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Ashes of the singularity - recensione

Un RTS di dimensioni epiche.

Il genere RTS ha avuto dai tempi della sua nascita (il lontano anno 1992 in cui Dune 2 vedeva la luce) iterazioni che lo hanno portato a esplorare variazioni anche molto significative. Probabilmente la più importante è quella che vede la contrapposizione tra poche unità estremamente specializzate e "swarm" di molti esemplari che si muovono in mappe estremamente estese prediligendo così una dimensione più strategica. Tra i titoli che utilizzano la prima impostazione possiamo citare il primo Starcraft, mentre tra i secondi sicuramente Supreme Commander (magari nella sua ultima iterazione, Forged Alliance) incarna più precisamente la filosofia "strategica".

Ashes of the Singularity si ispira proprio a Supreme Commander e offre al giocatore un'esperienza RTS molto più riflessiva e dai ritmi compassati rispetto a quanto proposto dalla gran maggioranza dei titoli dello stesso genere.

La gestione delle risorse è una delle componenti fondamentali. Fra metallo e materiale radioattivo vi dovrete infatti impegnare a generare un flusso di risorse che vi permetta di mettere sul campo enormi eserciti. I depositi di metallo e quelli di materiale radioattivo si trovano in locazioni specifiche mentre la generazione dei quanta avviene liberamente dalle strutture che costruirete. I quanta servono per sbloccare abilità specifiche e per aumentare il punteggio di logistica, ovvero il numero di unità che potete avere in gioco, elemento fondamentale.

Ecco un attacco a un piccolo avamposto nemico con unità da mischia, artiglieria e bombardieri!

Qui troviamo la prima particolarità di AOTS, ovvero la necessità di avere i propri giacimenti in una rete, ovvero tutti collegati tra loro; ciò significa che l'economia di un giocatore è sempre a rischio visto che la perdita di un nodo comporta l'interruzione del flusso di tutti i nodi che non tracciano più una linea di collegamento alla base principale.

La seconda particolarità è la struttura piuttosto limitata di edifici, upgrade e, conseguentemente, unità. Scordatevi lunghi "tech tree", percorsi di avanzamento alternativi e sblocchi di unità da selezionare. In Ashes of the Singularity si ha prestissimo a disposizione l'intero arsenale creato dal team di sviluppo e ci si può così velocemente concentrare sull'economia e sulla strategia militare, le due meccaniche di gioco principali del gioco.

Le unità a disposizione sono abbastanza diverse tra loro e si caratterizzano per punteggi diversi in armatura, raggio, potenza bruta, velocità e salute massima. Così i ragionamenti più comuni riguardano l'utilizzo di unità da lungo raggio da posizioni di vantaggio, raid basati sulla velocità, concentrazioni "swarm" di unità da mischia e posizionamento delle dreadnaught, enormi navi da guerra di potenza impressionante che fungono da super-unità in grado da garantire vantaggi tattici e disastri gestionali in caso di distruzione.

La scala è estremamente alta; questo vuol dire che ci si trova a osservare il campo di battaglia da un elevazione consistente in modo da pensare le proprie mosse al livello più globale possibile, aiutati anche da una mini-mappa più utile che mai vista la scala ma vista anche la struttura "a nodi" di cui parlavamo all'inizio della recensione. Così l'intera esperienza di gioco diventa quasi una partita di Go in cui ciò che conta è far avanzare l'estensione della propria struttura tagliando quella altrui nei punti nevralgici scoperti.

I punti nodali della propria rete di produzione vanno difesi e sfruttati al massimo per mantenere la massa critica del proprio esercito.

Questo tipo di gameplay è interessante per quanto è preciso e diverso dal solito: il passo è più lento come dicevamo, ma decisamente non ci si annoia, si ha semplicemente qualche secondo in più per pensare mentre, nel frattempo, si costruiscono le decine di unità di cui si avrà bisogno. Va sottolineato che gli obiettivi variano dalla distruzione della base nemica alla cattura della maggior parte dei giacimenti di Turinium, una quarta risorsa che serve esclusivamente ad avvicinarci alla vittoria. Questo elemento aumenta ulteriormente le variabili strategiche e fa della gestione territoriale il vero focus del gioco. Le differenze tra le due fazioni sono abbastanza marginali; si limitano a velocità diverse e possibilità di rigenerazione. Non garantiscono comunque strategie sufficientemente diverse da giustificare approcci differenti.

In tutto questo le mappe su cui si gioca (in tutte le modalità) offrono qualche istanza strategica (elevazioni, gole isolate, punti di incontro) ma la sensazione è che in questo particolare ambito si sarebbe potuto fare di più per creare situazioni ancora più interessanti.

La modalità singola offre una campagna di undici missioni che ci sono sembrate, francamente, poco più di un allenamento per lo skirmish e il multiplayer, il vero focus di Ashes of the Singularity. La storia è poco interessante e abborracciata e i personaggi non hanno alcun peso narrativo; spesso si ha la sensazione di trovarsi di fronte più a un tutorial "allungato" che a una campagna vera e propria. Ad ogni modo, se non altro la campagna fa un ottimo lavoro nello skillare il giocatore per le fatiche del multiplayer, una modalità in cui AOTS potrebbe offrire al popolo di Internet sfide interessanti e diventare un classico.

Usiamo il condizionale perché il gameplay in generale ha sì una personalità precisa e interessante ma potrebbe non raggiungere quell'eccellenza necessaria (francamente molto alta) per catalizzare l'interesse di una quantità critica di giocatori. Titoli come Company of Heroes e Wargame Red Dragon, per intenderci, si sono meritati l'attenzione delle proprie comunità online attraverso gameplay e valori di produzione superiori a quelli di Ashes of the Singularity.

Le basi di Ashes of the Singularity sono ben realizzate ma gli edifici, come le unità, tendono ad assomigliarsi

A proposito di valori di produzione... Graficamente AOTS sfoggia il 64 bit e il supporto alle DirectX 12; questo permette al titolo di offrire la scala e la spettacolarità che solo Supreme Commander aveva fatto intravedere. Questo non vuol dire che bisogna aspettarsi meraviglie, ma che il concerto di distruzione che avremo a schermo non mancherà di impressionare per scala e fluidità dell'azione.

Le unità purtroppo non brillano per design e personalizzazione, anzi spesso si perdono e si confondono tra loro rendendo pressoché obbligatorio l'uso dei gruppi, se non ci si vuole limitare a creare grossi swarm indifferenziati di unità. A lenire in parte questo problema c'è la possibilità di creare eserciti, ovvero di raggruppare unità di tipo diverso che poi si schiereranno seguendo le proprie caratteristiche: questo crea formazioni automaticamente coerenti e permette al giocatore di concentrarci sulla "big picture" piuttosto che fare micromanaging.

Musica ed effetti speciali sono ben realizzati e adatti. Laser ed esplosioni mai troppo fracassone sono accompagnati da un'elettronica dai toni "celestiali" decisamente mai troppo agitata e in linea con il carattere compassato dell'esperienza.

Insomma in definitiva Ashes of the Singularity è un ottimo prodotto che offre un approccio diverso dai normali RTS attraverso una scala più alta e un'impostazione strategica generale più raffinata e interessante. I problemi riguardano la campagna singola decisamente dimenticabile e il fastidioso problema delle unità troppo simili che possono confondere nella gestione e causare così errori potenzialmente disastrosi. Se siete appassionati del genere, Ashes of the Singularity è un must in grado di regalarvi parecchio divertimento grazie alle sue ottime modalità skirmish e multiplayer.

Scontro tra dreadnaught: studiare il posizionamento delle navi ammiraglie nemiche e gestire le proprie è una componente fondamentale del gameplay del gioco.

Nota finale: Stardock, lo sviluppatore di Ashes of Singularity, ha pubblicato in un post sul forum di Steam una roadmap dettagliata delle future aggiunte al gioco. Molte di queste aggiunte sono taggate come "free", ovvero gratuite, e alcune di queste riguardano anche miglioramenti all'interfaccia e nuovi episodi della campagna. Ovviamente non possiamo in nessun modo ipotizzare né l'effettiva release di queste aggiunte né valutarne la portata.

Ad ogni modo ribadiamo che Ashes of the Singularity offre un gameplay di ottimo livello accompagnato da buoni valori di produzione e da una discreta implementazione generale; il tutto accompagnato, invece, da una scarsa modalità singola. In caso questi aspetti vengano migliorati il titolo ha quindi le potenzialità per guadagnare un punto nella votazione finale e assurgere così al livello dei migliori esponenti del genere RTS attualmente sul mercato.

7 / 10
Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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