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Assassin's Creed - recensione

Ubisoft porta al cinema la sua serie di successo con un progetto ambizioso.

A ben guardare non è che 'Prince of Persia: le Sabbie del Tempo', universalmente riconosciuto come un fiasco cinematografico, sia andato male. Facendo qualche ricerca si scopre che il film prodotto da Jerry Bruckheimer (Beverly Hills Cop, Flashdance, Top Gun, The Rock, Con Air, Armageddon, Black Hawk Down, Pearl Harbor e soprattutto Pirati dei Caraibi) e distribuito da Walt Disney Pictures, nel 2010 ha pur sempre debuttato al cinema in terza posizione dietro a 'Shrek e vissero felici e contenti' e 'Sex and the City 2'.

E che il suo DVD, nella prima settimana, s'è collocato in cima alle classifiche americane dell'home video, col risultato di totalizzare a livello mondiale guadagni per 335 milioni di dollari, un valore superiore persino a quello del celebre Lara Croft: Tomb Raider con Angelina Jolie. Un risultato che l'ha collocato in cima alla lista dei migliori adattamenti cinematografici di videogiochi e durato fino all'arrivo di Warcraft, quest'anno.

Eppure da questa esperienza Ubisoft ha tratto un insegnamento, ossia quello di non cedere più le proprie IP in licenza a qualcun altro, bensì di gestirle direttamente. Ecco perché il film di Assassin's Creed ha seguito un altro iter, con la casa transalpina che ha contattato direttamente l'attore protagonista, Michael Fassbender; e che ha rinegoziato l'accordo con Sony Pictures, limitando l'apporto della major unicamente alla distribuzione del film.

Curiosamente, lo stesso Fassbender ha voluto avere a sua volta voce in capitolo, accettando il ruolo di protagonista unicamente alla condizione che la sua casa di produzione potesse investire nel film. E acquisendo così quel margine di controllo sulla sceneggiatura e il cast, che diversamente gli sarebbe stato precluso.

Tutto questo per dire che per il film di Assassin's Creed, che ho visto a Roma nel corso di una presentazione alla stampa, non ci sono scusanti. Ubisoft ha avuto il controllo che voleva sull'intera produzione, lasciando a Michael Fassbender, la sua prima scelta, il giusto margine di discrezionalità. Il risultato? Senz'altro l'adattamento migliore di un videogioco sul grande schermo, anche se a nostro avviso qualcosa poteva essere fatto diversamente.

La trama racconta la storia di Callum Lynch (Fassbender), detenuto nel braccio della morte per l'uccisione di un uomo, che viene salvato dall'iniezione letale proprio dalla Abstergo Industries, la moderna incarnazione dell'antico ordine dei Templari. Il motivo è quello che gli appassionati ben conoscono, ossia fargli rivivere attraverso il suo genoma le gesta dell'avo Aguilar de Nerha, vissuto ai tempi dell'Inquisizione spagnola. E arrivare così alla Mela dell'Eden.

Assassin's Creed è un film che fa dannatamente sul serio: la recitazione del cast, che oltre a Fassbender vede Marion Cotillard e Jeremy Irons, è di primo livello. Si tratta di attori di primissimo piano, capaci da soli di dare lustro a qualsiasi produzione, a maggior ragione se si tratta della trasposizione di un videogioco. E che, contrariamente a quanto potrebbero pensare gli scettici, non sono venuti a guadagnare soldi facili, offrendo anzi una recitazione di ottimo livello.

Che il film faccia sul serio lo si capisce anche dalla regia di Justin Kurzel, dal montaggio e dalla fotografia. Non siamo di fronte a un prodotto che risparmia, né che si risparmia, e tutto è curato come nei migliori dei film d'azione. La sceneggiatura, invece, merita un approfondimento.

La nostra intervista a Michael Fassbender, protagonista del film.Guarda su YouTube

L'Assassins Creed che ci propone Ubisoft è infatti molto più drammatico, intenso e oscuro di quello dei videogiochi, che con l'eccezione del terzo capitolo hanno sempre mostrato di prediligere i toni leggeri. Al punto che una volta usciti dal cinema, abbiamo realizzato di essere stati ben intrattenuti da una trama capace di rendere giustizia sul grande schermo all'eterna lotta tra Assassini e Abstergo. Senza però esserci divertiti come ci saremmo immaginati dal film tratto da un videogame.

Difficile spiegar le ragioni dietro tale scelta ma nessuno s'aspetti la leggerezza delle produzioni targate Marvel: Assassin's Creed è molto più serio, ed è forte la sensazione che Ubisoft abbia sentito il bisogno d'emanciparsi dalla sua audience abituale per rendersi appetibile a un pubblico più adulto. Una scelta senz'altro comprensibile che però rischia di spiazzare il giocatore che entri in sala aspettandosi magari un lungometraggio che strizzi l'occhio a Ezio Auditore.

Che Assassin's Creed voglia prendere le distanze dal suo target di riferimento è un sospetto che trova conferma anche nel modo in cui viene presentato l'Animus, ben diverso da quello visto nei videogiochi e anzi più violento, brutale e doloroso per chi lo usa. "Altrimenti sarebbe stato troppo simile a Matrix", ha affermato Fassbender, "e pare che Ubisoft introdurrà questa nuova versione nei prossimi Assassin's Creed".

Da ultimo, ci ha stupito il bilanciamento tra le fasi dentro e fuori l'Animus. I videogiochi ci hanno abituato a brevissime sortite nella realtà, abbracciando ampiamente la finzione. Nel film invece le sezioni simulate sono uguali se non inferiori a quelle al di fuori dell'Animus. Che peraltro continua a far capolino durante le gesta di Aguilar de Nerha, quasi a ricordare costantemente allo spettatore che tutto quel che si vede è finzione. C'è chi ha affermato che ciò sia stato voluto per abbattere i costi di produzione, chi invece vede questa scelta coerente col desiderio di Ubisoft di non realizzare un film in costume. Anche le divinità che compongono il pantheon di Assassin's Creed, qui trovano appena un lontano accenno.

L'intervista a Justin Kurzel, regista del film di Assassin's Creed.Guarda su YouTube

In conclusione, il film di Assassin's Creed è probabilmente la migliore trasposizione cinematografica di un videogioco. Perché la performance di Fassbender, con quel viso ambiguo nella realtà come nella finzione, supera di una spanna quella dei pur bravi Jake Gyllenhaal, Angelina Jolie e Bob Hoskins che furono. Perché il cast è di un livello tale da far sembrare Warcraft un prodotto amatoriale, con gli effetti speciali che amalgamano molto meglio gli attori in carne e ossa con gli ambienti realizzati in computer grafica.

Soprattutto, il film di Assassin's Creed ci è piaciuto perché cerca di essere qualcosa in più, qualcosa di diverso rispetto al videogioco da cui deriva, laddove Ubisoft avrebbe potuto mostrare meno coraggio e narrarci le gesta del personaggio più iconico della serie (Ezio Auditore) nelle città più iconiche (Roma, Firenze e Venezia). Invece ha scelto un protagonista, una location e un periodo storico inediti per la serie.

In questo suo voler essere qualcosa di più, qualcosa di diverso, sta però l'unico neo di un'operazione potenzialmente di successo. Perché siamo sicuri che tra quei cento milioni di videogiocatori che finora la serie di Ubisoft è riuscita a catturare, non mancherà chi uscirà dal cinema sorpreso da un Assassin's Creed che si prende molto sul serio.

8 / 10