Astro Tripper
Astronavi e armi colorate.
Astro Tripper è l'ennesima produzione PomPomGames a varcare i confini della distribuzione online su console. Dopo Bliss e i due titoli della serie Mutant Storm usciti su Live Arcade, è adesso la volta di PlayStation 3. Trattasi essenzialmente di uno sparattutto a scorimmento laterale, la cui peculiarità deriva dalla singolare struttura degli stage. I livelli sono infatti racchiusi in differenti piattaforme entro le quali dovremo pilotare la nostra navicella spaziale con lo scopo di far fuori praticamente ogni elemento semovente dello schermo. Ciò singifica che potremo spostarci a destra e a sinistra a seconda della posizione dei nemici, senza oltrepassare i bordi della piattaforma.
I laser a nostra disposizione sono di due tipi: quello blu ci permette di colpire gli avversari che si trovano dinnanzi a noi, mentre quello rosso, dalla potenza distruttiva minore, ci agevola colpendo simultaneamente in alto e in basso liberandoci dai nemici su più fronti. Presenti chiaramente svariati potenziamenti che ci consentiranno di affrontare in maniera adeguata la crescente difficoltà dei livelli. Niente di nuovo sotto il sole: stiamo infatti parlando dei soliti boost, di laser sempre più letali e di raggi in grado di espandersi sullo schermo andando a colpire i nemici posizionati negli angoli più remoti del quadro.
La difficoltà consiste pertanto nel manovrare con tempismo perfetto la nostra astronave e terminare i livelli prima che il tempo sia scaduto. I punteggi accumulati andranno a posizionarsi in un'apposita classifica online, e vi permetteranno di sbloccare nuovi stage e i relativi Trofei da esibire su PS Network. Tutto molto semplice, ma parliamo di feature ormai imprescindibili in titoli simili. Naturale evoluzione di Space Tripper, bisogna dire che il gioco non si adopera granché per deviare dalle proprie origini.
Sono contemplati quattordici livelli, suddivisi in quattro mondi diversi. Pregevoli gli effetti sonori e visivi, quest'ultimi graziati da una realizzazione full HD decisamente curata, benché priva delle particolari stravaganze cui il genere ci ha abituati. Una maggiore varietà in più nella rappresentazione grafica avrebbe certamente giovato all'esperienza, ma servono poche partite per comprendere che Astro Tripper è stato concepito senza altra ambizione che non sia quella di offrire uno shooter duro e appagante per la maggior parte degli appassionati. Nessuno stravolgimento delle meccaniche di genere né boss di fine livello particolarmente memorabili. Il gioco prosegue su binari ben definiti e marcati così come i confini di ciascuno stage.
Ciò non singifica che il titolo in questione sia privo di sfide, tutt'altro. La possibilità di sfruttare tatticamente le armi a disposizione è sicuramente cosa gradita: i nemici una volta abbattuti rilasceranno i "cristalli del potere", grazie ai quali potrete usufruire di risorse sempre più letali (badate: le armi rimangono sempre e comunque le due tipologie citate sopra). I vostri avversari hanno inoltre la capacità di evolversi sia in dimensioni che in capacità offensive: potete quindi decidere di abbatterli nel loro stato primitivo o attendere che abbiano raggiunto proporzioni molto più pericolose, conquistando però punteggi di gran lunga superiori.
A parte la scarna struttura dei livelli, ci sentiamo di recriminare anche sull'eccessiva severità di alcune fasi di gioco. Astro Tripper vi offre unicamente tre vite, negandovi qualsiasi possibilità di guadagnare ulteriori chance di riprovare i livelli o i boss più ostici. Una volta esauriti i tre tentativi arriverà inevitabile l'odiata schermata di Game Over. Tale scelta potrebbe essere giustificata dall'esigenza di garantire un livello di sfida adrenalinico, ma la realtà è che alcuni boss possono essere sconfitti solo dopo aver memorizzato per bene dinamiche di fuoco appropriate e spostamenti millimetrici. In particolare, il maledetto ragno del livello 3 ha dato non pochi grattacapi a chi lo ha affrontato, tanto da spingere PomPom ad optare per una patch in grado di ammorbidire la sfida in tali frangenti.
La modalità in singolo è abbastanza standard, così come il sistema di classifica online e l'implementazione dei Trofei. La longevità del gioco è pertanto affidata alla Challenge Mode, nella quale sarete chiamati a rigiocare interi stage obbedendo a particolari (e spesso punitive) condizioni. Qui si rivela un po' di guizzo in più, risultando essere più dinamica e a tratti persino più attraente della mera modalità principale. C'è da chiedersi il perchè alcune delle sfide proposte qui non siano state implementate fin da subito nella sezione single player.
Constatiamo con piacere la rinascita di un genere cui alcuni giocatori sono rimasti legati con affetto, ma il problema di Asto Tripper risiede nel suo perdere mordente proseguendo di livello in livello. La difficoltà degli stage finali potrebbe inoltre scoraggiare gran parte degli utenti. Tra i motivi per cui potremmo consigliarvi l'acquisto spiccano però il prezzo (3,99 Euro) e la localizzazione in italiano, quasi una rarità in un genere ormai di nicchia.