Assassin's Creed Syndicate - recensione
Le catene invisibili di un marchio di successo.
Mantenuto un insolito basso profilo, Assassin's Creed Syndicate è finalmente approdato su console e PC. Dopo le vicende che hanno coinvolto Unity, colpevole di essere uscito con un codice letteralmente falcidiato da bug di ogni genere (in particolar modo su PC), per gli sviluppatori non dev'essere stato facile lavorare a questo episodio della longeva saga di Ubisoft.
La scelta di rimanere nell'ombra e di non diffondere troppi dettagli relativi a Syndicate ha sicuramente pagato, visto che l'atmosfera attorno al nuovo capitolo dell'interminabile faida tra assassini e templari è più leggera del previsto.
Fortunatamente Ubisoft non si è lasciata abbattere dal passo falso fatto con Unity, e ha raccolto i feedback di giocatori e addetti del settore per cercare di migliorare il proprio prodotto, esattamente come fece anni fa con il passaggio dal primo al secondo Assassin's Creed.
Il salto che c'è stato tra Unity e questo sequel, infatti, ricorda molto da vicino quello già vissuto in passato con il passaggio di consegne tra Altair ed Ezio Auditore: ambientazione più varia e curata, personaggi più interessanti e, soprattutto, l'aggiunta di un gran numero di elementi di gameplay utili a trasformare un'esperienza affascinante e visivamente ottima in quello che sarebbe dovuto essere fin dall'inizio: un gioco.
Per favorire questa evoluzione Ubisoft ha avuto l'umiltà di guardarsi intorno per cercare di capire quali fossero i punti forti di altre due grandi saghe assimilabili a quella di Assassin's Creed: Batman e GTA. Dal primo gli sviluppatori hanno preso spunto per migliorare il sistema di combattimento, gli spostamenti nell'ampia mappa di gioco e le indagini (goffamente introdotte in Unity), mentre dal secondo hanno preso la gestione dei veicoli (con relativi furti e combattimenti in corsa) e dei protagonisti multipli.
A questo si affianca un'ambientazione finalmente all'altezza delle aspettative. Pur settando nuovi standard di ampiezza per la serie, infatti, la Parigi di Unity era vuota, piatta e drammaticamente noiosa, dettaglio che ne rendeva l'esplorazione un tedioso riempitivo tra una missione e l'altra.
La Londra vittoriana di Assassin's Creed Syndicate, al contrario, offre un gran numero di spunti differenti, sia dal punto di vista paesaggistico che nella cura per i particolari. Il fatto di poter recuperare parte delle architetture già usate nelle colonie britanniche dei passati episodi, oltre ad alcune delle strutture preparate per Unity, ha sicuramente aiutato a creare un'ambientazione più ricca e credibile, segno evidente di quanto i tempi di sviluppo previsti dal mercato attuale, per titoli di questa portata, siano a dir poco insufficienti.
Probabilmente, se Unity fosse uscito un anno dopo non si sarebbe rivelato la delusione che è stato, sia in termini tecnici che di contenuti. Se avete paura che con Assassin's Creed Syndicate si possa ripetere quanto visto con il titolo precedente, quindi, potete dormire sonni tranquilli.
Questa volta l'Animus ci invita a vestire i panni di due gemelli, Jacob ed Evie Frye, figli di una coppia di assassini che hanno deciso a loro volta di unirsi al credo, anche se per motivi differenti. D'altra parte, pur essendo gemelli i due Frye non potrebbero essere più diversi tra loro. Evie è l'assassina perfetta, una studiosa pacata e calcolatrice, votata ad approcci ragionati e il più possibile discreti; Jacob, dal canto suo, è un guascone di prima categoria, borioso, sicuro di sé e sempre pronto a buttarsi nella mischia o ad accettare imprese anche rischiose, se potenzialmente divertenti.
Le profonde differenze caratteriali tra i due fratelli emergono in modo costante per tutta la durata dell'avventura, sia durante i dialoghi che nelle missioni pensate appositamente per l'uno o per l'altra. Per fermare l'ennesimo piano dei templari, infatti, Jacob ed Evie scelgono due approcci molto diversi, che una volta messi insieme dimostreranno di poter dare frutti inaspettati.
Da brava studentessa modello, l'agile Evie decide di portare avanti la ricerca dei famigerati frutti dell'Eden, in modo da impedire ai templari di mettervi le mani sopra e di usarne i poteri per i propri scopi. Nel frattempo, il chiassoso Jacob decide di creare una banda con cui assumere il controllo di Londra, strappando uno dopo l'altro i pezzi della città britannica dal controllo di Crawford Starrick.
Il giocatore, ovviamente, viene coinvolto in entrambe le linee narrative, che si incrociano di continuo mostrando i progressi fatti dai fratelli Frye e l'evoluzione del loro rapporto, anche con i vari personaggi incontrati nel corso dell'avventura. Le differenze tra i due assassini non coinvolgono solo la parte squisitamente caratteriale, ma emergono anche sul campo di battaglia grazie a un sistema di crescita e progressione basato sul più classico degli skill tree.
Un po' come accade in tanti GDR, infatti, in Assassin's Creed Syndicate è possibile spendere i punti abilità accumulati con l'esperienza per sbloccare talenti utili a migliorare l'efficacia dei due assassini protagonisti. A seconda del proprio stile di gioco, è possibile spendere punti per migliorare l'efficacia dell'approccio stealth, per diventare letali macchine da guerra in combattimento, oppure per sfruttare al meglio le opportunità garantite dall'ambiente circostante.
In questo sistema di crescita sono state inserite abilità specifiche per Jacob o Evie, le prime indicate per dare il massimo nelle scazzottate, le seconde per diventare veri e propri fantasmi. Gli skill tree funzionano a dovere, anche se avremmo preferito che le abilità specifiche dei due fratelli venissero distribuite anche fra le caselle ai livelli più bassi, in modo da rendere ancor più marcate le differenze tra i due.
I programmatori, invece, hanno deciso di optare per un approccio diverso, posizionando le abilità "personali" solo al termine dei vari rami, suggerendo ai giocatori quale strada far seguire a Jacob, e quale ad Evie.
Missione dopo missione, punto abilità dopo punto abilità, i due fratelli crescono diventando sempre più letali, liberando al tempo stesso i quartieri di una Londra sempre piena di vita. Rispetto a quanto visto nella Parigi di Unity, le strade di Londra sono meno affollate, pur garantendo l'impressione di trovarsi in una città molto attiva e popolosa.
Evidentemente l'introduzione delle carrozze e dei cavalli ad esse abbinati ha costretto gli sviluppatori a scendere a compromessi, ma il risultato finale è ben più convincente rispetto a quanto visto in Unity, sia dal punto di vista dell'impatto grafico (in particolar modo per la fluidità generale) che da quello del gameplay vero e proprio.
Dimenticatevi l'incubo degli spostamenti lungo strade piene di persone, elemento che nel precedente capitolo costringeva spesso a preferire le corse solitarie sui tetti di Pargi. In Assassin's Creed Syndicate l'esplorazione della città è tornata ad essere un piacere, e può essere affrontata in tanti modi differenti.
Si può vagabondare nei quartieri osservando il panorama e i comportamenti dei numerosi NPC, si può "prendere in prestito" una carrozza per sfrecciare lungo le trafficate strade cittadine, oppure si può volteggiare tra i tetti londinesi come dei perfetti Spider Man vittoriani, una volta ottenuto l'utile rampino.
Questo indispensabile accessorio fa per la prima volta la sua comparsa nella serie Ubisoft, e strizza l'occhio a quanto abbiamo visto nella serie Arkham di Batman. Tramite la semplice pressione del tasto L1, infatti, i gemelli Frye possono ancorarsi a uno dei tanti appigli messi a disposizione dalla città (praticamente ogni edificio, più tante altre strutture urbane) per percorrere in un batter d'occhio distanze importanti.
Se da una parte l'avvento del rampino va a indebolire le storiche arrampicate della serie (comunque ancora presenti, e legate al sistema di controllo introdotto in Unity), dall'altra rende molto più godibili gli spostamenti in città, spingendo anche a ricorrere meno frequentemente ai viaggi rapidi.
Tra i tanti problemi strutturali di Unity, uno dei più gravi era la carenza di elementi di gameplay degni di nota. Per l'intera durata dell'esperienza, infatti, il giocatore era chiamato a ripetere ancora e ancora le medesime missioni, arrivando così a un drastico calo di interesse nei confronti di quanto offerto dal gioco.
In Assassin's Creed Syndicate la situazione è molto migliorata, e la varietà dei compiti assegnati ai due gemelli merita un plauso. Nel corso della liberazione di Londra, infatti, è necessario rubare i carri con le risorse della banda rivale (lanciandosi poi in spericolati inseguimenti lungo le strade cittadine, con tanto di "sportellate", sparatorie in corsa e salti da una carrozza all'altra), rapire o catturare persone d'interesse (infiltrandosi in zone piene di brutti ceffi ostili, cercando di uscire indisturbati con il bersaglio), liberare i bambini costretti a lavorare nelle fabbriche (finalmente si possono anche nascondere i cadaveri delle vittime, opzione indispensabile nelle missioni stealth), assaltare treni, farsi valere in qualche sana scazzottata, vivere vere e proprie battaglie tra bande rivali in perfetto stile Gangs of New York, aiutare diversi personaggi storici con missioni create appositamente per loro e, soprattutto, cercare di risolvere alcuni crimini indagando come dei novelli Sherlock Holmes.
Come abbiamo già accennato, le indagini del nuovo Assassin's Creed sembrano essere uscite da un episodio della serie Arkham, solo che i gemelli Frye si sostituiscono al Cavaliere Oscuro. In questi casi è necessario parlare con i testimoni, usare l'Occhio dell'Aquila per individuare ed esaminare indizi più o meno rilevanti e, una volta raccolti tutti i pezzi del puzzle, indicare il colpevole.
Ogni volta che si accusa la persona sbagliata cala l'entità della ricompensa, quindi non c'è mai il rischio effettivo che venga incriminato un innocente. Ed è un peccato, perché sarebbe stata un'opzione interessante, magari con il relativo fallimento della missione. Nonostante questo, però, le missioni associate alle indagini sono ben strutturate, e rappresentano un netto passo in avanti rispetto a quelle appena abbozzate in Unity.
Ad aiutare sono anche le nuove soluzioni grafiche che, grazie alla "cura Batman", mostrano chiaramente su schermo i risultati delle deduzioni di Jacob ed Evie, indicando le traiettorie dei proiettili esplosi, le impronte sul terreno, e anche dettagli relativi alla direzione degli schizzi di sangue e via dicendo.
Tra i tanti interventi fatti dagli sviluppatori su questo capitolo di Assassin's Creed, segnaliamo anche quelli al sistema di combattimento. Anche in questo caso i riferimenti a Batman sono evidenti, visto che tutto ruota attorno alla lunghezza delle combo e all'uso delle contromosse effettuate con il giusto tempismo.
Mentre si picchiano i bersagli usando gli attacchi normali, associati su PS4 al tasto Quadrato, è necessario tenere d'occhio gli avversari che circondano il protagonista di turno. Quando la loro barra dell'energia diventa dorata, vuol dire che stanno per sferrare un colpo, e che per evitarlo è necessario premere il tasto Cerchio. Nel bel mezzo delle mischie, poi, l'icona del tasto Triangolo appare sulla testa di Jacob o Evie ogni volta che un tiratore sta per sparare nella loro direzione. Premendo il tasto al momento giusto, si possono schivare i proiettili, tenendo così al sicuro il contatore delle combo.
Via via che si accumulano i danni sui bersagli, questi entrano in uno stato chiamato agonia, durante il quale diventano vulnerabili alle esecuzioni dirette. Il sistema funziona piuttosto bene, e si evolve adeguatamente in base alle abilità sbloccate salendo di livello. Più si diventa forti, più è facile far entrare gli avversari in stato di agonia, arrivando anche a fare contromosse ed esecuzioni multiple.
I combattimenti sono veloci e gratificanti, anche se mai troppo difficili. In realtà, è tutto il gioco ad essere fin troppo accessibile, tanto che vi capiterà di morire solo per qualche salto sbagliato (ma solo andandovela proprio a cercare).
Ma arriviamo alla domanda che molti di voi si staranno ponendo: com'è la situazione dei bug? Il gioco funziona correttamente? Premettiamo che la versione da noi provata è quella PS4, e che non abbiamo avuto modo di testare né quella Xbox One, né quella PC (che nel caso di Unity era di gran lunga la peggiore, e che comunque uscirà in seguito).
Prima di portare avanti la nostra lunga sessione di gioco abbiamo scaricato una patch, ma giusto ieri abbiamo pubblicato una news che parlava di una doppia patch al day one. Naturalmente non possiamo sapere cosa verrà risolto con il secondo download.
Nel nostro playthrough ci siamo imbattuti in una manciata di bug, dei quali due ci hanno costretto a riavviare la console. Siamo passati dai classici oggetti fluttuanti ai personaggi incastrati nei tavoli (entrambi incontrati una sola volta), fino ad arrivare al mancato caricamento di una cassa legata al completamento di una missione (veniva segnalata sulla mappa, ma non era presente nel gioco. Abbiamo dovuto riavviare la missione per risolvere il problema).
Il bug più fastidioso che abbiamo incontrato, tuttavia, ha visto un poliziotto rimanere bloccato nell'animazione della cattura (quella che si attiva durante i rapimenti) e incastrato alla povera Evie, costretta ad andare in giro trascinandosi una fastidiosa zavorra. Potevamo camminare normalmente, ma ogni volta che provavamo a correre inciampavamo sulla guardia fusa con la protagonista. Alla fine, siamo rimasti incastrati a un elemento dell'ambientazione, e siamo stati costretti a riavviare.
Altri colleghi con cui ci siamo confrontati ci hanno segnalato problemi diversi che a noi non sono capitati, quindi è evidente che, anche se in maniera minore rispetto a Unity, anche il codice di Syndicate presenta più di un difetto che dovrà essere aggiustato attraverso l'inevitabile danza delle patch. Va però detto che nonostante i problemi segnalati abbiamo tranquillamente portato a termine il gioco, godendocelo e rimanendo piacevolmente colpiti (grazie anche a un'interessante evoluzione della trama nelle fasi finali).
Assassin's Creed: Syndicate è quindi un titolo molto piacevole, un'esperienza appagante e un netto passo avanti rispetto al deludente Unity. Prima di chiudere l'articolo, però, vorremmo lasciarvi con una riflessione. La storia della faida millenaria fra templari e assassini è ormai stantia, e da canovaccio interessante si è trasformata in un enorme limite per la creatività degli sviluppatori.
Esattamente come era già accaduto con Black Flag, che sarebbe tranquillamente potuto essere un ottimo gioco di pirati senza il nome Assassin's Creed, anche Syndicate sarebbe potuto essere un fantastico titolo dedicato alle lotte fra le bande della Londra vittoriana, senza gli orpelli inutili dell'Animus, dei frutti dell'Eden e delle sequenze di memoria.
Quando si arriva alla situazione in cui un marchio ha raggiunto una popolarità tale da piazzare milioni di copie anche solo grazie alla forza del nome, per i publisher diventa difficile accantonarlo. Ma se l'abbandono di una serie (e del suo substrato ludico e narrativo) permettesse di creare esperienze ancora migliori, a voi giocatori non farebbe piacere?
Gli sviluppatori di Ubisoft stanno dimostrando di poter creare esperienze valide e interessanti, ma sono imprigionati in un universo pieno di regole ed elementi narrativi da cui è impossibile scappare. Anche Assassin's Creed Syndicate è soggetto a questa dinamica, tanto che il giocatore è comunque costretto a sorbirsi (anche se in maniera minore) delle sequenze narrative ambientate nel presente, che spostano l'attenzione su personaggi risalenti alla storia di Desmond.
È come se Assassin's Creed fosse una celebre serie TV ormai giunta alla decima stagione e rimasta palesemente a corto di idee. Nel mercato attuale è impensabile abbandonare un marchio di successo "solo" per poter offrire agli utenti qualcosa di meglio, ma forse Ubisoft dovrebbe trovare il coraggio di promuovere una piccola, grande rivoluzione.