Astro Boy
Astro-ncato.
Le fasi “aeree”, anch’esse ambientate in scenari bidimensionali, si dimostrano sicuramente migliori per intensità che in quanto a coinvolgimento, garantendo quindi una buona dose di divertimento (specie a tutti gli appassionati del brand).
In queste sezioni di gioco, Astro si trova infatti a dover fronteggiare ondate di nemici provenienti da ogni direzione, avendo come obiettivo quello di eliminarli tutti, cercando al contempo di evitare i loro attacchi, prima di giungere di fronte all’immancabile boss finale.
Si tratta di una realizzazione alquanto banale e basilare, che risulterà però gradevole tanto ai neofiti quanto ai giocatori più smaliziati.
Indipendentemente dalla sezione di gioco che ci si trova ad affrontare, è però importante segnalare come la possibilità di sfruttare l’abilità curativa del protagonista renda l’esperienza fin troppo semplice e accessibile, limitando esponenzialmente gli stimoli che potrebbero (e dovrebbero) derivare da un titolo di questo genere.
Il completamento dell’avventura è infatti alla portata di chiunque e, con il passare delle ore, anche i giocatori meno esperti proveranno senz’altro un forte senso d’insoddisfazione legato allo scarso impegno necessario per portare a termine le varie fasi di gioco.
Al di là di tutto, la possibilità di condividere l’esperienza in compagnia di un amico mediante la modalità cooperativa, pur non essendo sufficiente per sopperire ai tanti limiti dell’esperienza, si dimostra una valida aggiunta (perlomeno per il famoso detto “mal comune mezzo gaudio”).
A fronte di una longevità tutt’altro che sostenuta (è possibile completare il gioco in poche ore, come detto, senza alcuno sforzo), gli sviluppatori hanno inoltre pensato bene di inserire la modalità Arena, una variante di gioco molto arcade in cui l’unico obiettivo, affrontando ondate di nemici (sia in livelli sulla terra che ferma che nel cielo), è quello di stabilire il punteggio più alto.
Il comparto video, pur essendo stilisticamente fedele alla serie, è purtroppo molto deludente. I modelli poligonali dei nemici (tutti molto simili fra loro), così come le sequenze d’intermezzo, sono infatti di mediocre qualità e lo stesso dicesi per le ambientazioni, piatte, poco ispirate e prive di qualsivoglia interazione con gli elementi di contorno.
Lo stesso, fortunatamente, non può essere detto per il comparto audio; oltre a un buon doppiaggio (minato però da un lip-synch davvero agghiacciante) e a musiche di sottofondo piacevoli e del tutto adeguate al contesto proposto, gli effetti speciali, di pregevole fattura, garantiscono un buon coinvolgimento, impreziosendo così l’atmosfera di gioco.
Il lavoro svolto da High Voltage Software è dunque deludente sotto molti, troppi punti di vista, dimostrandosi in linea con la maggior parte dei tie-in lanciati sul mercato negli ultimi anni. Una sorta di maledizione, questa, dalla quale purtroppo non pare esserci una via di uscita da decenni.
Concludendo, Astro Boy: The Video Game è un prodotto banale e ripetitivo, i cui numerosi difetti pregiudicano irrimediabilmente la qualità dell’esperienza, al quale pertanto dobbiamo dare a malincuore la relativa valutazione.