Luigi's Mansion - recensione
Da Gamecube a 3DS in tre mosse.
Era la primavera del 2002, ben sedici anni fa. Un bimbo di "soli" trent'anni rientrava a casa con una grossa busta di carta. Al suo interno una nuova console dalla forma buffa, un cubo perfetto di colore viola con una maniglia nera. Due i giochi presi in bundle: Star Wars Rogue Leader - Rogue Squadron II e Luigi's Mansion. Sebbene la voglia di lanciarsi sulla superficie di uno Star Destroyer alla guida di un X-Wing fosse forte, il bimbo decise di iniziare da quello strano spin-off della serie Super Mario. Una volta tanto il protagonista era il fratellone sfigato, Luigi, chiamato a una missione quasi impossibile: salvare il celebre idraulico baffuto, scomparso in una misteriosa e tetra magione che somiglia ad una versione super-deformed della "mansion" di Resident Evil.
Fu amore a prima vista. La scintilla scoccò quando, premendo un tasto, lo spilungone dalla tuta verde chiamò con voce tremolante: Mariooooooo. D'improvviso tutti i salti fatti fino a quel momento, i blocchi di mattoni distrutti, le tartarughe e i funghetti schiacciati scomparvero. Rimase solo lui, Luigi, con la sua torcia e il suo traballante aspirapolvere mangia-fantasmi, donatogli dallo scienziato pazzo di turno, il Professor Strambic. Luigi's Mansion era una perla molto piccola ma dal luccichio speciale. Un'avventura che un giocatore mediamente accanito poteva concludere anche in un solo giorno, ma rimase nella storia e nei cuori di milioni di appassionati. Perché?
Forse la risposta è nascosta nella semplicità del suo gameplay. Una grossa villa vittoriana accoglie il pavido Luigi nelle sue stanze. Ognuna di esse nasconde un piccolo enigma da risolvere per poter evocare e risucchiare il master-ghost. Mobili, tende, vasi e soprammobili vari nascondono preziose monete e cuori con cui ripristinare la salute. L'unico modo che avrete per trovarli sarà manipolare tutto ciò che vedete, spesso anche in modi che non vi aspettereste. Entrerete in stanze che sfidano la forza di gravità, troverete specchi rivelatori, false pareti, dipinti posseduti e molto altro... ma per scoprirne i segreti dovrete darvi da fare.
Queste piccole varianti fanno da cornice ad un gameplay molto lineare, scandito dal ritrovamento di indizi che porteranno alla "prigione" di Mario e da una manciata di modifiche che potenzieranno il Poltergust 3000, l'unica arma che avrete a disposizione per la disinfestazione. Strambic ha anche un'altra sorpresa in serbo, il Game Boy Horror: è un oggetto un po' arcaico che vi permette di tenervi in contatto con il bizzarro professore e di visualizzare la mappa di gioco.
Non c'è un livello di difficoltà in Luigi's Mansion. Il gioco è semplice, forse anche troppo a volte, e immediato come bere un bicchier d'acqua, ma è proprio il suo essere diverso dai "soliti Mario" a renderlo unico e inimitabile. Neanche il secondo capitolo è riuscito a replicarne le qualità, a causa di sciagurate scelte di game design. Ci riuscirà forse il terzo episodio annunciato da Nintendo durante un recente Direct? Per saperlo dovremo attendere il 2019, ma nel frattempo possiamo fare un divertente ripasso con questa ottima versione remastered che porta con sé anche parecchie novità.
Oltre ad aver dato una mano di vernice fresca a texture e modelli poligonali, riducendo però il livello di dettaglio generale, Nintendo ha ovviamente sfruttato il 3D della sua ultima (forse in tutti i sensi) console portatile per dare più profondità ai livelli, rendendo ogni singola stanza ancora più suggestiva e immersiva. Il giroscopio del 3DS viene utilizzato per muovere il Game Boy Horror e scannerizzare gli oggetti alla ricerca di segreti, mentre lo schermo inferiore visualizza costantemente la mappa, cosa molto utile vista la discreta mole di backtracking presente nel gioco.
L'intera avventura può essere ora affrontata anche in modalità coop locale, durante la quale Luigi viene affiancato da un suo clone "ectoplasmico" completamente colorato di verde. Tale modalità da vita a situazioni buffe, ma abbassa di una tacca il livello di difficoltà già tutt'altro che proibitivo. Completare il gioco in due diventa forse troppo semplice... ma anche dannatamente divertente. Ancora più facile diventerà utilizzando i bonus che vengono sbloccati con l'aiuto degli Amiibo. Sono parecchi i "pupazzetti" compatibili con il gioco ed ognuno sblocca un potere diverso. Toad, ad esempio, vi permetterà di ripristinare l'energia ogni volta che gli parlerete nell'atrio. Luigi (versione Smash Bros.) invece vi riporterà in vita dopo una morte imprevista e segnalerà sul radar i fantasmi che rilasciano monete.
Il passaggio su una console portatile così diversa dal punto di vista dei controlli rispetto al GameCube ha purtroppo portato qualche problema nei comandi, che necessitano di un minimo periodo di adattamento per essere usati con scioltezza. Sul New 3DS il C-stick viene utilizzato per muovere la torcia con cui si inquadrano e svelano i fantasmi, ma purtroppo manca un po' di precisione. Nei combattimenti con i nemici più coriacei inoltre, si avverte una certa scomodità nel gestire contemporaneamente lo stick analogico, i pulsanti frontali e quelli dorsali. Volendo i controlli si possono modificare facendo entrare in gioco anche il motion-control, ma la situazione non cambia più di tanto.
Nonostante gli anni che si porta sulle spalle, Luigi's Mansion mantiene quella freschezza che i giocatori della versione GameCube ricordavano. L'arrivo su 3DS ha portato con sé parecchie novità ma anche alcuni problemi che non permettono a questa piccola gemma di arrivare alle porte dell'eccellenza. Resta comunque un acquisto obbligato, soprattutto per chi all'epoca non ebbe l'opportunità di goderne.