ai suoi colleghi, il buon Harper è capace di strapparvi una risata tra la riparazione di un motore a scoppio e l'hackeraggio di un computer d'altri tempi.

8 / 10

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Andrea Forlani

Contributor

Andrea Forlani videogioca da sempre e scrive da parecchio. Il suo ambiente naturale è la sedia davanti al PC e si nutre principalmente di cibo spazzatura. Se importunato, potrebbe difendersi tirandovi contro manciate di dadi da 20.

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