Fortnite e la morte di Jacopo Bacis: puntare il dito contro i videogiochi. Sempre
Una tragedia che per molta stampa ha già un colpevole.
Jacopo Bacis, 8 anni, figlio del calciatore ed ex giocatore della Fiorentina Michele, è morto lo scorso sabato dopo essere precipitato dal terzo piano di casa, mentre si trovava nella sua cameretta. Una tragedia che ha distrutto la famiglia del piccolo e sulla quale si stanno concentrando le indagini della procura di Arezzo.
Tuttavia, sembra che almeno per buona parte della stampa ci sia già un colpevole per quanto accaduto: i videogiochi e, nello specifico, il popolare Fortnite di Epic Games.
Esatto, avete letto bene, secondo quanto emerso e pubblicato da alcune testate italiane Jacopo potrebbe essere "volato giù dalla finestra perché inseguiva gli alieni di Fortnite".
I videogiochi, dunque, tornano in primo piano come causa di qualcosa di tragico, in questo caso la morte tragica di un bambino.
Come si può leggere su Huffingtonpost.it, la squadra mobile incaricata delle indagini sarebbe arrivata a collegare Fortnite e la scomparsa di Jacopo: "si tratta di Fortnite, il gioco forse più diffuso del momento tra bambini e ragazzi. Secondo quanto appreso si tratta di un gioco che simula come, dopo una catastrofe, la Terra rischi di essere invasa dagli alieni e, dunque, stimola i videogiocatori al combattimento per difenderla". Questa è sì la descrizione di Fortnite, ma della sua modalità Salva il mondo e non di quella estremamente popolare, ovvero la battle royale, che ha reso il titolo "forse il più diffuso del momento tra bambini e ragazzi". E, certamente, la battle royale non mette i giocatori contro degli alieni, ma in competizione tra loro.
La polizia ha esaminato il tablet su cui Jacopo stava giocando, ma non sono stati trovati effettivi collegamenti tra la sua morte e il gioco.
Della scomparsa del ragazzo ne parla anche La Nazione (Arezzo), che pone l'accento sull'assuefazione causata da Fortnite. Si parla di una forte dipendenza dal gioco e "di un'assuefazione a forme pesanti di combattimenti e missioni di salvataggio, con balzi spettacolari da 007, anche se senza l'ironia che non manca mai nei film dell'agente segreto più famoso del mondo". 007 quindi va bene perché ironico e i videogiochi ovviamente no? Lasciamo perdere che forse è meglio.
Infine, la triste vicenda trova spazio anche sulle pagine del Corriere della Sera e, improvvisamente, il colpevole diventa la realtà virtuale. In questo caso, l'articolo parla di un titolo di cui non si conosce il nome, un "videogame stile realtà virtuale molto coinvolgente che ha avuto un grande successo in tutto il mondo". Come è possibile dare la colpa dell'accaduto alla realtà virtuale, quando sulla scena è stato ritrovato solamente un tablet?
Secondo l'ipotesi investigativa riportata dal Corriere della Sera, Jacopo giocando non si sarebbe accorto di essere troppo vicino alla finestra e avrebbe perso l'equilibrio precipitando. Il tablet sarebbe quindi caduto sul pavimento e gli investigatori avrebbero trovato il gioco ancora in esecuzione.
Le indagini proseguiranno e ad Arezzo si sono svolti i funerali di Jacopo in forma privata.
Si tratta di una vera tragedia, che poteva non accadere, ma purtroppo Jacopo è scomparso a soli 8 anni. Tuttavia, ci preme segnalare che gli articoli comparsi in rete tendono ancora una volta a demonizzare il videogioco (in questo caso Fortnite), quando nessuno al momento ha stabilito che ci sia un reale collegamento tra la morte del ragazzo e l'uso del videogioco.
Inoltre, le sommarie descrizioni di Fortnite e il menzionare la realtà virtuale tra i possibili responsabili (quando è stato ritrovato solo un tablet), rendono chiaro come regnino ancora tanta ignoranza quanta superficialità intorno al mondo videoludico. Videogiochi che, per altro, sono stati uno strumento fondamentale durante il periodo di quarantena per mantenere legami sociali con parenti o amici.
Che ne pensate?
Fonte: Huffingtonpost - La Nazione - Corriere della Sera.