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Asus ROG Spatha - recensione

Per toccare con mano i passi avanti che la tecnologia ha fatto nel campo delle periferiche gaming.

Dopo la presentazione avvenuta lo scorso anno al Computex di Taipei, probabilmente la più importante fiera mondiale dedicata alla produzione hardware, la casa coreana ha reso finalmente disponibile in Occidente quella che senz'altro è la sua eccellenza in termini di mouse. Parliamo della sua linea Republic of Gamers, dedicata ai videogiocatori professionisti, tanto da essere sponsor non solo di importanti team eSport ma pure di interi tornei, e che è arricchita dall'Asus ROG Spatha.

Trattasi di un prodotto pensato per i videogiocatori più esigenti: non solo è bello da vedere ma è robusto e soprattutto preciso, concepito per affiancare un altro componente della line-up targata ROG, il Gladius che abbiamo recensito un anno fa. Quest'ultimo è altrettanto prestazionale ma dal design e dalle caratteristiche decisamente più tradizionali rispetto all'oggetto di questa recensione. Lo Spatha si presenta infatti più accattivante e completo rispetto al cugino, riprendendone e migliorandone alcune caratteristiche e introducendone diverse completamente nuove.

Partiamo anzitutto da ciò che è diretta conseguenza dell'impostazione che Asus ha voluto dare a questa sua nuova creatura, ovvero la forma molto più imponente rispetto al Gladius, pur rispettandone le proporzioni, soprattutto per i due rigonfiamenti laterali. Quello di sinistra ospita ben sei tasti configurabili, ognuno di dimensioni e layout peculiare per non confondersi con gli altri e rendersi perfettamente riconoscibile al tatto. Quello di destra è invece un appoggio per l'anulare, qualcosa che ancora non ci era capitato di trovare in un mouse e di cui a nostro parere, una volta provato, difficilmente si potrà fare a meno.

I contenuti del packaging dello Spatha: non manca davvero nulla, dall'astuccio agli sticker.

Questo non solo per una questione di comodità ma anche di precisione: è infatti principalmente con l'anulare che si comanda la rotazione assiale del mouse, e disporre di una scanalatura dello chassis studiata per agevolarla è un oggettivo punto merito di questo prodotto. Ma certo non è l'unico: sempre restando nel campo delle sensazioni fisiche, stupisce la leggerezza in relazione al tipo di mouse: sono 175 i grammi di peso, solo 60 in più del Gladius, risultato ottenuto sopratutto grazie all'utilizzo del magnesio per il telaio, questo senza rinunciare a un baricentro molto basso a tutto vantaggio della scorrevolezza, tanto da rendere superfluo l'utilizzo di pesi e quasi non percepibile l'attrito. Sul piano della maneggevolezza siamo insomma di fronte a un mouse nientemeno che superbo.

Ma lo Spatha ovviamente non è solo grip e comfort. Ciò in cui più eccelle è la tecnologia di cui è dotato, a partire dal sensore laser di 8200 dpi. Una risoluzione di oltre il 20% migliore rispetto al Gladius seppur al costo di un tracking leggermente meno accurato, visti i 150 IPS e i 30g di accelerazione. L'USB polling rate a 2 GHz si conferma invece ai vertici.

Tutto questo sarebbe praticamente inutile senza un software di configurazione altrettanto minuzioso, cosa che senz'altro è ROG Armoury: consente di configurare tutti e dodici i tasti del mouse con tanto di macro, settare due livelli di sensibilità del sensore (con assi orizzontale e verticale indipendenti), selezionabili tramite un tasto posto immediatamente sotto la rotellina, il cui cambiamento è indicato attraverso l'accensione di un apposito LED. Utili sono inoltre le funzioni di correzione dell'angolo e il ritardo di risposta dei tasti. Non manca poi l'illuminazione RGB, con tre aree indipendenti: tasti laterali, rotellina e logo ROG. Infine la memoria flash integrata consente di salvare sino a cinque differenti profili.

I sei tasti configurabili laterali hanno ognuno un proprio design peculiare.

Ma non è finita, perché resta da descrivervi quella che è la caratteristica forse più esclusiva dello Spatha, che più di ogni altra fa intendere quanto Asus abbia davvero voluto fare le cose in grande per riuscire a fornire un prodotto davvero in grado di soddisfare tutte le esigenze. Sì, perché questo non è né un mouse con filo né un mouse wireless: è entrambi. Nella confezione, oltre al bellissimo astuccio contenente il mouse che vi garantirà l'invidia di tutti, è infatti contenuta la base di ricarica, anch'essa in magnesio, che incorpora il led di stato della batteria. Starà quindi a voi scegliere come utilizzare la periferica, decidendo se collegare o meno lo Spatha al PC col cavo a tessuto intrecciato di due metri di lunghezza, o in alternativa quello liscio da un metro altrimenti sfruttabile per il caricabatteria.

Una vera e propria chicca che conferma quanto questo mouse covi l'ambizione di essere il non plus ultra per il gamer che proprio non vuole farsi mancare nulla. Tra l'altro non è l'unica: nella confezione, così come per il Gladius, sono anche presenti due switch di ricambio per i due tasti principali. Realizzati dalla Omron, offrono una maggiore resistenza alla pressione per un feedback più greve, particolarmente intrigante nel caso si voglia differenziare il feel di tasto sinistro e tasto destro. Sono facilmente interscambiabili con quelli di default grazie agli appositi alloggiamenti raggiungibili svitando la base tramite, altra chicca, la chiave a sei punte fornita in dotazione.

In definitiva il ROG Spatha è ciò che tutti coloro in cerca di un mouse con ampia dotazione di tasti laterali vorrebbero avere. Difetti? Uno su tutti il prezzo, non indifferente, di 169 €. Poi, volendo essere un po' pignoli, si può criticare ad Asus la plastica satinata della cover un po' troppo scivolosa e inoltre c'è da chiedersi per quale motivo l'ottimo incavo per l'anulare non sia stato sfruttato con un ulteriore tasto, caratteristica che avrebbe reso questo mouse qualcosa di davvero unico.

Il video di presentazione di tutte le principali caratteristiche dell'Asus ROG Spatha.Guarda su YouTube

Ma a parte questo, non c'è veramente null'altro da dire: questo mouse gioca chiaramente nello stesso campionato di un altro fantastico mouse che abbiamo recensito a suo tempo, il Razer Ouroboros: la dotazione di contorno è simile così come la possibilità di utilizzo con cavo e wireless. Dove l'Ouroboros svetta è nell'adattabilità a qualsiasi tipo di mano e nel fatto di essere un mouse per mancini e destrimani, mentre lo Spatha lo batte sul fronte del numero di tasti funzione sul lato sinistro. Una bella lotta, non c'è che dire.

9 / 10