Tasomachi: Behind the Twilight - recensione
La città addormentata nel crepuscolo.
Immaginate di star viaggiando a bordo della vostra aeronave quando, d'un tratto, quest'ultima viene gravemente danneggiata da una strana forza misteriosa. Tutto ciò che vi circonda, conseguentemente, viene avvolto da una pesante coltre di nebbia. Siete quindi costretti a raggiungere la città più vicina e ad esplorarne i santuari sacri, luoghi indispensabili per ripristinare il mezzo di trasporto, nonché per eliminare la nebbia.
Ebbene, è su questo contesto introduttivo che vestirete i panni di Yukumo, giovane protagonista di cui in realtà non conoscerete mai alcun dettaglio. Tasomachi: Behind the Twilight non ha una storia vera e propria, e i dialoghi presenti sono estremamente brevi e semplici; l'attenzione è infatti focalizzata sulla componente platform 3D, su cui ruota l'intero fulcro del gioco.
Le uniche, poche, informazioni vi verranno date da Kogara, una dolcissima creatura rappresentata come un ibrido fra un gatto e una volpe. Il grazioso animaletto vi spiegherà che occorreranno le Fonti della Terra per riparare l'aeronave: si tratta di oggetti simili a lanterne che alimentano l'Albero Sacro, e fungono da chiave per i santuari. Ogni città comprende questi luoghi incredibilmente essenziali; completandoli la nebbia sparirà, lasciando spazio a scenari davvero suggestivi e gradevoli.
Da qui possiamo spiegarvi direttamente l'aspetto tecnico del gameplay, dato che gli accenni a qualsiasi tipo di storia sono quasi inesistenti. Come avrete capito, il gioco ruoterà attorno al completamento di ogni santuario, e per farlo dovrete raccogliere le numerose lanterne sparse per i mondi. All'interno di questi luoghi dovrete necessariamente affrontare dei veri e propri livelli platform, tuttavia con la possibilità di acquistare un teletrasporto istantaneo che vi farà risparmiare tempo.
Vi capiterà di attraversare anelli in movimento, di saltare su pericolose pedane traballanti o di essere sbalzati verso una piattaforma mobile. A volte sarete tentati dallo sfidarvi in una corsa contro il tempo, simulando una speedrun, altre volte rischierete di cadere a causa di una tattica sbagliata. Onestamente i livelli sono abbastanza semplici e non ci hanno mai tediati particolarmente, a differenza della scarsa fluidità del personaggio.
I movimenti di Yukumo sono infatti risultati poco convincenti, sia da un punto di vista estetico quanto puramente funzionale. I salti, in particolar modo, ci hanno messi parecchio in difficoltà, avendo un'animazione poco precisa. In situazioni davvero delicate, come in spazi piccoli e sopraelevati, abbiamo dovuto controllarne i movimenti con ancor più meticolosità, onde evitare cadute inutili.
Ad ogni modo, durante l'esperienza di gioco potrete sbloccare nuove tecniche di salto e muovervi con maggiore destrezza e velocità. Tutto avverrà spontaneamente ad ogni completamento dei santuari e, ovviamente, ogni movimento sarà essenziale per raggiungere i vari punti strategici in cui si nascondono le lanterne.
Il livello di sfida è ad ogni modo molto basso, permettendovi di godere di un'esplorazione molto gradevole, soprattutto con la sparizione della nebbia. I paesaggi si trasformano infatti in scorci deliziosi, valorizzati da una bella palette di colori, variabile a seconda dell'orario di gioco. Le città, tra l'altro, pullulano anche di monete utilizzabili per acquistare oggetti cosmetici: gli amanti degli achievement infatti dovranno comprare determinate skin per sbloccare un trofeo.
Insomma, Tasomachi: Behind the Twilight non è un titolo particolarmente spettacolare, ma riesce a regalare visuali suggestive; proprio per questo motivo sarete ancora più motivati a raccogliere tutte le lanterne, destreggiandovi tra i vari paesaggi rigorosamente nipponici. Ciononostante, ci siamo costantemente sentiti come se mancasse qualche tassello essenziale.
Che sia per la mancata componente narrativa, per le animazioni poco fluide o per il livello di sfida decisamente basso, la nostra impressione è stata di interfacciarci con un gioco ancora incompleto. Lo stesso discorso, purtroppo, vale per il viso di Yukumo, privo di qualsiasi espressione facciale e con gli occhi costantemente aperti senza alcun battito di ciglia. Insomma, un lavoro migliore sul comparto tecnico avrebbe dato la giusta rilevanza a un titolo che riesce, comunque, a incuriosire.
Oltretutto l'avventura è decisamente breve e garantisce circa quattro ore di gameplay, facilmente dimezzabili saltando i livelli col teletrasporto istantaneo. È comunque un gioco gradevole e spensierato che, seppur con i suoi difetti, riesce a divertire quanto possibile. Il tutto arricchito da un comparto musicale piacevole e da scorci paesaggistici che meritano di essere immortalati.
Non abbiamo notato neanche particolari cali di frame, anzi, sotto questo punto di vista abbiamo vissuto un'avventura particolarmente fluida. Sfortunatamente, però, non possiamo spingerci oltre. A penalizzare questo titolo è anche la mancata localizzazione in Italiano, nonostante siano presenti i sottotitoli in lingua inglese.
In conclusione, Tasomachi: Behind the Twilight è un'esperienza semplice e spensierata, adatta a chiunque voglia provare un gioco breve e privo di elementi narrativi. È consigliato agli amanti della pura esplorazione ma non agli appassionati del mondo platform, essendo quest'ultimo davvero elementare e poco stimolante.
Diversi accorgimenti avrebbero probabilmente stravolto le nostre impressioni su questo titolo, tuttavia la sensazione che sia ancora incompleto è davvero forte. Un vero peccato, dato che ha delle ottime basi.