Darksiders III - recensione
Peccati e virtù.
Ripercorrendo il lungo e travagliato processo che portò alla liquidazione degli asset di THQ in seguito al suo fallimento nel 2012, possiamo considerare Vigil Games una delle realtà che ebbe maggiormente la peggio durante quei fatidici mesi.
Il piccolo team fondato da Joe Madureira e David L. Adams si era fatto un nome grazie al franchise Darksiders ma, nonostante l'improvvisa popolarità, lo studio non trovò acquirenti e venne definitivamente sciolto, lasciando sconvolta una fanbase assolutamente affezionata.
Tenendo a mente queste infelici premesse è giusto considerare un vero miracolo l'imminente uscita di Darksiders III, che arriva su PC, PS4 e Xbox One a sei anni dal precedente capitolo della serie. Fortunatamente, un gran numero di ex impiegati di Vigil è confluita nel nuovo studio Gunfire Games fondato e guidato dallo stesso Adams, che insieme ai colleghi può ora continuare a raccontare la storia dei cavalieri dell'Apocalisse, i quattro eroi frutto della genialità di Vigil Games.
Se in Darksiders il grande protagonista era Guerra, in Darksiders 2 potevamo interpretare suo fratello Morte. Stavolta invece è il turno di Furia, definita dai suoi stessi creatori come il più imprevedibile ed enigmatico dei cavalieri. A differenza dei fratelli, Furia è una maga e utilizza principalmente armi veloci ed eleganti, elemento questo che rende il gameplay di Darksiders III alquanto diverso da quello dei videogiochi precedenti.
Il titolo inizia lì dove la storia si era interrotta nel 2012, con Guerra al cospetto dell'Arso Consiglio che lo accusa di tradimento. Furia, che per sua natura è ambiziosa e desidera ardentemente essere al comando dei cavalieri e riabilitarne il nome, decide di servire ancora una volta il Consiglio e si mette alla ricerca dei Sette Peccati Capitali, entità che mettono a repentaglio il preziosissimo equilibrio tra le forze del Caos e quelle dell'Ordine.
L'eroina si dirige quindi sulla Terra, ormai distrutta dalla guerra tra Paradiso e Inferno, alla ricerca di Invidia, Ira, Avarizia, Accidia, Lussuria, Gola e Superbia, nascosti ciascuno agli angoli di un mondo di gioco vasto e interconnesso.
Dopo Guerra e Morte era da anni che aspettavamo di interpretare un nuovo cavaliere dell'Apocalisse, e Furia ha saputo conquistarci a partire dalla prima cutscene. È carismatica, tagliente e ironica, un carattere quasi all'opposto di quelli dei suoi fratelli che spesso impersonano il ruolo dell'eroe maledetto. Non solo la protagonista è molto ben caratterizzato, ma una volta in suo controllo è chiaro come Gunfire Games abbia voluto confezionare un'esperienza di gioco davvero diversa dalle precedenti a marchio Darksiders.
Pad alla mano, Furia è rapida e scattante, incatenando velocissime combo con la sua frusta e schivando gli attacchi in arrivo con spettacolari piroette. In pieno stile hack and slash, i comandi del gioco non sono poi molto complicata basandosi su tre tasti principali, quello dell'attacco fisico, dell'attacco Arcano e quello delle schivate. Combinare la pressione di ciascuno di questi col giusto tempismo è la chiave per dominare i nemici, che in Darksiders III sono in numero leggermente ridotto rispetto al passato anche se molto più letali.
Nel corso dell'avventura incontreremo gli esponenti di un vasto bestiario che comprende angeli, demoni, non morti e altre creature, tutti in grado di azzerare la salute di Furia con una manciata di fendenti. L'intensa letalità dei nemici svela presto la natura profondamente tecnica del gameplay, poiché sarà immediatamente evidente che caricare a testa bassa un gruppo di demoni limitandosi a premere convulsamente il tasto di attacco, non porta a molti risultati.
Al contrario, è nettamente preferibile cercare di dividere i gruppi di nemici, affrontandoli uno a uno grazie al blocco della visuale che permette a Furia di concentrarsi sui singoli avversari e di schivare i loro attacchi più efficacemente. Il fluido alternarsi di schivate e combo caratterizza l'intero combat system di Darksiders III, che una volta padroneggiato dona moltissime soddisfazioni tanto ai videogiocatori più tecnici quanto ai neofiti.
La danza mortale di Furia è quindi molto piacevole da eseguire, a patto che si giochi con un controller. La versione PC che abbiamo testato evidenzia invece che con mouse e tastiera non è possibile godersi la nuova fatica di Gunfire, un vero peccato se consideriamo il livello qualitativo del gameplay di Darksiders III.
Ma che maga sarebbe Furia, se non avesse il potere d'imbrigliare gli elementi per scagliarli contro tutti i nemici degli ultimi Nephilim? Nel corso dell'avventura un misterioso e criptico alleato della protagonista le dona la capacità di assumere quattro forme (del Fuoco, della Tempesta, della Forza e della Stasi), ognuna delle quali capace di modificare l'aspetto di Furia e di farla accedere a pagine e pagine di inedite combo che rimpolpano un sistema di combattimento che altrimenti, alla lunga, avrebbe potuto diventare monotono.
A disposizione del giocatore ci sono anche due attacchi speciali, la Collera e la forma del Caos. Entrambi dipendono da indicatori posti nella parte superiore sinistra dell'interfaccia, caricati uccidendo i nemici o consumando specifici oggetti. Utilizzando la Collera, Furia sprigiona singoli attacchi influenzati dal tipo di forma che assume, mentre il Caos la trasforma in un demone che libera una mostruosa furia distruttrice in grado di sgombrare in qualche secondo il campo da qualsiasi creatura si trovi nei paraggi.
Le forme concedono inoltre nuove abilità con le quali accedere ad aree inizialmente non accessibili del mondo di gioco, espandendo ulteriormente le possibilità d'esplorazione di Furia. La Forma del Fuoco sblocca il doppio salto, mentre quella della Tempesta il potere di planare da una sporgenza. La forma della Forza permette di aderire a particolari superfici verticali, e infine la forma della Stasi fa camminare Furia sull'acqua. Le forme sono spesso coinvolte nella risoluzione dei numerosi rompicapi che spezzano al momento giusto la frenesia dei combattimenti. Trattasi perlopiù di puzzle ambientali mai troppo complicati e cerebrali, che secondo noi avrebbero potuto essere più profondi e interessanti.
Senza lo stratagemma delle forme e delle loro speciali abilità, i Sette Peccati Capitali sarebbero stati raggiungibili fin dall'inizio di Darksiders III rovinando il senso di progressione che invece si respira addentrandosi nelle numerose aree che compongono l'ambientazione. Nella sua struttura il mondo assomiglia a quello di Dark Souls, con un'area centrale dalla quale si diramano i percorsi verso i boss.
Lo sbalorditivo level design è senza dubbio un aspetto che assicura alla produzione di Gunfire almeno un punto in più in sede di recensione. Ogni area che si estende da quella centrale si scopre poi essere collegata con le altre, grazie a ingegnose scorciatoie che spesso si aprono proprio di fronte a uno dei punti di salvataggio.
I checkpoint sono gestiti anche in questo capitolo da Vulgrim, il mercante di anime attraverso cui livellare gli attributi di Furia. L'albero delle abilità di Morte in Darksiders II lascia spazio qui a tre semplici caratteristiche, ossia Salute, Forza e Arcano. La prima, banalmente, influisce sul numero degli HP della protagonista, mentre Forza e Arcano regolano rispettivamente la quantità di danni che si infliggono con gli Uncini del Disprezzo (la frusta di Furia) e con le armi speciali delle forme elementali. Uccidendo i nemici si ottengono anime, che Vulgrim accetterà volentieri in cambio di punti attributo da spendere in una delle tre statistiche.
Vulgrim non è l'unica vecchia conoscenza per i veterani del franchise. Incontriamo il Creatore Ulthane al centro del mondo di gioco, dove gestisce una piccola colonia di umani, accettando di migliorare l'equipaggiamento di Furia in cambio della promessa di soccorrere eventuali sopravvissuti incontrati nel suo cammino. Potenziare gli Uncini e le armi delle forme sarà cruciale per sopravvivere ad avversarsi sempre più pericolosi e agli scontri con i Peccati, quindi esplorare con cura l'ambientazione alla ricerca dei materiali per il crafting non è solo un'opzione, ma una vera necessità.
Volendo ora affrontare il discorso dei boss, vi anticipiamo che siamo riusciti a raggiungere i titoli di coda dopo circa 15 ore di gioco, al culmine di una run che non ha ci ha visti correre verso la fine ma neanche adagiarci troppo sugli allori. I progressi nel completamento sono scanditi da avvincenti boss fight, quelle coi Peccati, a volte composte da più di una fase e con meccaniche completamente diverse tra loro. Il design dei boss è una delle punte di diamante di Darksiders III e questi combattimenti rappresentano sicuramente i momenti più coinvolgenti di tutta l'esperienza.
Al netto della buona qualità dei boss, a mancare secondo noi è del collante narrativo che leghi tra loro i Peccati e che infonda nel giocatore quel senso di pericolo e di urgenza che caratterizzava le missioni di Guerra e Morte. Furia è spinta ad affrontare enormi pericoli solo e soltanto per eliminare dei nomi dalla lista dell'Arso Consiglio, e nonostante si possa pensare che la trama sia destinata a decollare nelle fasi inoltrate di gioco, si raggiunge ben presto l'ultimo degli esponenti dei Sette Peccati Capitali senza che l'asticella della narrazione abbia raggiunto altezze adeguate. Un finale forse un po' confuso ma dagli importanti risvolti tiene a galla un comparto narrativo sotto tono, che stona con gli altri elementi di Darksiders III.
Abbiamo avuto la possibilità di provare il gioco nella sua versione PC impostando tutti i settaggi al massimo, e dobbiamo ammettere che dal punto di vista grafico i progressi sono più che lampanti. Darksiders III offre un ottimo livello di dettaglio condito da 60 FPS che potremmo definire granitici, se non fossimo stati testimoni di sporadici cali che in ogni caso si sono assestati attorno ai 45 frame.
La fluidità, per un titolo di questo genere, è davvero tutto. Certo, la grafica non è orientata al fotorealismo e ricalca quella dei precedenti capitoli, ma Furia è uno spettacolo per gli occhi e le ambientazioni ci sono sembrate tutte piuttosto curate e molto diverse tra loro, prova del fatto che Gunfire Games non si sia accontentata.
Darksiders III è, in fin dei conti, quello che il terzo capitolo di questa amata serie sarebbe dovuto essere. Sono passati sei anni, ma l'anima del franchise non è andata perduta ed è ora nelle mani di un nuovo studio che ha ampiamente dimostrato di sapersene occupare.
Adams e i suoi avevano innanzitutto il dovere di proporre un titolo che sapesse elevare i canoni della serie colmando le criticità dei precedenti capitoli, e se questo compito fosse stato assolto alla perfezione adesso avremmo potuto parlare di un Darksiders pronto finalmente a fare il suo ingresso nell'olimpo dei grandi videogiochi.
Purtroppo, i difetti del comparto narrativo compromettono inevitabilmente i pregi di un gameplay quasi perfetto e di uno strabiliante level design. Ma i primi due Darksiders non erano titoli esenti da difetti, e per questo ci sentiamo comunque di premiare Gunfire Games e THQ Nordic perché, come sostenevamo nella nostra introduzione, giocare oggi a Darksiders III è davvero un piccolo miracolo.
Ma il team non sembra avere alcuna intenzione di smettere di raccontare le vicende di Furia, Guerra, Morte e Conflitto, e ci piace pensare di essere solo all'inizio della nuova vita di Darksiders. Per la perfezione, poi, ci sarà tempo.