Phogs! - recensione
Guarda, un cane a due teste!
Il gioco di cui vi stiamo per parlare sembra uscito da una di quelle fervide e un po' folli menti giapponesi, capaci di tirare fuori meccaniche di gioco apparentemente senza senso che però alla prova dei fatti si rivelano non solo geniali ma dannatamente divertenti. L'esempio più calzante che ci viene in mente è l'onnipresente Katamari Damacy, ma Phog in realtà assomiglia più all'altra creatura di quel pazzerellone di Keita Takahashi, Noby Noby Boy.
In quel gioco si doveva controllare una strana creatura formata da due facce (a dire il vero un po' inquietanti), legate tra loro da un corpo lunghissimo ed elastico. L'obiettivo era l'interazione con l'ambiente circostante e l'accumulo di punteggio sempre più alto tramite l'allungamento a dismisura del protagonista. Alcune di queste caratteristiche sono presenti anche in Phogs!, che però è una vera e propria avventura con puzzle ambientali che vanno risolti controllando le due teste e il corpo allungabile di un tenero ma bizzarro cagnolino.
Rosso e Blu, questi i nomi dei due cani siamesi, si muoveranno all'interno di uno strano e onirico mondo composto da livelli ispirati ai loro tre bisogni primari: sonno, gioco e cibo. Ogni singolo stage ha un look "morbidoso" che richiama alla mente i libri di fiabe per bambini ed è caratterizzato da elementi scenografici assolutamente adorabili. Morbidi cuscini, lampade a forma di luna capaci di donare luce con un semplice tocco, pomodori morbidi come trampolini e soprattutto dei giganteschi vermoni di peluche che fungono da mezzo di collegamento e di trasporto da uno scenario e l'altro.
Gli obiettivi sono semplici: raggiungere la fine del livello muovendo le due estremità del protagonista per superare gli ostacoli interagendo con gli oggetti che si incontrano. Il gameplay è assimilabile a quello del già citato Noby Noby Boy ma volendo fare un paragone pi recente potremmo accostarlo al poetico Brothers: A Tale of Two Sons. In entrambi i titoli è infatti possibile giocare in singolo o in coop (locale e online) controllando la coppia di protagonisti e facendola collaborare per superare gli enigmi che li separano dalla meta. Phogs! però a questo aggiunge un elemento inedito ovvero la necessità di coordinarsi per potersi muovere e raggiungere determinate zone dei livelli.
Red e Blue possono allungarsi e accorciarsi a piacimento (ma non all'infinito) e ovviamente mordere... altrimenti che cani sarebbero. La loro dentatura però va utilizzata unicamente per interagire con gli oggetti, in modo da spostarli a piacimento o da agganciarsi ad essi usandoli come perno per varie azioni. Un plauso va fatto ai designer del gioco che hanno trovato modi spesso molto originali per far compiere al giocatore azioni apparentemente semplicissime. La difficoltà degli enigmi infatti non è insita nella ricerca del "cosa fare" ma nel trovare il modo giusto di farlo, perché spesso raggiungere il luogo prefissato non è cosa facile. Come spesso accade in questi giochi un po' fuori dalle righe, spiegare le meccaniche di base è molto più difficile che apprenderle "sul campo". In Phogs! non esiste un vero e proprio tutorial ma credeteci, non ne avrete bisogno. Con i tasti dorsali gestirete la lunghezza dei due cagnolini e il loro morso "acchiappatutto" mentre uno stick analogico è preposto al movimento.
Tutto qui, almeno per quanto riguarda il gioco in cooperativa. Se deciderete di avventurarvi da soli dovrete invece gestire tutte le articolazioni della tenera creatura indipendentemente e le cose si faranno un po' più ardue, ma con il tempo ci prenderete la mano e tutto diventerà (quasi) naturale. La longevità di Phogs! non è elevatissima ma sufficiente per un gioco del genere. Per portare a termine i 24 livelli dei tre mondi principali impiegherete circa 4/5 ore, alle quali va aggiunta una durata extra nel caso decidiate di recuperare tutti i collezionabili. Questi non sono totalmente fini a loro stessi in quanto trovarne un certo quantitativo vi consentirà di sbloccare degli oggetti estetici con cui potrete adornare i capi dei piccoli protagonisti. Un plus che ha una valenza puramente estetica ma che rende il tutto ancora più "kawaii".
Phogs rientra a pieno diritto nel genere a cui già appartengono titoli un po' fuori di testa come quelli che abbiamo citato ad inizio recensione. È un gioco ideato per un pubblico piuttosto giovane, le cui meccaniche semplici possono però risultare divertenti anche per un pubblico un po' più navigato o totalmente a digiuno di videogiochi. Il ritmo è piuttosto lento e compassato quindi se state azione a tutti i costi le alternative in questo periodo non mancano. Rivolgetevi a Phogs! solo se volete qualcosa di un po' diverso, magari da condividere con qualcuno durante le fredde (e quest'anno particolarmente tristi) serate festive.