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Asus STRIX 7.1 - recensione

Sette civette più una.

Negli ultimi tempi Asus è sempre stata molto attiva nel settore gaming e dopo aver creato il brand Republic of Gamers ha pensato di diversificare ulteriormente la produzione di componentistica e accessori creando la linea Strix. Il prodotto, che abbiamo ricevuto da Asus in prova quest'oggi, è il top di gamma del suo catalogo gaming per quanto riguarda gli headset, ovvero l'Asus STRIX 7.1. Si tratta di un paio di cuffie surround progettate per i videogiocatori PC e Mac che, per motivi di prezzo, spazio o quieto vivere con familiari o vicinato, non possono permettersi un impianto multicanale tradizionale e sono costretti a ripiegare, si fa per dire, su un paio di cuffie.

Dell'estetica delle Strix 7.1 abbiamo avuto già un assaggio lo scorso mese di febbraio quando avevamo recensito la versione "economica" rappresentata dalle Strix 2.0, ovvero la variante stereo delle cuffie che vi presentiamo oggi. E possiamo dire economica a ragion veduta, visto che le potenzialità tecniche di questo modello sono infinitamente superiori sotto due aspetti: la configurazione dei magneti nei padiglioni delle cuffie stesse, ma soprattutto il remoto che si frappone tra le cuffie stesse e il PC che presenta un'abbondanza di controlli e di possibilità di personalizzazione assolutamente eccellente.

Le Asus Strix 7.1 con il remoto. Sono cuffie gaming di fascia alta.

Del fatto che si tratti di un prodotto di fascia alta non ci sono dubbi, dall'unboxing che potete vedere qui sotto: le cuffie sono un clone in versione lusso delle STRIX 2.0, caratterizzato da materiali migliori e una confezione di livello superiore. Ma a fare la differenza è il remoto, assemblato in modo eccellente, ma soprattutto permette di sfruttare al massimo tutte le loro caratteristiche tecniche senza dover ricorrere a un menu interno che comunque è presente. Per installarle e farle funzionare a dovere è necessario infatti scaricare il software di configurazione di cui parliamo nell'apposito box.

Tornando alle cuffie, in apparenza non sembrano essere molto diverse da modelli simili caratterizzati da dimensioni generose, con un microfono staccabile e un sistema d'illuminazione cromatica su entrambi i padiglioni che nel caso delle Strix 7.1 fanno illuminare gli "occhi" presenti sull'esterno delle conchiglie. Ma l'elemento tecnico interessante riguarda la configurazione dei padiglioni nella parte interna che sono enormi (tredici centimetri nel punto più largo) e più grandi della versione 2.0. Questo accade perché al loro interno non trovano posto i due soliti magneti, ma ben cinque di varie dimensioni. Per ogni padiglione abbiamo infatti un magnete dedicato a emulare il suono di diverse fonti sonore ovvero il canale frontale, centrale, laterale e posteriore, oltre a un subwoofer. Tutti sono caratterizzati da dimensioni e funzioni diverse che abbiamo sintetizzato nel box dedicato alla parte tecnica.

La conformazione extralarge delle conchiglie è quindi dovuta a questa particolare natura costruttiva, che ha uno scopo ben preciso: realizzare delle cuffie in grado di regalare vere sensazioni surround andando oltre le potenzialità delle offerte tradizionali, ovvero il surround emulato da cuffie, magari di ottima qualità, ma caratterizzate da due soli diffusori. E in questo le Asus Strix 7.1 sembrano riuscire molto bene: le abbiamo messe alla prova in ambito gaming con i nostri titoli di riferimento su PC, quali sono Dead Space 3 e Battlefield 4, per poi passare ai film e alla musica. In ambito gaming non abbiamo dubbi: per chi apprezza l'audio surround multicanale sono probabilmente le migliori che abbiamo mai provato, staccando di parecchie lunghezze modelli ottimi come emulazione, ma assolutamente non in grado di replicare la percezione di direzionalità del suono dovuta alle dimensioni e al posizionamento dei singoli magneti.

L'unboxing delle Asus Strix 7.1 comprensivo di cuffie e remoto.Guarda su YouTube

Le atmosfere cupe di Dead Space 3 con i suoi silenzi rotti dalla ferocia dei necromorfi in arrivo da tutte le direzioni sono state la conferma migliore di queste qualità: il fatto che in più di un occasione ci siamo trovati a girare la testa di scatto per controllare che effettivamente dietro di noi non ci fosse nessuno è stata la conferma che ci serviva nel decretare l'incredibile qualità di questo set di cuffie. Abbiamo avuto un riscontro eccellente, anche con Battlefield 4 anche se in quel caso il maggior numero di fonti sonore sovrapposte durante le sparatorie più caotiche si presta leggermente meno a questo genere di valutazione.

Oltre alla percezione delle posizionalità, anche la qualità del suono era ottima: la separazione dei vari canali ha giovato in modo innegabile alla definizione delle singole fonti sonore per comporre un mix veramente coinvolgente. Abbiamo ripetuto l'esperimento con un film in DVD in Dolby Surround e l'effetto è stato assolutamente comparabile a quanto ottenuto in ambito gaming. In questo caso abbiamo fatto più caso alla qualità dei suoni che ci sono sembrati sempre molto puliti anche ad alto volume e ottimamente caratterizzati in ogni loro sfumatura. Nei film d'azione, le esplosioni potenti sono rese magnificamente così come gli inseguimenti e i dialoghi resi ottimamente attraverso il canale centrale.

L'ascolto di musica infine è stato buono, ma leggermente inferiore a quello di cuffie pari livello e il motivo è presto spiegato: nella normale modalità stereo, i canali posteriori e laterali vengono disattivati lasciando accesi solo il subwoofer e quelli anteriori. Si perde quindi un pochino l'ensemble sonora complessiva, a differenza dell'impatto che i magneti tradizionali da 50 millimetri di alto livello riescono a dare normalmente. La qualità del suono è in ogni caso più che buona per un ascolto normale, considerando che si tratta di un prodotto nato con una configurazione particolare dei magneti, che gli permette di raggiungere l'eccellenza nel campo per cui è stato progettato.

Analizzando il dispositivo, oltre al tasto di accensione e spegnimento dell'unità, troviamo due manopole: quella sulla parte superiore controlla il volume principale, ma viene utilizzata in concomitanza con quella più piccola sul frontale che serve a regolare la potenza d'uscita di ogni singolo canale e del microfono, andandosi a creare un profilo personalizzato al volo molto efficace.

La struttura è rigida: le cuffie si adattano dalle dimensioni della testa tramite un passante elastico retrattile, molto comodo peraltro.

Volendo, è possibile scegliere anche tra quattro profili di equalizzazione predefiniti suddivisi tra sparatutto, giochi di guida e titoli d'azione o RPG o modificare il sistema d'illuminazione dei padiglioni, da continuo a pulsante. Sempre sulla parte superiore sono presenti quattro tasti che permettono di attivare rispettivamente la modalità 7.1 o stereo, il mute delle cuffie, il mute del microfono e alternare l'emissione del suono tra le cuffie e un altro dispositivo connesso al remoto via HDMI, tramite un apposito adattatore. È quindi possibile agganciare al remoto un set di casse da pilotare esattamente come le cuffie, anche se in quel caso il suono potrà essere solo stereo o in 2.1. Una feature comunque molto comoda per chi ha già un impianto audio montato sulla scrivania e non vuole essere costretto a passare in continuazione da un device all'altro usando il menu di controllo audio di Windows.

Interessante è anche il sistema di gestione dei due microfoni: come detto quello ad astina è staccabile e volendo ci si può affidare a quello integrato nel remoto stesso che funziona come microfono ambientale con ottimi risultati. Il microfono collegabile è invece abbastanza buono e funziona piuttosto bene su Skype e TeamSpeak: il meglio lo si ottiene attivandoli entrambi visto che in quel caso quello installato sul controllo volume rileva i suoni ambientali filtrandoli e inviando al canale di trasmissione solo quello percepito dall'astina ovvero la voce dell'utente. In questo caso la resa è veramente ottima permettendo a chi gioca in ambienti rumorosi di chiacchierare amabilmente con i propri interlocutori nonostante la presenza sonora di figli/mogli/fidanzate. (vale ovviamente anche il contrario per le giocatrici).

Per quanto riguarda l'ergonomia, siamo rimasti discretamente soddisfatti delle prestazioni: la possibilità di ruotare di 90 gradi i padiglioni è ottima per il trasporto, ma garantisce anche una buona flessibilità nell'indossarle soprattutto a chi ha una testa di una certa dimensione. La struttura del passante è in plastica dura e non ha alcun genere di meccanismo di adattamento in altezza perché la regolazione è affidata alla banda in tessuto interna che si allunga e si accorcia automaticamente a seconda delle dimensioni del capo di chi le indossa. La similpelle è di buona qualità e anche discretamente traspirante: una necessità, visto le dimensioni dei padiglioni che ricoprono abbondantemente le orecchie anche più voluminose. L'unico appunto da fare riguarda le dimensioni: chi ha la testa piccola potrebbe risentirne alla lunga e anche se il peso non è eccessivo, è indubbio che tornando a indossare cuffie di dimensioni standard dopo aver indossato questo mastodonte ci si accorge della differenza.

Il remoto è uno strumento molto completo e ben progettato. Bastano pochi clic per comandare l'audio delle Strix in ogni dettaglio. La rotella frontale non è retroilluminata ed è un po' un problema per chi gioca molto di notte.

Complessivamente abbiamo apprezzato parecchio questo prodotto di Asus: le Strix sono cuffie di ottima qualità pensate per un pubblico desideroso di andare oltre un headset stereo classico a prescindere dalla loro qualità o sistema d'emulazione. Sgombriamo il campo da possibili malintesi: la resa di un impianto surround tradizionale con diffusori di alto livello posizionati correttamente è inavvicinabile anche da parte di uno strumento così sofisticato. Indossandole e configurandole correttamente, il vantaggio rispetto ad altre cuffie tradizionali ad emulazione è però nettissimo al punto da posizionarle in un'altra categoria di mercato e in concorrenza con un solo prodotto specifico, le Razer Tiamat 7.1, anch'esse caratterizzate da una filosofia costruttiva simile e orientate al pubblico dei giocatori amanti del surround.

Il prezzo di listino ufficiale si aggira sui €170, ma cercando online abbiamo trovato facilmente numerosi rivenditori in grado di proporle poco sopra i centoventi: un prezzo molto invitante per la qualità audio, costruttiva e tutte le feature proposte. Solo la scarsa visibilità in notturna della rotella posta sul frontale è l'unica vera controindicazione degna di nota che ci sentiamo di segnalarvi, prima di procedere ad un acquisto che non mancherà di dare grosse soddisfazioni agli amanti dell'audio di una certa qualità in ambito videludico.

9 / 10
Avatar di Matteo Lorenzetti
Matteo Lorenzetti: Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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