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Kunai - recensione

Il tablet ninja più forte che mai prende vita in questo futuristico metroidvania.

Se c'è una cosa che abbiamo imparato dall'immensa cinematografia fantasy e futuristica è di non fidarci mai dei robot. E Kunai ce lo ricorda molto bene.

Il nuovo gioiellino di TurtleBlaze s'inserisce di prepotenza in un panorama di metroidvania già abbastanza pieno (se non saturo). Obiettivo? Dare quel quid in più al genere, senza però perdere la propria identità e con un tocco personale. Ma procediamo con ordine.

Kunai ci catapulta in un mondo post apocalittico in cui la razza umana è quasi del tutto sterminata e i robot hanno avuto la meglio. Tuttavia non tutti hanno un animo cattivo e col tempo alcuni di essi si sono uniti alla Resistenza. Tra questi c'è Tabby, un simpatico quanto coraggioso tablet che si è unito ai ribelli per sventare le malefatte dell' I.A. Lemonkus.

È una trama che non ha nulla di nuovo né originale ma che fa da apripista a quello che è davvero il fulcro centrale di Kunai: il gameplay. Il titolo si presenta come un metroidvania (anche se con una variante che vedremo dopo), con determinati momenti di particolare attenzione agli elementi action e platform. Se dovessimo definirlo con una sola parola, "concitato" sarebbe il termine più appropriato. Frenetico al punto giusto, il gioco concentra tutta la sua attenzione sulle caratteristiche di base del nostro protagonista.

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Il piccolo tablet avrà infatti a disposizione un arsenale di armi per far fuori ogni tipo di nemico. Inizieremo con una katana, utile per distruggere componenti o aprirci dei varchi, per poi equipaggiare due kunai, due armi tradizionali giapponesi che all'occorrenza possono essere usate come rampini. Procedendo nella nostra avventura potremo raccogliere delle monete da scambiare, utili per potenziamenti che aggiungeranno al nostro kit ulteriori armamenti.

Equipaggiati fino ai denti ci potremo, quindi, lanciare in una corsa all'ultimo respiro, fatta di salti, balzi e arrampicate senza fine, in una sorta di parkour tecnologico attraverso la molteplicità degli scenari. Perché ciò che colpisce davvero durante l'avventura è proprio l'incredibile varietà dei livelli di gioco: ognuno con il proprio habitat, le proprie scenografie e un accurato sguardo al level design.

Carente è l'attenzione all'esplorazione o alla ricerca di eventuali tesori, costo da pagare per un'estrema attenzione sui combattimenti e le abilità del personaggio. Forse avremmo preferito uno sguardo più attento al mondo di gioco e alla trama, qui solo di sottofondo, piuttosto che focalizzare tutte le energie su un unico personaggio.

È invece da lodare l'incredibile semplicità di lettura della mappa, utile per non perdersi durante l'esplorazione dei livelli. Ciò che rende però Kunai un metroidvania sui generis è l'assenza di backtracking, aspetto che vi porterà sempre più o meno facilmente verso il vostro obiettivo. Ma non fatevi ingannare da questa presunta chiarezza: Kunai non è così semplice come appare.

È lodevole l'attenzione alla diversificazione dei nemici e delle abilità del piccolo tablet protagonista.

La difficoltà di gioco, infatti, sembra non avere una curva costante ma piuttosto picchi da ambo i lati. Vi ritroverete a dover invocare tutta la vostra pazienza durante battaglie concitate, così come ad affrontare livelli piuttosto monotoni. Da una parte vi attendono quindi frustrazione ed esaurimento (ma anche grande soddisfazione dopo aver ucciso i nemici più ostici), dall'altra sessioni di gioco piuttosto nella media.

Una grande lode va invece fatta alla scelta e alla selezione dei boss, avversari sempre diversi, con un pattern di mosse che cambia di volta in volta. Vi ritroverete a sfidare mostri di ogni fattezza e abilità, per un'esperienza sempre variopinta e mai noiosa.

Se proprio dovessimo trovare l'ago nel pagliaio, questo sarebbe decisamente l'aspetto confusionario di alcuni passaggi ostici. Durante certe battaglie o fasi di esplorazione particolarmente concitate, vi potreste imbattere in elementi del percorso che fungono solo da sfondo ma che possono essere fraintesi con passaggi alternativi.

Quella di Kunai è allora una pixel art che, per quanto splendida, risulta piuttosto confusa in certi frangenti, tanto da determinare addirittura la vita o la morte del nostro protagonista. Tuttavia non ci sentiamo di bocciare un comparto artistico così ben fatto e costruito. Ogni livello possiede carattere e una propria identità, grazie a un'atmosfera evocativa e sempre convincente.

Tabby possiede un vasto arsenale che può incrementare acquistando nuovi equipaggiamenti grazie all'utilizzo di monete rosse.

Che vi troviate in una città perduta, in luoghi deserti o in foreste mistiche, la palette di colori e una colonna sonora di tutto punto renderanno la vostra avventura degna di essere vissuta. Una menzione va anche al comparto espressivo del personaggio, sempre azzeccato e ben coerente con i movimenti e gli eventi di gioco. Un set di animazioni che non potrà non farci innamorare del piccolo e simpatico Tabby.

Kunai è quindi un bel mix. Riesce a unire elementi ironici a sfide sempre più complesse, che vi terranno incollati allo schermo e vi ruberanno non poche ore. Tuttavia un'attenzione maggiore al level design e una migliore pulizia del comparto artistico, avrebbero fatto di questo titolo una vera perla da non perdere.

7 / 10
Avatar di Giulia Migliore
Giulia Migliore: Classe '93, è cresciuta a pane e videogiochi. Appassionata alla saga di Final Fantasy, che non ha mai abbandonato, decide di fare del mondo videoludico il suo lavoro e la sua vita. Ricercatrice ossessiva di dettagli, amante del nonsense e delle battute demenziali.

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