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As Far As The Eye - recensione

Il potere della natura in un flebile sussurro.

Col quattrocentocinquantaseiesimo battito di ciglia, il sospiro si risveglia; lo sciabordio delle onde lo libera dal suo lungo sonno. Il suo momento è arrivato, così accelera. Le acque si avvicinano e il ciclo ricomincia.

Siete il vento che carezza dolcemente gli alberi e l'aria che culla gli specchi d'acqua cristallini. Siete il sospiro che guida le creature nel loro viaggio verso la speranza, che si ripete in un ciclo continuo e indissolubile. Come in Journey la figura dal manto cremisi viaggia verso la luce pura e accecante, posta su una montagna distante come una stella, le Pupille viaggiano col loro Caravan verso un posto sacro e determinante: l'Occhio.

Così, As Far As The Eye ci catapulta in un mondo meraviglioso e magico. Il suo nome, se si guardano solo le iniziali, si trasforma in una parola ancor più rilevante: A Fate (un destino, in Italiano). Il destino di queste creature è raggiungere l'Occhio, per ambire a un grande incontro che si trasforma continuamente fino al prossimo ciclo e fino alla prossima inondazione.

Morte e rinascita, un loop che le creature di Journey conoscono bene. Che le lacrime siano segno del destino o meno, anche le nostre vite sono legate da un susseguirsi di cicli: nasciamo, moriamo e lasciamo il nostro posto ad altri esseri umani. Abbiamo tutti un destino, d'altronde, dal percorso sicuramente unico e colmo di sfumature diverse.

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Le creature protagoniste sono riunite in tribù e si chiamano, per l'appunto, Pupille. Esse dovranno affrontare un viaggio pieno di misteri e pericoli, in una disperata fuga dall'inondazione delle Lacrime. Trattasi di un RPG city-builder a turni, in cui sarà indispensabile costruire e raccogliere risorse, potenziare le proprie abilità e sopravvivere alle catastrofi naturali. As Far As The Eye potrebbe essere banalmente definito un rogue-like, e lo è a tutti gli effetti, ma allo stesso tempo è un'esperienza piacevolmente diversa dalle altre.

Al quattrocentocinquantaseiesimo battito di ciglia le Lacrime cominceranno a sgorgare e ad annegare le Pupille col liquido cristallino che pulisce, purifica e distrugge al tempo stesso. Un ciclo infinito che noi umani vediamo quotidianamente coi nostri stessi... occhi. Le Lacrime, in questo caso, sono viste come una catastrofe naturale incombente; spetta a voi, il vento, guidare le Pupille verso il centro del loro mondo.

Dobbiamo avvisarvi: il titolo non è così facilmente intuibile all'inizio, motivo per cui vi consigliamo di giocare prima la campagna, dato che funge da tutorial. Il raggiungimento dell'obiettivo finale, ovvero l'Occhio, avverrà attraversando più zone in cui costruire un piccolo villaggio; ogni zona potrà essere sbloccata solo ed esclusivamente raccogliendo alcune risorse specifiche. I luoghi raggiungibili saranno quelli, ovviamente, più vicini alla vostra posizione attuale e potrete scegliere dove andare in base alle vostre preferenze. Potrete cambiare obiettivo in qualsiasi momento, ma sarà estremamente importante dare la priorità all'approvvigionamento.

Le mappe sono totalmente casuali: in questo caso la tribù troverà una vasta scelta di legna, carne e lana.

La mappa si presenta sotto forma di esagoni; ogni spostamento da una piattaforma all'altra consumerà MP (punti movimento) e vi condurrà al turno successivo cliccando sull'icona in basso a destra a forma di mezza luna. Le Pupille si nutriranno di 6 Pepkins al giorno (a ogni turno); una volta esaurite, in mancanza di ulteriore cibo, si ammaleranno e rischieranno di morire di fame.

È importante prestare attenzione alla timeline posta nella parte inferiore dello schermo, che mostrerà il punto in cui si verificherà l'inevitabile evento fatale, contrassegnato da una barra azzurra. Le Pupille, per poter avanzare, costruiranno dei piccoli villaggi provvisori in cui avranno dei compiti ben precisi, partendo dall'agricoltura alla costruzione, o perfino all'erboristeria e alla scienza. Non mancherà l'elemento soprannaturale: la tribù ha un forte legame con gli spiriti, essenze viscerali della natura.

Per raccogliere le varie risorse, nonché per nutrirvi (è uno dei punti più importanti), i vostri personaggi dovranno muoversi, consumare punti movimento e saltare molti turni per convalidare le varie azioni. Il farming richiederà altro farming: per raccogliere i minerali, ad esempio, avrete bisogno di costruire una cava, che a sua volta richiederà un certo numero di materiali. Ogni azione dovrà essere ben pensata: due Pupille non potranno trovarsi nello stesso esagono e dovranno gestire i turni in modo da non perdere troppo tempo. Vi consigliamo di pensare dapprima alle razioni di cibo, per poi posizionare le varie costruzioni in modo strategico.

Gli obiettivi in alto a sinistra rappresentano le risorse necessarie per raggiungere la zona cerchiata. Il giocatore, tuttavia, potrà cambiare traiettoria in qualsiasi momento.

Progressivamente potenzierete la conoscenza e le abilità, visibili attraverso la ruota accessibile cliccando su qualsiasi creatura. Alcuni personaggi saranno chef specializzati, altri dei veri e propri minatori; spetterà a voi l'evoluzione della tribù che, tra l'altro, potrà prevedere la comparsa di un nuovo membro improvviso. Quest'ultimo non potrà cominciare a lavorare se non avrà un alloggio, per cui bisognerà costruire un accampamento (o potenziare il Caravan). Il nuovo arrivato, in caso contrario, potrebbe solo esplorare la mappa, incontrare altri Caravan e visitare i luoghi sacri.

Abbiamo menzionato i luoghi sacri, ma cosa sono? Si tratta di posti facilmente raggiungibili all'interno della mappa che, attraverso alcune offerte, vi aiuteranno in alcuni compiti particolarmente tediosi, come riparare tutte le costruzioni. Anche il vostro Caravan potrà essere potenziato e occorreranno diverse risorse come legna, lana e punti conoscenza; allo stesso modo, incontrarne uno casuale vi consentirà di scambiare materiali in cambio di altre risorse (approfittatene!).

Una volta raggiunto l'obiettivo, dovrete spostarvi alla zona successiva; potrete scegliere quali risorse portare ma siate prudenti: occorrerà disporre le quantità in modo giusto, dando sempre la priorità alle razioni di cibo. Durante il gioco potrete sbloccare tibù diverse che presenteranno un quadro psicologico specifico e pezzi di terreno dalle innumerevoli risorse. La tribù dell'Ovest sarà l'unica che potrete scegliere all'inizio e comprenderà 3 Pupille e 900 razioni di cibo. Situate a Ovest dell'Occhio, vi faranno vivere un'avventura pressoché tranquilla e priva di troppe problematiche.

Non tutti sono bravi in tutto: tenete d'occhio la ruota delle abilità per comprendere meglio le conoscenze della vostra Pupilla.

Le Pupille di questa regione sono compassionevoli, gentili e ben disposte a qualsiasi lavoro, motivo per cui si lasceranno guidare da voi senza opporre resistenza. Giocare con loro vi consentirà di esplorare un'area piuttosto grande e bilanciata, nonché di raccogliere ogni risorsa necessaria per proseguire il viaggio.

As Fas As The Eye è un gioco tanto ipnotico quanto fortemente strategico e, credeteci, non importano i vostri sforzi: al minimo passo falso le Pupille moriranno davanti ai vostri occhi. Non aspettatevi un gioco stupido quindi, perché richiederà più intelletto di quanto non sembri dal trailer. Nonostante la sua complessità è un titolo che si lascia giocare per ore, senza mai recare troppa frustrazione. Ogni sconfitta è segno di rinascita, elaborazione e maturità. Ogni nuovo ciclo ci rende simbolicamente migliori, pronti a riprovarci e a muovere i giusti fili per condurre le creature verso la salvezza.

Il complesso è impreziosito da un quadro musicale degno di lode, grazie al talento del compositore francese Alexis Laugier. Le calde sfumature di cui si tinge il comparto grafico si fondono con la musica in un connubio spettacolare. Credeteci, il gioco vale la pena di essere aperto anche solo per questo dettaglio, che ha comunque un forte impatto sull'esperienza videoludica. Dal punto di vista tecnico, invece, non abbiamo riscontrato problemi; la nostra prova sulla piattaforma di Steam è andata a gonfie vele.

Ogni tribù ha un carattere specifico ed è più o meno predisposto a compiere determinate azioni. Anche il terreno giocherà un ruolo essenziale, dato che impedirà o addirittura velocizzerà l'inondazione.

Come già anticipato prima, è assente la localizzazione in Italiano, sfaccettatura che potrebbe andare a discapito di chi non conosce bene la lingua inglese. Potreste, in questo caso, avere piccole difficoltà col tutorial, ma il complesso diventerà progressivamente intuitivo; basti pensare che molte risorse sono rappresentate con il loro simbolo.

In conclusione, As Far As The Eye fonde le classiche tradizioni di un rogue-like con un city-builder dai toni decisamente fantasy. È un titolo che richiede strategia, riflessione e tanta pratica, ma vale assolutamente la pena di giocarlo. Potrebbe essere molto semplice far morire di fame le Pupille; non fatevene una colpa, l'obiettivo prezioso di un rogue-like è di poter crescere insieme ai personaggi come se fosse un vero e proprio lavoro introspettivo.

Che il vostro sospiro possa guidare saggiamente le Pupille verso la loro destinazione finale. Buon viaggio!

8 / 10
Avatar di Stefania Netti
Stefania Netti: Classe 1995, Stefania ama follemente qualsiasi videogioco dalla trama coinvolgente, non a caso si definisce una “cacciatrice di emozioni”. Nella sua lista non possono mancare le avventure grafiche e, tra una sessione e l’altra di gaming, coccola i suoi gatti.

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