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FIFA 19 (Switch) - recensione

Frankenstein Junior.

Dopo l'ottimo debutto dello scorso anno e la buona prova di FIFA 19 su Xbox One, PS4 e PC, eravamo molto curiosi di vedere come la serie di EA Sports si sarebbe comportata sulla console ibrida di Nintendo. Questo perché, come diceva Caparezza, "il secondo album è sempre il più difficile", soprattutto se come in questo caso il compito è quello di tenere il piede in due scarpe.

A differenza delle "versioni principali" infatti, FIFA 19 su Switch non sfrutta la potenza e la versatilità del Frostbite Engine, il motore di ultima generazione che ha consentito alla simulazione sportiva di introdurre nel gioco elementi innovativi quali il Viaggio, ovvero la storia del calciatore virtuale Alex Hunter, o di trarre beneficio da un calcolo della fisica e un comparto animazioni di primo livello. Per qualche motivo EA non è in grado di replicare lo sforzo di 2K Games che, pur rinunciando a innumerevoli dettagli grafici, ha miniaturizzato tutto NBA 2K per farlo girare all'interno della console ibrida di Nintendo e ha deciso di utilizzare la versione Xbox 360 e PS3 come base.

EA Sports, però, non vuole nemmeno che le due versioni del gioco viaggino su binari indipendenti. Questo elemento, infatti, complicherebbe oltremodo la comunicazione delle novità di ogni edizione e creerebbe fastidiose incomprensioni tra chi acquista una copia di FIFA 19 per una piattaforma e si trova tutt'altro prodotto. Per questo motivo anche su Switch arriveranno alcune delle novità più chiacchierate come la Champions League, le nuove icone di FUT o il nuovo sistema di controllo sul primo tocco di palla.

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Peccato, però, che nel travaso EA Sports si sia dimenticata anche di diversi altri elementi strutturali (e quindi non giustificabili dall'assenza del Frostbite) che rendono l'intero pacchetto, soprattutto quello di FUT, decisamente più povero e meno fruibile.

Esattamente come lo scorso anno, entrando nella sezione di FIFA Ultimate Team su Switch noteremo due mancanze: l'impossibilità di utilizzare i punti EA Club all'interno di FIFA 19 e l'assenza delle Squad Battles. Il primo è una sorta di account comune tra tutti i giochi di Electronic Arts grazie al quale si possono accumulare delle monete (virtuali) di bronzo che possono essere riscattate per ottenere giocatori in prestito o bonus in monete per un certo numero di partite. La seconda è una modalità per giocatore singolo che chiede di sfidare le formazioni create dagli altri utenti. In base al risultato si ottiene un punteggio e si viene inseriti all'interno di una classifica globale. Al termine di ogni sessione i migliori giocatori al mondo ottengono in premio pacchetti bonus o molti crediti coi quali potenziare la propria squadra.

Questi due elementi contribuiscono a rendere l'economia di FUT più vivace e ricca, dato che attraverso il loro premi si introducono sul mercato un numero superiore di carte e crediti, che spingono i giocatori a investire più facilmente i loro soldi in nuovi pacchetti e sul calciomercato. In altre parole è un modo indiretto grazie al quale EA riesce a calmierare i prezzi delle varie carte. Al momento, per esempio, è folle trovare difensori di fascia bassa a meno di 2-3 mila crediti. Sono prezzi ingestibili per una persona che vorrebbe giocare senza investire altri denari, soprattutto considerando che i premi per le vittorie non sono più ricchi per far fronte a questo problema.

I volti dei campioni principali sono ben realizzati, peccato che gli altri siano irriconoscibili.

A ciò quest'anno si è aggiunto un altro elemento. Mentre su Xbox One, PS4 e PC si è passati da un sistema online basato sulle Stagioni a uno che incentiva a partecipare alle più ricche Division Rivals, un nuovo sistema per calcolare la forza del giocatore e dargli modo di accedere alla ricchissima FUT Champions. Anche il sistema di creazione della prima squadra e gli Incarichi Allenatore sono rimasti quelli dell'edizione 2018 e quindi sono meno ricchi e curati.

Con una versione depotenziata di Ultimate Team e senza il Viaggio, FIFA 19 su Switch evidenzia un netto passo indietro in fatto di modalità e longevità, due dei principali capisaldi della serie di EA Sports. L'unica novità sotto questo punto di vista è la presenza della Champions League come torneo singolo e come obiettivo da raggiungere all'interno della modalità carriera da giocatore e da allenatore.

Una volta scesi in campo la natura Frankenstein del progetto torna a farsi vedere. Da una parte abbiamo un ritmo leggermente più basso che su One, PS4 e PC, cosa che consente di avere partite più ragionate e una parvenza di gioco a centrocampo. Peccato che EA Sports non si sia preoccupata di aggiustare le falle dello scorso anno, con difese troppo deboli da perforare palla al piede, soprattutto in orizzontale, passaggi troppo precisi e attaccanti esageratamente forti di testa. I portieri, oltretutto, sono spesso messi in imbarazzo dai tiri fuori area, cosa che rende le partite, nuovamente, dei festival del gol.

O'Ney è particolarmente longilineo su Switch.

Le cose strane poi sono all'ordine del giorno. Calciatori che non riescono a stoppare un pallone passato da un paio di metri ma riescono a fare passaggi di 40 metri precisi sul piede del compagno ruotando contemporaneamente di 180°, squadre lunghissime con attaccanti sempre sulla linea dei centrocampisti e difensori che si spostano dalla traiettoria dell'attaccante al posto di chiudere gli spazi.

Nella versione principale di FIFA 19, attraverso una serie di nuove animazioni e di accorgimenti in campo, EA Sports è riuscita a colmare alcune di queste lacune ma su Switch di tutte queste cose non c'è ombra. Contro giocatori normali si riescono comunque ad imbastire partite intense e divertenti ma online, si sa, c'è gente disposta a vincere a tutti i costi e a sfruttare queste smagliature senza tregua.

Inoltre manca all'appello il nuovo sistema di gestione delle tattiche dinamico. La meccanica di tiro basata sulla doppia pressione del pulsante, invece, sembra presente ma in maniera meno raffinata che su One, PS4 e PC.

Anche quest'anno il mercato su Switch è particolarmente caro e povero di carte.

Il risultato di questa trasposizione di FIFA 19 su Switch, quindi, non è dei più lusinghieri. Da una parte abbiamo un pacchetto di modalità ricco ma privato di due tra le sue attrazioni principali, e un gameplay deficitario che al posto di provare ad avere una propria identità viene snaturato da innovazioni pensate in altra sede.

FIFA 19 saprà comunque divertire anche su Switch, anche per la mancanza di vere alternative, ma i progressi fatti rispetto all'edizione precedente sono insufficienti per spingerci a consigliare questa nuova edizione a prescindere.

5 / 10

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In this article

FIFA 19

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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