Overwatch - recensione
L'hero shooter più famoso al mondo arriva sull'ibrida di Nintendo.
Nel corso dell'ultimo decennio, pochi giochi hanno saputo catalizzare l'attenzione di pubblico e critica come ha fatto Overwatch. L'hero shooter di Blizzard, uscito sul mercato a maggio del 2016, è rapidamente divenuto un vero e proprio fenomeno mediatico per una serie di ragioni. La prima, indubbiamente, è che si trattava della prima nuova IP a essere pubblicata da Blizzard Entertainment in oltre 15 anni di onorata carriera, suscitando un certo scalpore tra gli innumerevoli fan di questo leggendario studio di sviluppo. In secondo luogo, la formula dell'hero shooter, già vista (e apprezzata) in titoli come il mitico Team Fortress 2, coniugata con l'eccellente direzione artistica tipica dei prodotti Blizzard, sembrava essere destinata ad riscuotere enormi successi.
Al lancio, invero, Overwatch ha dato subito prova delle sue eccellenti qualità. Quello che avevamo davanti era un gioco puramente multiplayer online che faceva delle tattiche di squadra e della collaborazione tra giocatori il suo focus principale, forte di un cast di personaggi memorabile e variegato e di una struttura ludica che, per quanto fortemente mutuata da Team Fortress 2, riusciva a garantire partite sempre imprevedibili e divertenti da disputare. Ciascuno dei 21 eroi disponibili al lancio, infatti, era dotato del tipico, straordinario carisma dei personaggi Blizzard, aveva un set di abilità unico e immediatamente riconoscibile ed era stato architettato con un ruolo specifico all'interno dell'economia delle partite. Grazie a questa personale interpretazione dei canoni tipici del genere, lo studio di Irvine ha raccolto infiniti consensi da parte dei fan ma anche da parte della critica specializzata che ha insignito il gioco del prestigioso titolo di "Game of the Year" del 2016.
Nel corso dei mesi, però, qualcosa deve essere andato storto. La mancanza di un supporto continuativo ben strutturato, la lentezza da parte del team nel rilascio di nuovi e interessanti contenuti, la nascita di tattiche di squadra troppo efficaci per essere contrastate, hanno portato a un lento decadimento di tutto l'entusiasmo iniziale da parte della community e dei pro-player che hanno preferito, nel tempo, spostarsi su altri lidi. Sia chiaro, l'hero shooter di Blizzard gode ancora di ottima salute e conta ancora parecchi giocatori sui propri server ma non è più l'incredibile fenomeno che è stato in principio.
Per cercare di arginare la situazione, gli sviluppatori lanciano periodicamente nuovi eventi tematici (invero troppo simili tra loro: Junkenstein's Revenge, ad esempio, è stato riproposto pedissequamente per 3 anni di fila), pubblicano nuove skin da collezionare e cercano di riequilibrare i vari personaggi modificandone le statistiche anche se, ormai, complici anche una serie di mosse di marketing spaventosamente deleterie, il danno sembra irreparabile.
L'ultima carta rimasta da giocare era quella di aprire le porte del gioco ad un nuovo pubblico, una fetta di mercato che sembrava destinata a non entrare mai in contatto con Overwatch: quella degli utenti di Nintendo Switch. Fin dal lancio della nuova console, gli sviluppatori di Blizzard sono stati subissati dalle richieste di portare il loro hero shooter sulla neonata piattaforma ibrida della Grande N ma hanno spesso risposto bollando il tutto come "semplicemente impossibile". Oggi, invece, forse incentivati dall'arrivo su Switch di giochi ben più impegnativi in termini di requisiti hardware come Doom, Wolfenstein II o The Witcher 3: Wild Hunt, anche Overwatch compie il grande passo, forse con un po' di ritardo di troppo. Lo studio incaricato del porting è quello dei talentuosi Iron Galaxy che si erano già occupati delle notevoli conversioni di Diablo 3 e Skyrim. Saranno riusciti a confezionare un nuovo successo?
Per chi non lo conoscesse, Overwatch, come dicevamo in apertura, è un hero shooter a squadre in cui la collaborazione e la comunicazione tra compagni di team è la chiave fondamentale per portare a casa la vittoria. Gli eroi nel roster, nel frattempo passati da 21 a 31, sono suddivisi in tre categorie: i Tank, gli Attaccanti e i Support. Ciascuno di essi è dotato di un set di abilità unico, di un'arma specifica e di una serie di pro e contro che solo dopo parecchie ore di gioco sarà possibile riconoscere e gestire a dovere. Ognuna delle skill avrà un periodo di cooldown più o meno lungo a seconda dell'efficacia e sarà possibile utilizzare anche un devastante colpo Ultimate che, se assestato correttamente, sarà capace di rovesciare letteralmente le sorti della battaglia.
La cosa più interessante, tuttavia, è che gli eroi inclusi in Overwatch sono dotati tutti di un proprio feeling peculiare che li rende più o meno adatti a determinati stili di gioco. Ciò permette allo shooter online di Blizzard di essere inclusivo e accessibile come pochi altri. Ci sono, ad esempio, eroi come Genji, McCree, Tracer o Soldier 76 che possono infliggere ingenti danni e sono dotati di una spiccata mobilità ma che peccano sotto il profilo dei Punti Salute. Altri, come Reinhardt, Roadhog o D.VA possono contare su una massiccia barra di energia ma dovranno essere supportati a dovere per poter difendere la squadra. Infine, ci sono personaggi come Mercy, Lùcio o Ana che potranno supportare l'intero team, fornire bonus in attacco o curare le ferite riportate sul campo di battaglia: un fattore di importanza vitale per la buona riuscita della missione.
Sotto il profilo delle modalità di gioco, invece, troviamo due diverse stipulazioni, entrambe ispirate a Team Fortress: la prima si basa sul trasporto del carico da un punto A ad un punto B con una squadra incaricata di farlo progredire e l'altra di impedirne l'avanzata mentre, nella seconda, si dovrà conquistare e mantenere dei punti di controllo difendendoli dagli assalti nemici. Niente di troppo rivoluzionario, in fondo, ma si tratta pur sempre di un'offerta di tutto rispetto, considerando anche il buon quantitativo di mappe disponibili e le diverse strategie che sarà possibile adottare. Oltre alle modalità classiche, comunque, c'è la sezione Arcade che offre eventi speciali a rotazione settimanale capaci di cambiare radicalmente le carte in tavola. C'è la modalità a gravità zero, quella senza limitazione di eroi, Cattura la Bandiera e tanto altro: insomma, non si correrà ma il rischio di annoiarsi.
Dopo aver sintetizzato per sommi capi quella che è una formula di gioco parecchio più profonda di quanto si possa esprimere a parole, passiamo ad esaminare il reale motivo per cui nasce questo articolo: la qualità tecnica della conversione per Switch. Quando parliamo di Overwatch, parliamo di uno dei titoli più scalabili e meglio ottimizzati (almeno per quanto riguarda la versione PC) che si siano visti sul mercato in tempi recenti. L'assoluta maestria del team di Blizzard, infatti, ha garantito il lancio di un prodotto adatto a praticamente ogni tipo di configurazione hardware, capace di adattarsi piuttosto bene anche a macchine non esattamente di ultima generazione. Per quanto riguarda Switch, invece, per ovvi motivi, il gioco ha dovuto scendere ad alcuni compromessi tutto sommato fisiologici se pensiamo al fatto che, per la prima volta in assoluto, siamo di fronte ad una versione portatile del celebre hero shooter di Blizzard.
Per questo porting, Iron Galaxy ha optato per una risoluzione di 900p in modalità docked e 720p sullo schermo integrato dell'ibrida della Grande N con un frame-rate bloccato sui 30 fotogrammi al secondo. Si tratta di un dato piuttosto deludente, soprattutto se consideriamo che Paladins, titolo molto simile ad Overwatch, riesce tranquillamente a raggiungere i 60fps anche in modalità portatile. È una limitazione abbastanza anacronistica sul finire del 2019 ma che, probabilmente, è stata presa nell'ottica di arginare i cali derivanti dalle decine di effetti grafici dispiegati in quasi ogni momento del gioco.
Il fattore più critico, comunque, non è tanto la veste grafica quanto, piuttosto, i comandi di cui è dotata Nintendo Switch. La brevissima corsa dei due stick e le dimensioni ridotte della console che non permettono un grip sempre confortevole, non risultano adatti ad un gioco frenetico e dal ritmo concitato come Overwatch. Prendere la mira nelle situazioni più confusionarie utilizzando personaggi che necessitano di una buona precisione per mettere a segno i colpi può diventare un vero incubo e sarà necessaria parecchia pratica per poter raggiungere buoni risultati, anche più di quanto accade sulle altre console casalinghe. Ad alleviare leggermente la situazione ci pensa la mira assistita la cui efficacia può essere calibrata tramite un menu apposito e la possibilità di utilizzare il giroscopio integrato nella console per ritoccare velocemente il tiro durante le battaglie più furiose.
D'altro canto, comunque, la prospettiva di giocare ad Overwatch in mobilità, magari a casa di un amico, potendo fare affidamento su una comunicazione diretta con i compagni di squadra rappresenta un plus non indifferente per questa versione del gioco, soprattutto se pensiamo al fatto che Nintendo Switch non offre la possibilità di collegare un microfono per poter coordinare le strategie tramite la voce. Un altro problema che abbiamo potuto notare riguarda il fatto che, almeno sullo schermo piccolo della console, i caratteri utilizzati per le didascalie e le voci del menu sono davvero molto piccoli ed applicare tutti i settaggi per adattare il gioco alle nostre esigenze può risultare quantomeno ostico.
In definitiva, il porting su Switch di Overwatch è l'ennesima prova di forza della console ibrida della Grande N. Se si riesce a soprassedere ad un set di comandi piuttosto scomodo per un gioco dai ritmi elevati quale è il popolare shooter online di Blizzard, quello che si avrà tra le mani è il pacchetto completo, dotato di tutti i contenuti e tutti gli aggiornamenti arrivati sulle altre piattaforme nel corso degli anni. Certo, si tratta probabilmente dell'edizione meno performante tra quelle presenti in commercio ma la possibilità di giocare in mobilità (a patto che si abbia a disposizione una connessione Wi-Fi) rappresenta un valore aggiunto che è impossibile trascurare. Se siete appassionati di Overwatch e volete portarlo ovunque andiate, il porting per Nintendo Switch farà al caso vostro. In caso contrario, però, tenete a mente che potete trovare versioni del gioco decisamente superiori su tutte le altre piattaforme.