The Textorcist: The Story of Ray Bibbia - recensione
Libera nos a malo.
The Textorcist: The Story of Ray Bibbia è un divertente indie in arrivo su Steam il prossimo 14 febbraio. Al costo di una pizza e di una birra potremo scaricare 100 e rotti mega di citazioni varie, che spaziano dai più celebri film horror ai più malfamati quartieri di Roma.
Questo perché l'opera degli italianissimi Morbidware è innanzitutto un omaggio alla nostra Capitale, ai suoi angoli più rinomati e alla sua millenaria coabitazione con il cuore pulsante della religione cattolica: il Vaticano. Il tutto, però, rivisto con un occhio ironico e pungente, spesso dissacrante, capace di mescolare giochi di parole brillanti con un sistema di gioco frenetico e originale.
Il team, infatti, dimostra come bastino delle idee brillanti e una scrittura spigliata per rendere un gioco forse non un capolavoro, ma sicuramente qualcosa che sarà semplice ricordare a lungo, vuoi per una battuta particolarmente ficcante, un combattimento impegnativo o un'imprecazione a tema divino particolarmente a tema con il contesto.
In The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, infatti, interpreteremo un vecchio e disincantato esorcista privato, Ray Bibbia appunto, alle prese con la corruzione dilagante che serpeggia tra le strade di Roma. Una corruzione non solo dei costumi ma delle stesse anime, divenute facili prede di demoni agguerriti ma anche stravaganti.
Il protagonista, però, è l'uomo perfetto per riportare l'ordine tra le strade della Capitale. Armato della sua fedele Bibbia, Ray si farà strada tra la feccia della città, sbattendo la parola di Dio in faccia ai poveri malcapitati.
Il burbero esorcista, infatti, più che un religioso sembra essere uscito da un romanzo hard boiled. Le vicende sulle quali si trova ad indagare, oltretutto, sono oscure come lui. Prostituzione, tratta di esseri umani e droga sono gli argomenti trattati dal gioco, in modo certo leggero ma comunque interessante. Dietro ad una facciata da avventura testuale, da gestire attraverso PC della Holyvetti o facendo ricerche su Godle, Morbidware ha nascosto uno sparatutto "bullet hell" nel quale dovremo affiancare riflessi fulminei al talento da dattilografici. I tipici combattimenti di The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, infatti, ci vedranno da una parte impegnati a schivare una selvaggia gragnuola di proiettili e esplosivi.
Senza protezioni dietro le quali nascondersi, sarà la fedele bibbia in mano all'esorcista a fargli da scudo. Basterà, però un colpo per far volare lontano il libro, lasciando il religioso vulnerabile ai colpi seguenti.
Recuperarlo in un breve lasso di tempo non solo restituirà a Ray l'immunità ai proiettili, ma gli consentirà di poter andare avanti nell'esorcismo. Per poter sconfiggere le creature demoniache che infestano Roma, infatti, Ray Bibbia dovrà anche recitare, digitando parola per parola, lunghe e complesse preghiere,sia in latino che in lingue più moderne.
Commettere un errore nella digitazione farà tornare indietro nella scrittura, mentre stare troppo tempo senza la bibbia in mano annullerà interamente la frase pronunciata, costringendoci a ripartire da capo.
Fuggire lontano dal bersaglio per sfuggire ai suoi colpi renderà momentaneamente inutile andare avanti con la preghiera, mentre avere un buon ritmo da una parte aumenterà il moltiplicatore del punteggio e dall'altra consentirà di avere sott'occhio l'intera frase da pronunciare.
Scrivere con una mano ed evitare i proiettili con l'altra è complesso, soprattutto avanzando con la storia. Quello che si può provare a fare è chiedere aiuto ad un amico dividendosi i compiti: uno scrive e l'altro schiva. Ci fosse una terza persona disposta a dettare, poi, renderebbe tutto ancora più semplice. Anche perché Morbidware, forse non contenta delle imprecazioni che sorgono in maniera naturale durante il gioco, ha inserito altri modi per vivacizzare lo scontro e rendere più distinguibili gli avversari.
Ci sarà il nemico che lancerà bombe da disattivare, ovviamente scrivendo sinonimi di "disattivare", e quello che lancerà proiettili in grado di coprire le parole da scrivere o di esplodere in maniera particolare. Comprendere i vari pattern d'attacco sarà quindi fondamentale, soprattutto per capire quando sfruttare le pause per andare avanti velocemente con l'esorcismo.
Questo sistema è stato poi esteso a tutta l'avventura: per utilizzare il PC dell'ufficio di Ray dovremo digitare i comandi in pieno stile MSDos (qui chiamato MSGods), per parlare con le persone dovremo scrivere TALK, per andare in un luogo potremo mettere direttamente il nome della via e così via. Un sistema forse non comodissimo, ma perfettamente in linea con lo stile e la personalità di quest'opera.
Carattere che trasuda forse non tanto dallo stile grafico, che mette in mostra una grafica pixellosa e ricca di citazioni ma non particolarmente originale, quanto dalla colonna sonora, ricca di brani 8-bit metalleggianti estremamente orecchiabili. E poi c'è l'umorismo. Per noi italiani si tratta di una pacchia, dal continuo citare i più celebri luoghi di Roma allo scimmiottare alcuni dei sistemi in voga nel nostro paese alcuni anni fa. I giocatori stranieri dovranno "accontentarsi" di una lunga serie di citazioni, dialoghi strampalati e un umorismo tagliente e politicamente scorretto.
Per questo motivo vogliamo premiare The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, perché è un prodotto che per la sua difficoltà e il suo sistema di gioco potrebbe essere definito di nicchia, ma grazie all'intelligenza dei suoi creatori riesce ad avere una sua personalità ben definita. Il gameplay è frenetico e impegnativo, la storia bizzarra e ben scritta, e la città di Roma viene sfruttata a dovere.
Se pensate che non sia possibile divertirsi scrivendo delle preghiere in latino al computer, allora The Textorcist: The Story of Ray Bibbia vi sorprenderà.