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Indivisible - recensione

L'unione fa la forza, specialmente se devi salvare il mondo.

Decine di migliaia di giocatori attendevano Indivisible, action RPG in due dimensioni finanziato da una campagna IndieGoGO di grande successo, nell'ormai lontano 2015.

Skullgirls è un picchiaduro di Lab Zero Games con diversi anni sulle spalle, che aveva colpito per il suo stile colorato e molto ispirato, sicuramente non rivoluzionario nelle meccaniche presenti, ma senza dubbio ben confezionato. Direttamente dagli stessi sviluppatori, arriva quindi Indivisible.

L'incipit del titolo è, paradossalmente, l'elemento che ci ha convinti meno. L'allegra e frizzante sedicenne Ajna ricalca in modo certosino ogni singolo stilema del classicissimo protagonista shōnen (e ricorda in maniera impressionante Nadia de Il Mistero della Pietra Azzurra): impulsiva ma di buon cuore, abile nel combattimento e con un incredibile potere nascosto, addestrata da genitore che non vuole rivelarle il segreto dietro la sua nascita, residente in un ridente villaggio, isolato dal mondo e che sarà spazzato da un crudele tiranno e il suo esercito di mostri e soldati.

Al di là dei cliché che vengono rigurgitati addosso al giocatore nel corso dei primi minuti tutorial del gioco, la storia di Indivisible riesce comunque a prendere rapidamente una piega interessante e riuscendo anche a emozionare nel corso delle battute finali; inoltre, la trama fonde con grazia le componenti fantasy a elementi tipici delle religioni induista e buddista e delle tradizioni tantriche, creando un background di folklore particolarmente azzeccato e anche abbastanza originale nel moderno panorama videoludico.

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Caratterizzare un così grande numero di personaggi, dando loro il giusto spazio a schermo per esprimersi non è certamente stata un'impresa facile ed è evidente che alcuni di loro sono messi in secondo piano o macchiettizzati, ma pur non uscendo mai del tutto dai già citati canoni shōnen e senza un contenuto narrativo effettivamente indimenticabile, il risultato finale convince.

Il merito è anche del comparto grafico, tra design ispirati, coloratissimi e incredibilmente vari di ogni singolo personaggio e le animazioni realizzate a mano con persino più cura e talento di quanto già visto in Skullgirls. Menzione d'onore anche all'opening realizzata da Studio Trigger, sicuramente conosciuto dai fan di prodotti nipponici come Kill la Kill, Little Witch Academia e Darling in the Franxx.

Unico, piccolo neo è la varietà di nemici, che anche in aree diverse del mondo tendono a mostrare qualche reskin e animazione riciclata di troppo, nulla comunque che non si sia già visto fare in qualsivoglia gioco di ruolo, sia esso di stampo orientale od occidentale.

Indivisible combina la tradizionale esplorazione dei platform metroidvania 2D a un sistema di combattimento in tempo reale, simile al famoso Active Time Battle della saga Final Fantasy. I livelli non offrono un level design rivoluzionario e mantengono uno standard piuttosto scolastico, con qualche area opzionale ben nascosta e zone da esplorare in un secondo momento appena sbloccato l'abilità necessaria; offrono il giusto livello di sfida per divertire gli appassionati del genere e offrire una sfida onesta e quasi mai frustrante per i neofiti.

L'estetica complessiva del gioco è, semplicemente, deliziosa.

Il "quasi" è dovuto al fatto che in effetti alcuni passaggi richiedono un picco d'abilità curiosamente più elevato rispetto alla media del titolo e c'è da chiedersi se si tratta di una scelta consapevole degli sviluppatori o di lievi sbavature di level design. Considerando la varietà degli ambienti, estesi tanto in orizzontale, quanto in verticale, il risultato finale è in ogni caso lodevole e raggiunge il suo acme nella cura delle aree urbane, dove Zero Lab Studios ha posto tantissimi dettagli a schermo e NPC tutti deliziosamente unici, molti dei quali avranno anche qualche simpatica battuta da scambiare con la protagonista, se interpellati.

Nel corso dell'avventura il giocatore ha modo di sbloccare oltre venti membri del party, ciascuno dei quali può essere considerato un campione di classe pura o ibrida, con abilità e ruolo unici. Avremo personaggi che combattono con con una spada, una frusta, un falco grosso quanto un cavallo, una treccia imbevuta d'acqua magica o una lanterna illuminata dal fantasma di una tigre, avremo attacchi con debuff ai nemici, aree d'influenza, colpi caricati, persino fuoco amico, il tutto declinato in tantissime varianti e combinazioni.

Ciascun personaggio possiede tre colpi standard e attacchi speciali di vario livello, legati al consumo dell'apposita barra spirituale; la scelta del party è libera e ogni videogiocatore può mettere a punto il proprio dream team, riuscendo a cavarsela in quasi ogni occasione senza troppe difficoltà, a patto di sapere come comportarsi.

I primi minuti della storia non brillano per originalità, ma la storia evolve in maniera interessante.

Si tratta infatti di un sistema "easy to learn, hard to master", con meccaniche "opzionali", come la parata perfetta, che velocizzano non poco il superamento delle sfide, specialmente con i boss. Questi ultimi risultano davvero affascinanti e le sfide principali prevedono l'alternanza tra diverse fasi dello scontro e movimenti platform all'interno dell'arena, il tutto accompagnato da una colonna sonora piacevole e mai stancante.

Quello che potrebbe venire a noia sono purtroppo buona parte dei combattimenti standard. I nemici sono sparsi per i livelli e lo schieramento di buoni e cattivi ha inizio al contatto con le creature; queste soffrono del già citato riciclo di asset (sia estetici che comportamentali) e salvo poche eccezioni richiedono almeno un minuto per essere abbattute, anche nel caso di party improntati all'offensiva.

Mancando oggetti consumabili ed equipaggiamenti, la potenza del gruppo è legata esclusivamente ai level up e ad alcune gemme speciali nascoste in ogni area del mondo, da raccogliere e consegnare a due NPC per potenziare il numero massimo di combo fisiche e spirituali; pertanto, anche se quasi tutti evitabili, ogni singolo scontro del gioco è obbligatorio per il min-maxing.

Nonostante le meccaniche divertenti e il notevole numero di combinazioni possibili, spesso e volentieri le battaglie spezzeranno il ritmo dell'esplorazione quella volta di troppo, soprattutto nel caso di sessioni di gioco di diverse ore o di un replay della campagna. Con un maggior numero di nemici questa ruvidità sarebbe stata meno marcata, ma vista la natura del gioco e considerando la limitata esperienza della software house, il prodotto finito è però ottimo.

Indivisible è un gioco colorato e veloce, pieno di buone idee e tutte ben realizzate, mai rivoluzionario nel suo genere, ma in grado di divertire per ore, senza mai deludere gli appassionati del genere e chi attendeva la sua pubblicazione da anni.

8 / 10
Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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Indivisible

PS4, Xbox One, PC, Mac, Nintendo Switch

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