Abzû (Switch) - recensione
Un meraviglioso viaggio subacqueo, adesso finalmente portatile.
Abzû nasce dal cuore e dalle menti di un team di sviluppo dalle dimensioni estremamente ridotte (poco più di una decina d'anime) molte delle quali avevano già partecipato alla creazione di Journey, esclusiva Sony conosciuta ed apprezzata per la potenza emotiva e simbolica comunicata tramite immagini, colori e note musicali.
Che Abzû abbia molto in comune con Journey è innegabile e questo si riflette sia nell'approccio narrativo che nella struttura stessa del mondo di gioco. Questa volta, però, il giocatore vestirà i panni di una misteriosa figura subacquea, la cui missione diverrà più chiara avanzando nel corso dell'avventura.
Ciò che stupisce in positivo è la notevole diversificazione estetica tra i livelli, che nonostante siano (quasi) del tutto costituiti da zone sommerse, posseggono ciascuno una propria palette cromatica e fauna e flora diversificate. Esattamente come in Journey, Abzû racconta una storia senza un singolo dialogo a schermo, ma riesce alla perfezione grazie ad animazioni, suoni ambientali e una colonna sonora semplicemente perfetti.
Il nostro avatar si muoverà tra una zona e l'altra interagendo con l'ambiente tramite sonar e piccoli droni subacquei, che lo aiuteranno a raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Tuttavia, l'attività del giocatore è tutto fuorché intrusiva: proprio come in Journey, il silenzioso alter ego è del tutto integrato al mondo e alla vita sommersa, le creature marine non saranno mai ostili nei nostri confronti e il nostro avanzare porterà ogni luogo a rifiorire a nuova vita.
La natura del protagonista, le sue capacità e il suo cammino sono intuibili osservando l'ambiente circostante e i misteriosi macchinari e strutture al suo interno, ormai abbandonati. Ancor più che nel titolo di Thatgamecompany, Abzû è fondato su un potente simbolismo, ispirato alla cultura sumera e con riferimenti al mito creazionistico dell'oceano cosmico.
Pur essendo un gioco in cui il game over è impossibile e dalla difficoltà praticamente nulla, Abzû regala circa due ore di scorci che sono in tutto e per tutto quadri in movimento, accompagnati dalla già citata colonna sonora di Austin Wintory, compositore non a caso degli splendidi Flow e Journey.
Sono presenti minime attività opzionali, legate alla liberazione di alcune creature marine e alla raccolta di ammoniti; completare al 100% ciascun quadro permette di attivare una skin alternativa del protagonista, che oltre a fugare ogni dubbio sulla vera natura del subacqueo, permette una capacità di movimento migliorata.
La versione per Nintendo Switch di Abzû si comporta egregiamente tanto in modalità portatile quanto in quella fissa, con giusto qualche lieve e occasionale calo di frame rate nei momenti in cui a schermo sono presenti un elevato numero di oggetti e creature. Va comunque fatto presente che il gioco punta ad essere un'esperienza immersiva non solo nel senso più letterale e l'idea di giocarlo senza la giusta condizione mentale farebbe perdere buona parte di ciò che l'esperienza è in grado di offrire: per questa ragione, è consigliabile vivere il titolo di Giant Squid Studios in un'unica sessione, nel proprio salotto o comunque con una buona dose di tranquillità e attenzione.
Il più grosso limite di Abzû è quello di essere uscito dopo Journey: per quanto il giudizio comparativo rientri quasi del tutto nella sfera del soggettivo, Abzû riprende praticamente ogni meccanica di gameplay dell'esclusiva Sony senza il coraggio d'innovarsi, con la sezione finale così piena di strizzatine d'occhio da renderla al limite del fastidioso.
Nulla da dire invece circa le tematiche affrontate, del tutto diverse: Abzû offre immagini e riflessioni maggiormente legate al cosmico e al collettivo, distanziandosi dal viaggio spirituale e intimista di Journey.
Con i suoi comandi semplici e reattivi, grafica curata e dai colori vividi, colonna sonora di perfetto accompagnamento a quanto accade a schermo, l'arrivo di Abzû sulla console Nintendo è un'occasione preziosa per tutti i giocatori affascinati dal filone videoludico delle esperienze interattive.