Sniper Ghost Warrior Contracts 2 - recensione
L'ennesima spietata guerra...
Da tempo CI Games tenta di primeggiare nel panorama degli stealth tattici, un genere per niente facile da gestire e innovare, provando a scalzare dal podio l'agguerrita Rebellion e la serie Sniper Elite, la simulazione in terza persona definitiva che ci ha condotto negli scenari più iconici della Seconda Guerra Mondiale.
Con Sniper Ghost Warrior Contracts 2, prosieguo diretto dell'altalenante titolo del 2019, il team polacco ci porta in una terra in conflitto prosciugata dagli interessi economici dell'Occidente: il Medio Oriente. Prima che pensiate di essere di fronte a una guerra su vasta scala come siamo stati abituati nel corso dell'ultima decade, sappiate che il conflitto nella regione fittizia del Kuaram, al confine tra il Libano e la Siria, non è ancora scoppiato, ma basta una scintilla per innescarlo.
Per impedire che ciò accada non servono parole e neppure giochi di potere: serve qualcuno che sappia uccidere; non importa in che modo o da quale distanza, ma che lo faccia e lo faccia bene.
Stavolta impersoniamo Raven, un cecchino di una forza armata a pagamento che lavora per il proprio tornaconto svolgendo missioni difficili e impossibili persino per i soldati d'élite meglio addestrati. Il suo obiettivo è Rashida Qalat, una signora della guerra che è riuscita a convincere alcuni investitori esteri a finanziare l'inevitabile conflitto in Kuaram.
Il nostro obiettivo non è soltanto eliminare Rashida ma chiunque sia sul suo libro paga e non veda l'ora di far bruciare questa povera terra contesa facendo detonare delle pericolose armi nucleari. La trama principale è il solito pretesto per farci avanzare nell'esperienza di gioco, gestita meglio rispetto al predecessore grazie ad alcuni spunti di riflessione sull'attuale situazione del Vicino Oriente, di cui forse non ci interessiamo abbastanza.
Introdotti a un tutorial iniziale, apprendiamo le nozioni necessarie per diventare degli abili cecchini guidati da una rassicurante voce che ci guida nelle missioni dell'esperienza di gioco. Impariamo a utilizzare le torrette per uccidere i nemici rapidamente e i droni per identificarli nelle azioni più articolate, familiarizzando con proiettili diversi come quelli perforanti ed esplosivi. Entriamo in simbiosi con il nostro fucile, che diventa quasi un arto a sé stante disposto per la guerra.
Sniper Ghost Warrior Contracts 2 è uno stealth tattico in prima persona con un gameplay quasi identico al primo capitolo, più rifinito ed affinato. Diverte e appaga soprattutto alla terza difficoltà di gioco, in cui ogni nostra azione deve essere calcolata al millimetro quanto ogni sparo.
In passato, l'incertezza principale era una fluidità di gioco mal diluita e un ritmo di gioco ripetitivo. Stavolta però il team polacco ha fatto tesoro delle critiche e lo ha migliorato, curandolo maggiormente e variando il tipo d'approccio alle missioni che intraprendiamo. Implementato meglio e decisamente più leggero, il gameplay cattura alcuni elementi vincenti da alcuni titoli conosciuti sul mercato.
Se prima la linearità era un problema, ora non lo è più. Finalmente si può colpire un bersaglio a un chilometro di distanza da dove ci troviamo, tenendo conto del mirino del proprio fucile di precisione, del vento e della propria posizione. Sdraiati e ben occultati, siamo invisibili ai binocoli nemici e più precisi mentre prendiamo la mira. Colpire il bersaglio può sembrare semplice ma non lo è per niente. Per calcolare la distanza dobbiamo considerare così tante varianti da dover pesare ogni singolo colpo, occupando spesso il tempo per cercare la giusta traiettoria di tiro.
Sbagliare è inevitabile, soprattutto all'inizio. Non tutti sono abili cecchini ma si può fare pratica bersaglio dopo bersaglio. Questo tipo di realismo aggiunge un valore positivo alla produzione, ponendoci metodi diversi di pianificazione che abbiamo trovato anche stavolta appaganti.
Lo ammettiamo, uccidere un nemico da un chilometro con un colpo alla testa ci ha fatto alzare dalla sedia come se avessimo appena segnato un rigore in finale di Champions League. Il merito è della kill cam, che permette di seguire a rallentatore il proiettile che si abbatte sul nostro bersaglio.
L'efficienza dipende dall'equipaggiamento e dalle missioni che seguiamo nel corso dell'esperienza. Nel caso siano a raggio limitato, è meglio equipaggiare un fucile da cecchino standard o a corto raggio. Per quelle a lungo raggio, consigliamo invece di portare quello pesante, che può colpire i nemici da un chilometro di distanza.
Prima di ogni missione è meglio tenere d'occhio il nostro equipaggiamento. Possiamo modificare le armi con i silenziatori, aumentare la capienza delle munizioni e la potenza di fuoco, rendendoci la vita certamente più semplice nelle situazioni intricate. "Questo è il mio fucile; ce ne sono molti come lui ma questo è il mio".
Alla fine di ogni incarico con il completamento dei vari obiettivi, veniamo pagati con dei crediti da spendere per le armi e le loro aggiunte, nonché con dei gettoni per incrementare le nostre abilità.
Le fasi stealth, più fluide rispetto al predecessore, diventano imprescindibili per evitare che un'intera truppa nemica ci venga a dare una bella lezione perché abbiamo fatto troppo rumore uccidendo un cecchino con un fucile sprovvisto di silenziatore.
Per evitare di dover ricaricare il salvataggio e ripulire la stessa area piena di nemici, è meglio servirsi di metodi non convenzionali utilizzando il coltello a serramanico, ma non prima di aver marcato con il binocolo o il drone i soldati della milizia di Rashida. Se fosse necessario, la soluzione migliore è quella d'interrogare un soldato, che può informarci sulle posizioni delle pattuglie nemiche proprio come accade in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.
Consigliamo di trovare un luogo sopraelevato, eliminando prima i tiratori scelti e successivamente i nemici protetti dalla corazza con i proiettili perforanti. Sfortunatamente l'intelligenza artificiale dei nemici rimane ancora il punto debole della produzione.
La maschera torna anche stavolta aiutandoci a identificare i nemici nascosti e le varie interazioni con l'ambiente che ci circonda: rappresenta uno strumento fondamentale per evidenziare chiunque si celi negli arbusti o dietro i sacchi di sabbia.
Se ci fossero da fare dei complimenti alla produzione, questi andrebbero alla cura rivolta alle taglie in cui uccidiamo uomini leali al regime di Rashida che compaiono improvvisamente nelle regioni mentre svolgiamo qualche incarico.
Veniamo avvisati da una notifica e da un simbolo rosso sulla mappa, raggiungibile in qualunque momento anche col viaggio rapido. Non mancano i collezionabili, che spingono i cacciatori di trofei e obiettivi a cercarli ovunque anche ricaricando le missioni appena concluse in cerca del punteggio perfetto. La longevità, che si attesta sulle quindici ore, è diluita in altre cinque se si rivive l'intera esperienza a un livello di sfida più elevato.
Sul lato tecnico c'è veramente poco da eccepire. Il titolo è vittima di qualche calo di frame rate soprattutto nei luoghi chiusi. Abbiamo riscontrato un bug fastidioso ma risolvibile durante la marcatura dei nemici che ci ha creato non pochi problemi nel corso delle fasi stealth. Stavolta però il team polacco ha sfruttato sapientemente il CryEngine, riuscendo a ripulirlo da alcune incertezze del passato con una qualità grafica davvero rifinita.
Sniper Ghost Warrior Contracts 2 è più maturo rispetto al predecessore, da cui riprende gli elementi migliori ripresentandoli in un'ambientazione dal tipico fascino mediorientale. Purtroppo non innova abbastanza e non osa come ci saremmo augurati, sebbene il team polacco abbia fatto tesoro delle critiche ricevute in passato offrendo un titolo dal ritmo ben diluito.
Considerato il prezzo di lancio fissato a 39,99 euro, è una spesa che si può fare senza troppi ripensamenti. Se amate il realismo e adorate i cecchini, la nuova opera targata CI Games può fare al caso vostro.