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Asus ROG G20 - recensione

Piccolo, accattivante, potente.

Storicamente, le performance e le possibilità di upgrade di un PC desktop sono direttamente proporzionali alla disponibilità di spazio all'interno del case: maggiori sono le dimensioni, migliori sono le due caratteristiche sopracitate. E ormai, da qualche anno a questa parte, al fine di ridurre gli ingombri le aziende produttrici di hardware hanno tentato di modificare l'equazione, progettando soluzioni che riducessero l'ingombro generale dei PC senza dover rinunciare alle prestazioni.

Gli sviluppi in campo tecnologico riguardo all'efficienza dei consumi e lo studio di architetture che potessero migliorare la dissipazione del calore hanno permesso di concretizzare queste proposte e hanno portato ad un notevole evoluzione del segmento di mercato dedicato ai gaming computer compatti. Seguendo questa linea d'azione, Asus ha lavorato sodo per disegnare e produrre un PC desktop dalle dimensioni contenute, design accattivante e prestazioni di alto livello e ha proposto il suo Asus ROG G20.

Sebbene le premesse riguardo le migliori possibilità di realizzare un prodotto che possa soddisfare entrambi i requisiti (piccolo e veloce) sembrino realizzabili con relativa facilità a parole, in realtà l'azienda di Taiwan ha dovuto superare non poche difficoltà nell'ideare una soluzione che potesse essere davvero esteticamente piacevole e allo stesso tempo dotata di una potenza di calcolo adeguata per il gaming.

Look spezzato e aggressivo per il G20 di Asus. Si noti l'alimentatore esterno.

Ancor prima di collegare il G20 e accenderlo, ci sono due caratteristiche hanno colpito la nostra attenzione: in primo luogo, lo chassis, sprovvisto di ventole a vista, è modellato seguendo linee spezzate e angolate che creano un piacevole effetto di dinamismo sulla scrivania e donano al computer un look decisamente originale e aggressivo, in sinergia con la colorazione nera del corpo e rossa degli inserti di plastica e metallo.

In secondo luogo Asus ha deciso di dotarlo di un'unità di alimentazione esterna al case da nascondere eventualmente sotto la scrivania, puntando alla massima riduzione di spazio possibile. Una volta collegato, abbiamo subito notato la possibilità di modificare la colorazione dei led d'illuminazione interni scegliendo tra 16,8 milioni di sfumature diverse, una caratteristica sempre gradita per tutti coloro che vogliano dotare la loro scrivania di un tocco di colore e di personalità in più.

Tra le varie configurazioni proposte da Asus, la versione che abbiamo provato si presenta con un processore Intel i7 4790 e una scheda video Nvidia GeForce GTX 780 da 3GB. Abbiamo dato una sbriciatina all'interno del case per capire quali soluzioni abbia adottato Asus nella progettazione interna. Per quanto riguarda il processore, la dispersione del calore è garantita da una placca di rame da cui si diramano due heat pipe collegate a loro volta a un dissipatore; su di essa soffiano due ventole, decisamente silenziose anche in situazioni di carico lavorativo elevato, che canalizzano il calore verso l'esterno.

Per quanto riguarda il comparto grafico, appena al di sotto, è possibile notare un supporto in alluminio fornito di un connettore PCI-Express x16, che racchiude una GTX 780 da 3 GB di RAM posizionata seguendo uno schema diverso rispetto alle architetture che siamo soliti osservare nei case desktop per permettere un corretto flusso dell'aria, ovvero in verticale.

Le soluzioni descritte per ovviare a potenziali temperature elevate dovute agli spazi angusti hanno inoltre portato a separare, come accennato in precedenza, l'alimentatore dal case, rendendolo di fatto un entità esterna composta da due unità distinte, di cui una interamente dedicata alla scheda video. Questa particolare caratteristica, insieme al software Virtu WATT messo a disposizione dall'azienda Lucid e con l'Intel Ready Mode, permette di ridurre al minimo indispensabile i consumi in situazioni di "idle" o in scenari di blando utilizzo, spegnendo la scheda video e facendo entrare in azione il processore grafico integrato, riducendo ulteriormente la generazione di calore.

Con il PC vengono forniti anche un mouse e una tastiera gaming, che ben si sposano con il look del case.

Completa il quadro delle specifiche hardware il reparto memorie: la RAM DDR3 a 1600MHz presente nella configurazione arriva a 16GB è più che sufficienti a qualsiasi genere di attività lavorativa e ludica. Per quanto riguarda gli hard disk, il sistema monta un'unità SSD da 128GB di Kingston e una memoria di massa da 1TB.

Abbiamo provato l'hardware di questa versione dell'Asus G20 utilizzando 3DMark e lanciando alcuni videogiochi con settaggi grafici differenti al fine di poter tastare con mano il limite fino al quale ha potuto spingersi questa configurazione, mantenendo un livello di giocabilità accettabile. In primo luogo i test condotti con il software di Futuremark hanno restituito dati in linea con le aspettative: i risultati ottenuti con Sky Diver e Fire Strike sono soddisfacenti, un po' al di sotto invece quelli di Fire Strike Extreme, inficiati da una scheda video assolutamente valida ma che ha mostrato un po' il fianco all'intenso carico di lavoro cui è stata sottoposta.

Per quanto concerne i giochi, siamo rimasti decisamente soddisfatti dal comportamento del PC con Battlefield 4: con tutti i settaggi grafici al massimo a 1080p con antialias multisample 4X non abbiamo mai avuto rallentamenti dell'azione o spiacevoli cali improvvisi di framerate, che si è sempre mantenuto ad ottimi livelli.

Non si può dire altrettanto, invece, riguardo alle prestazioni ottenute dal G20 con Metro Last Light, sul quale abbiamo dovuto modificare più volte le impostazioni grafiche per rendere l'esperienza di gioco godibile e non frustrante. Sebbene il valore medio dei frame al secondo sia risultato elevato, abbiamo riscontrato in un paio di occasioni sporadici crolli verticali che hanno reso impossibile l'azione videoludica e ci hanno costretto a ridurre i settaggi grafici.

Per completezza d'informazione, abbiamo riscontrato che la quasi totalità dei problemi derivava dal motore grafico Nvidia PhysX, risolti in un primo momento disabilitandolo e, in un secondo momento, aggiornandone i driver. In seguito, la situazione generale è migliorata sensibilmente, sebbene sia ancora stato necessario non esagerare con le pretese, dal momento che si tratta di un videogioco decisamente esoso in termini di risorse hardware.

Uno spaccato della parte interna per notare la scheda video posizionata verticalmente per ovvie necessità di spazio: il case è veramente molto sottile e dal design particolarissimo.

Gli altri due videogiochi che abbiamo voluto testare sul piccolo PC desktop di Asus sono stati Tomb Raider e Company of Heroes. Nel primo caso abbiamo provato diverse impostazioni e siamo rimasti soddisfatti dei risultati: con tutti i dettagli grafici al massimo e il pesantissimo super sample anti-aliasing a 4x sono stati raggiunti con relativa facilità i 36 fps di media.

Con la sincronizzazione verticale attiva non si è verificato praticamente alcun mutamento nel valore ma la qualità generale dell'esperienza visiva ne ha giovato parecchio. Anche il videogame sviluppato da Relic Entertainment ha potuto esprimersi al massimo rimanendo su un buon livello di giocabilità: sebbene nelle fasi di combattimento più concitate, dove il numero di unità in gioco era piuttosto elevato e il fumo occupava una buona parte dello schermo, il numero di frame al secondo scendesse di circa una ventina di punti per qualche brevissimo istante, il valore medio di 42 fps è stato soddisfacente. Anche in questo caso la risoluzione dello schermo è stata settata su 1920x1080, dettagli grafici al massimo e sincronizzazione verticale disattivata.

Durante i test, com'era logico prevedere, la temperatura delle componenti si è alzata piuttosto rapidamente, raggiungendo valori importanti: il processore ha fatto registrare picchi di quasi 70 gradi mentre la scheda video si è attestata intorno ad 80 gradi a pieno carico. Il test è stato effettuato durante i periodi del gran caldo estivo quando la temperatura ambientale era sui 28 gradi e anche se non abbiamo avuto problemi di sorta, si è trattato di temperature da tenere sicuramente sotto controllo che confermano come le dimensioni compresse del case non aiutino sul fronte della dissipazione. Di contro, il G20 è sempre stato molto silenzioso anche nelle situazioni di stress più elevato a conferma dell'ottima qualità delle ventole utilizzate per la parte interna.

In definitiva, il ROG G20 di Asus è un desktop dalle dimensioni contenute, dal look semplice e aggressivo e dal design esterno ma soprattutto interno, di sicuro interesse. Le prestazioni sono risultate molto soddisfacenti vista la componentistica hardware messa a disposizione in questa versione: bisogna ricordare che sono disponibili configurazioni maggiormente performanti (dotate, tra le altre cose, della Nvidia GTX 980) ma a un prezzo molto più alto.

I difetti sono quelli tipici di un PC desktop small form factor: la possibilità di upgrade è ridotta alla sostituzione della GPU e viste le dimensioni generose della GTX 780, non dovrebbero esserci problemi nel sostituirla in futuro con un modello più performante di dimensioni e consumo energetico similare. Problemi decisamente sormontabili per gli smanettoni che invece punteranno a farsi i conti in tasca per calcolare il costo di una macchina fatta in casa con componenti equivalenti rispetto al prezzo di listino proposto da Asus che per questa versione è di 1699 euro.

La differenza c'è ed è parecchia: anche se le GTX 780 non sono più ufficialmente sul mercato, un PC con prestazioni simili si può assemblare sui 1300 euro circa: i quattrocento euro di differenza sono fondamentalmente nel form factor e nel design, due elementi che questo PC per il gioco di Asus cura in modo particolare. L'impatto del rapporto qualità/prezzo è inevitabile sulla valutazione finale, ma se non avete problemi economici e volete portarvi a casa un home computer dal design accattivante questa potrebbe essere una buona soluzione.

7 / 10