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Assassin's Creed Unity: una nuova generazione di assassini - review

La rivoluzione di Ubisoft riesce solo a metà.

Con Assassin's Creed Unity, Ubisoft ha avuto l'opportunità di dare una svolta netta a una delle sue serie di punta, amata dal pubblico e, soprattutto, da negozianti e grandi catene, visti gli ottimi dati di vendita regolarmente registrati da giochi e gadget legati al franchise.

Ogni filmato, evento di presentazione e press tour legato al gioco lasciava pensare che questa volta, in effetti, ci saremmo trovati di fronte a qualcosa di profondamente diverso rispetto ai capitoli della scorsa generazione, complice la potenza delle nuove piattaforme e, soprattutto, il desiderio di sperimentare nuove strade, più volte manifestato dai programmatori.

La rivoluzione di Ubisoft, in realtà, è riuscita solo a metà, visto che dopo aver completato la Campagna di Unity (in circa 13 ore, in versione Xbox One) siamo rimasti con un po' di amaro in bocca a causa di un'esperienza che, pur modificando alcuni aspetti del gameplay originale e inserendo l'ottima modalità multiplayer cooperativa, scende a compromessi rinunciando a tanti altri elementi che i fan della saga davano ormai per acquisiti.

Il primo impatto con il gioco è sicuramente gradevole, complici il buon impatto visivo garantito dalla città di Parigi, e la genesi di un nuovo personaggio, come sempre raccontata attraverso sequenze di gioco che ne fanno rivivere l'infanzia.

La personalizzazione del proprio assassino è piuttosto profonda. Ogni parte dell'equipaggiamento influisce su diverse statistiche legate al gameplay.

Basta poco, tuttavia, per rendersi conto che con Arno Ubisoft non ha fatto altro che creare Ezio 2.0, probabilmente per cercare di replicare il successo che l'assassino fiorentino ha ottenuto con i propri fan. Sotto molti punti di vista, Arno si dimostra una copia carbone di Ezio, motivo per cui fatica a fare davvero breccia nel cuore del giocatore.

Al di là delle qualità del protagonista, comunque, Unity presta il fianco a più di una critica. Dopo aver navigato in lungo e il largo con Black Flag (e ora anche con l'attualissimo Rogue), tornare a vivere una lunga avventura in una sola ambientazione, per quanto grande, può causare una certa insoddisfazione.

Il fatto di dover percorrere per più di 10 ore le stesse strade, ancora e ancora, rende l'esperienza troppo piatta, nonostante gli sforzi fatti dagli sviluppatori per riempire Parigi di cose con cui tenersi impegnati. Osservando la mappa della città, infatti, ci si sente quasi sopraffatti dal numero di icone che la riempiono, ma quando si va ad analizzare con calma l'intero collage ci si rende conto che molte icone si riferiscono ai collezionabili, che dilatano l'esperienza.

Oltre ad essere caratterizzato da un'ambientazione visivamente splendida, Unity si distingue per l'assenza dei cavalli, che nei precedenti episodi della serie, si erano rivelati una gradevole aggiunta per comprimere i tempi di spostamento da una parte all'altra delle ambientazioni. In questo Assassin's Creed, di fatto, gli unici due modi per spostarsi sono la corsa (per le affollatissime strade o sui tetti), o i viaggi rapidi, a patto di averli precedentemente sbloccati scalando i punti di osservazione sparsi per la città.

La grande folla per le strade e l'assenza di guardie sui tetti, rendono spesso preferibile scegliere la strada soprelevata invece di quella tradizionale.

In più di un'occasione ci è capitato di essere costretti a percorrere chilometri a piedi, non avendo "fermate" del fast travel a portata di missione. Questo mette a nudo un evidente problema di design del gioco, visto che pur accompagnando per mano l'utente, a volte Unity non riesce a rendere l'esperienza fluida come ci si aspetterebbe.

Lo script scorre via in modo gradevole, raccontando le gesta di Arno e il suo desiderio di vendetta che lo spinge ad unirsi all'ordine degli assassini, ma difficilmente salterete sulla sedia in seguito a chissà quale colpo di scena. Nella maggior parte dei casi, infatti, indovinerete in anticipo le rivelazioni della storia.

Dimenticatevi anche un personaggio come Leonardo Da Vinci. Pur avendo a disposizione figure interessanti come quella di De Sade e di Napoleone, infatti, Unity non le sfrutta come potrebbe, finendo col dedicargli pochissimo spazio e relegandole al ruolo di semplice comparse.

Nonostante tutti i problemi descritti finora, comunque, Assassin's Creed Unity si distingue anche per una serie di importanti miglioramenti apportati alla formula del franchise. Il primo è sicuramente la varietà delle missioni, che finalmente spingono a cercare approcci diversi dal solito per portare a casa il risultato.

Il trailer di lancio di Assassin's Creed Unity.

Durante la sua lunga avventura Arno può accettare una vasta gamma di incarichi, che vanno dalla risoluzione di alcuni misteriosi casi di omicidio che flagellano Parigi, all'esecuzione di compiti legati alla rete dei club cittadini, preziose fonti di informazioni per l'ordine.

A queste si aggiungono le storie di Parigi, gli enigmi di Nostradamus, i furti, le missioni coop e le intriganti sfide della frattura Helix. Ognuna di queste tipologie di missioni prevede un approccio specifico, garantendo una varietà sicuramente gradita. In particolare siamo rimasti colpiti dalle fratture Helix, che vedono il personaggio di Arno immerso in anomalie temporali dove è necessario raccogliere dati sensibili per il team di assassini nel presente, quello che segue da vicino le sessioni nell'Animus del protagonista.

In queste sfide, che portano il protagonista nella Parigi della Seconda Guerra Mondiale, e perfino nel Medioevo, il giocatore deve raccogliere il maggior numero possibile di dati, assicurandosi al tempo stesso di liberare gli assassini rimasti bloccati nel programma e, prima dello scadere del tempo, ritirarsi attraverso un apposito portale. Sotto certi punti di vista queste missioni ci hanno ricordato le Time Trial di Mirror's Edge (meno estreme, naturalmente), visto che spingono a migliorare costantemente i propri record, confrontandoli in tempo reale con quelli degli altri utenti.

Le storie di Parigi possono essere piuttosto impegnative, visto che richiedono spesso di raccogliere un numero elevato di oggetti all'interno di aree sorvegliate da gruppi ben organizzati di guardie. Le missioni furto, così come quelle coop, possono essere affrontate da un minimo di 2 a un massimo di quattro giocatori (a seconda della missione), e rappresentano l'aggiunta più interessante ricevuta dalla serie.

La città di Parigi è stata realizzata in modo magistrale, con tanto di condizioni atmosferiche variabili.

Infiltrarsi insieme agli amici all'interno di aree ad accesso limitato, assicurandosi di coordinare ogni singola mossa e sfruttando al meglio le abilità a disposizione del gruppo, è davvero divertente, così come lo era nella modalità coop di Splinter Cell.

Al di là delle missioni presenti nella Campagna, inoltre, è possibile creare sessioni multiplayer completamente casuali, dove anche se l'ambientazione rimane una di quelle presenti nel disco, la posizione di nemici e obiettivi cambia ogni volta, rendendo tutto ancor più fresco e gratificante.

Peccato, però, che l'arrivo della coop coincida con l'abbandono del multiplayer competitivo, complice lo scarso successo riscosso nelle sue ultime incarnazioni. Dati alla mano, Ubisoft ha preferito dedicare tempo e risorse alla modalità cooperativa, scelta che ci sentiamo di appoggiare anche per la bontà dei risultati ottenuti.

Particolarmente convincente è anche la nuova gestione dei combattimenti, finalmente impegnativi al punto giusto. Anche se all'inizio potrà sembrare tutto ancora troppo facile, con l'arrivo di nemici più agguerriti le cose si fanno serie, al punto da costringere ad affidarsi alle bombe fumogene e agli altri gadget di Arno, per defilarsi e uscire dalle situazioni più insidiose.

Rispetto ai primi video il gioco appare meno colorato, e i modelli poligonali dei cittadini meno dettagliati.

Agendo con il giusto tempismo è ancora possibile affidarsi ai contrattacchi ma scordatevi le esecuzioni concatenate che tanto ci facilitavano la vita in passato. Ora ogni guardia deve essere abbattuta regolarmente, e quando ci si trova di fronte a 4 o 5 avversari, magari supportati dai cecchini sui tetti, la ritirata diventa l'unica opzione possibile.

Sotto certi punti di vista Unity sembra quasi un timido tentativo per sondare il terreno, in modo da sperimentare alcuni approcci da usare eventualmente in futuro. Lo dimostra, per esempio, il fatto di non poter più raccogliere i corpi dei nemici abbattuti, per nasconderli alla vista delle altre guardie.

In questo nuovo Assassin's Creed, infatti, finché ci si trova nelle strade sono gli stessi parigini a disporre dei cadaveri abbandonati in bella vista, ma nelle missioni all'interno di palazzi ed edifici più o meno grandi, il fatto di non poter spostare i cadaveri rappresenta un bel problema.

Allo stesso modo, è incomprensibile il motivo per cui, a differenza di quanto accadeva in Revelations, le guardie uccise silenziosamente sui tetti dei palazzi non vengano più accompagnate delicatamente a terra per evitare di farle cadere nelle strade sottostanti (con tutte le conseguenze del caso).

Le attività della Parigi rivoluzionaria nel nuovo trailer di Assassin's Creed: Unity.

Sul fronte tecnico il gioco presenta alti e bassi abbastanza evidenti. Da un parte abbiamo una splendida ricostruzione di Parigi, con le strade sempre più affollate via via che ci si avvicina alle fasi più calde della rivoluzione. Abiti e modelli poligonali dei personaggi principali si distinguono per un ottimo livello di dettaglio ma spostando l'attenzione sui singoli elementi del contorno, ci si rende conto che i problemi tipici della serie sono ancora lì.

Capita spesso, infatti, d'imbattersi in compenetrazioni poligonali o di veder apparire dal nulla persone (o perfino interi edifici), soprattutto quando si corre frettolosamente per le strade di Parigi. Il gioco, inoltre, è caratterizzato da una serie di bug particolarmente importanti. Durante le nostre sessioni ci è capitato due volte di dover riavviare la partita, in un caso perché eravamo rimasti incastrati all'interno di una passerella, in un altro perché ci siamo imbattuti nel classico pavimento incorporeo, ritrovandoci a cadere nl vuoto fino alla desincronizzazione.

Anche il frame rate presenta qualche problema, con cali anche molto vistosi e apparentemente ingiustificati, visto che si sono manifestati in momenti in cui lo schermo non era particolarmente affollato. A questo si aggiunge qualche problema nel sistema di controllo, spesso lento e poco preciso. La nuova gestione delle arrampicate ha risolto i problemi legati alla discesa dai palazzi, ora molto più fluida, ma capita ancora troppo spesso di vedere Arno bloccato su una sporgenza, oppure di entrare in un edificio senza volerlo, passando da una finestra.

Le animazioni del parkour sono stato completamente rifatte e il risultato finale è davvero notevole.

Chiude la recensione una considerazione sulle microtransazioni, presenti nel gioco ma introdotte in modo assolutamente non invasivo. Per l'intera durata della nostra prova non abbiamo sentito il bisogno di utilizzarle. Abbiamo invece trovato fastidiosa la divisione degli scrigni in categorie legate all'utilizzo della companion app e di U-Play. Per accedere ad alcuni tesori, infatti, è necessario dedicarsi all'app di Assassin's Creed Unity e registrare il proprio profilo U-Play, dettaglio che potrebbe infastidire alcuni.

Assassin's Creed Unity è quindi un bel gioco che però presenta una serie di problemi legati alla sua crescita ed evoluzione. Sotto molti punti di vista, infatti, il destino di Assassin's Creed si sta dimostrando simile a quello di Splinter Cell, che per rinnovarsi ha dovuto lasciarsi alle spalle la struttura con cui ha raggiunto il successo.

Con Unity, Ubisoft ha mosso i primi passi verso il futuro della serie ma è evidente che c'è ancora tanto da fare. Acquistando il gioco vi porterete a casa un'esperienza godibile, longeva e tranquillamente in grado di non farvi rimpiangere i soldi spesi. Ci troviamo a cavallo tra il 7 e l'8, ma i difetti che caratterizzano questo titolo, ci impediscono di propendere per la più alta delle due soluzioni.

7 / 10