Assassin's Creed Unity: è tempo di rivoluzione? - prova
Siamo volati a Parigi per provare il titolo di Ubisoft.
Qualche giorno fa, siamo stati invitati a Parigi per provare una versione avanzata di Assassin's Creed Unity, titolo che dovrebbe rappresentare una piccola rivoluzione per il celebre franchise Ubisoft. Il condizionale è d'obbligo, visto che c'è ancora tanto da lavorare, ma da quel che abbiamo potuto vedere sembrerebbe davvero che i programmatori stiano cercando nuove soluzioni con cui rinfrescare la serie.
Durante la nostra sessione parigina abbiamo potuto giocare due sequenze complete, alcune missioni coop (sia in due che in quattro) e, naturalmente, perderci per le strade di una Parigi ricostruita in modo magistrale, andando a caccia di segreti e di missioni secondarie.
Con Assassin's Creed Unity, gli sviluppatori stanno cercando di lasciare maggiore libertà al giocatore, spingendolo a sperimentare e a trovare il proprio modo ideale per portare a termine le sfide proposte. Gli indicatori dell'obiettivo sono ancora presenti su schermo, ma le fasi in cui si devono eliminare i bersagli principali possono essere sempre affrontate in tanti modi diversi. L'idea di base, infatti, è quella di mettere gli utenti di fronte a una situazione ben precisa, caratterizzata da un gran numero di possibili strade per raggiungere il proprio obiettivo. Il risultato è interessante, e sotto alcuni aspetti ricorda Splinter Cell.
Arrivato sul luogo dell'operazione, infatti, Arno deve individuare il proprio bersaglio e, fatto questo, trovare un modo per raggiungerlo e abbatterlo. Nella prima sequenza da noi completata, il bersaglio era barricato all'interno di una Notredame sotto stretta sorveglianza e assediata da una folla di popolani in rivolta. I modi per entrare erano davvero molti, ma prima di arrampicarci sulla facciata laterale della chiesa abbiamo rubato un mazzo di chiavi a una delle guardie, ed eliminato il capo della sorveglianza, nel cimitero accanto all'edificio.
Perché abbiamo fatto queste operazioni? Come sapevamo dove andare? Semplice: all'inizio delle missioni di assassinio, la telecamera mostra gli elementi rilevanti dello scenario, inquadrando guardie, zone "calde" e punti dove si potrebbe dar vita a un diversivo, un po' come accadeva nei vecchi capitoli di Prince of Persia ogni volta che si entrava dentro una nuova stanza.
Ciò che viene suggerito dalla telecamera, però, non viene poi spiegato in alcun modo, e sta al giocatore capire come trasformare l'indizio in un vantaggio per Arno. Se il furto delle chiavi portava a risultati abbastanza scontati (permettendo di aprire tutte le porte all'interno di Notre-Dame), l'uccisione del capo delle guardie necessitava di un pizzico di investigazione extra, per essere sfruttata a dovere.
Osservando il comportamento del personaggio in questione, infatti, si scopriva che quest'ultimo doveva incontrarsi con due sottoposti per poi entrare nella chiesa, avvicinandosi al bersaglio finale di Arno. Eliminandolo e prendendo il suo posto con un veloce travestimento, quindi, si otteneva la possibilità di superare anche la più stretta delle sorveglianze senza troppi problemi.
Sotto un certo punto di vista, sembra quasi che gli sviluppatori abbiano ripreso alcuni elementi del primissimo Assassin's Creed (dove portando a termine le missioni secondarie si ottenevano informazioni utili a rendere più facile l'esecuzione del bersaglio finale) e, soprattutto, della saga di Hitman, scelta che potrebbe rivelarsi sorprendentemente azzeccata.
La seconda sequenza, The Kingdom of Beggars, ruotava tutta attorno alla ricerca di un personaggio particolarmente sfuggente, che per essere individuato ha richiesto una lunga indagine nella corte dei miracoli, zona di mendicanti e prostitute. Dopo aver pedinato un uomo di nome La Touche, in un'umida notte di pioggia abbiamo raggiunto il nostro bersaglio, eliminandolo dopo esserci fatti strada passando dalle fogne di Parigi. È stato proprio in questa sequenza che abbiamo incontrato per la prima volta il personaggio di De Sade, affascinante e ben caratterizzato.
L'ambientazione è sicuramente valida e i programmatori stanno lavorando per cercare di rendere viva l'enorme ricostruzione poligonale di Parigi. Le strade sono costantemente affollate, al punto che per spostarsi da una parte all'altra della città diventa quasi necessario portarsi al livello dei tetti, dove finalmente non sono più presenti inutili guardie, se non dove strettamente necessario.
La gran quantità di persone facilita la vita di Arno, che finalmente può confondersi tra la folla senza dover passare da un gruppetto di persone all'altro. La conseguenza naturale di questa novità è un nuovo comportamento da parte delle guardie, ora molto più insistenti quando si tratta di investigare su qualcosa di sospetto.
Per rendere tutto ancor più interessante, poi, Ubisoft ha esteso anche ad Assassin's Creed l'uso dell'ultima posizione nota, introdotta con successo in Splinter Cell. Questa caratteristica può essere sfruttata per attirare le sentinelle in una direzione, per poi attaccarle brutalmente alle spalle.
Tutto questo ha un senso soprattutto a causa delle modifiche apportate al sistema di combattimento. Scordatevi di poter affrontare da soli gruppi di 5 o 6 guardie. Pur essendo molto forte, Arno può permettersi di affrontare due, massimo tre avversari nello stesso momento, ma se vuole portare a casa la pelle è costretto a optare per una ritirata strategica, magari sfruttando le utilissime bombe fumogene per creare un diversivo.
Anche il multiplayer sembrerebbe davvero intrigante. Le sessioni che abbiamo giocato, sia in due che in quattro, si sono dimostrate particolarmente divertenti, visto che richiedono una buona dose di gioco di squadra e, soprattutto, tanta comunicazione durante la partita. Sincronizzarsi per eliminare contemporaneamente una serie di bersagli multipli è fondamentale, anche solo per capire come dividere gli obiettivi tra i membri della squadra.
Le missioni in coop, in pratica, sono l'evoluzione di quelle della Campagna single player denominate blackbox, ovvero quelle in cui Arno deve accedere a zone altamente sorvegliate per eliminare il proprio obiettivo. Ogni missioni viene generata in modo casuale, mantenendo la medesima ambientazione, ma cambiando la disposizione delle guardie e degli obiettivi (persone da salvare o eliminare, tesori da raccogliere e via dicendo).
Tutto questo promette di espandere a dismisura la longevità, senza dover necessariamente ricorrere a tonnellate di collezionabili. Che in ogni caso saranno presenti. Sparse per tutta la città di Parigi, infatti, ci saranno diverse coccarde da collezionare, affiancate da una vasta gamma di scrigni che, per essere aperti, richiederanno delle condizioni particolari.
A seconda del colore dello scrigno, infatti, sarà possibile aprirlo normalmente, scassinarlo, oppure interagire con esso tramite la Companion App (una mappa interattiva in tempo reale, arricchita da una serie di menu per personalizzare al volo equipaggiamento e costumi), che in questo modo diventerà fondamentale per completare il gioco al cento per cento. Speriamo solo che non usando tale App non si perdano elementi importanti del titolo!
Un altro elemento interessante di Unity riguarda il sistema di crescita e personalizzazione del proprio assassino. Non solo sarà possibile acquistare una vasta gamma di armi e colori per la propria divisa, ma si potranno anche sbloccare capi di abbigliamento sempre nuovi, tra cappucci, giacche, pantaloni, stivali e guanti.
Allo stesso modo si potranno ottenere abilità per la personalizzazione, utili sia in single player che durante le sessioni multiplayer. Le abilità si dividono in Melee, Ranged, Stealth ed Health, e spaziano dall'uso delle varie armi (con tanto di attacchi speciali per sbilanciare gli avversari), alla possibilità di estendere a tutti i compagni di squadra le eventuali cure e gli effetti dell'Occhio dell'Aquila, favorendo così il gioco in coop.
Dal punto di vista tecnico il gioco convince ma ancora da rifinire. L'impatto garantito dalla città è eccellente ma camminando per le strade affollate capita spesso di imbattersi in piccoli bug tipici della serie, con persone che appaiono o spariscono improvvisamente, capi d'abbigliamento che fluttuano nell'aria e altri problemi simili.
Al momento, però, il colpo d'occhio è garantito, soprattutto grazie all'ottimo lavoro di ricostruzione della città. A preoccuparci maggiormente, rispetto al comparto tecnico, è piuttosto la presenza delle tanto odiate microtransazioni, che rischiano di rovinare un'esperienza potenzialmente valida. All'interno di Assassin's Creed Unity sono infatti presenti tre tipi diversi di valuta: una che si guadagna con l'economia del gioco, un'altra legata agli obiettivi (un'implementazione diversa di UPlay, in pratica), e i soldi reali.
A seconda del tipo di extra che si desidera sbloccare, si può ricorrere a una delle valute in questione. Le microtransazioni vere e proprie intervengono per l'acquisizione di bonus a tempo che, a seconda della quantità di denaro investito, permettono di provocare più danni o di resistere meglio agli attacchi per 3 o 5 minuti, facilitando l'avanzamento nel gioco.
Anche gli oggetti sbloccabili, inoltre, possono essere regolarmente acquistati tramite la valuta in game oppure ottenuti a forza tramite il comando Hack, attivabile ricorrendo alla carta di credito. Naturalmente è presto per capire quanto ciò influirà sul bilanciamento e sull'esperienza in generale.
Quel che è certo è che Assassin's Creed Unity ha le carte in regola per portare l'attesa ventata d'aria fresca all'interno della serie. Tutto sta nel capire quanto Ubisoft vorrà osare e quanto spazio darà alle nuove meccaniche di gioco, rispetto all'impostazione classica.