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Atelier Firis, Toukiden 2 e Samurai Warriors - prova

Il tridente di Koei Tecmo, dal Giappone con furore.

Di recente siamo stati alla sede milanese di Koch Media per provare Atelier Firis, Toukiden 2 e Samurai Warriors. Ecco le nostre impressioni sui questi titoli made in Japan.

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey

Atelier Firis è l'ultimo capitolo della serie Atelier, una saga che ha visto la propria genesi nel lontano 1997. Passata da varie piattaforme Sony, sia fisse che portatili, e uscita solo sporadicamente dalla terre del Sol Levante, l'ultima incarnazione del brand è pronta ad approdare su PS4 il 7 di marzo. Di recente siamo stati alla sede milanese di Koch Media e abbiamo avuto modo di provare un po' il gioco.

Dopo il video iniziale, realizzato con un bello stile anime, ci siamo trovati a vestire i panni della piccola Firis. La giovane adolescente vive a Ertonia, una buia città sotterranea situata nelle viscere di una montagna. La ragazza, seppur giovane, è gia molto impegnata nel ritrovamento di minerali, attività per la quale sembra avere una particolare inclinazione. Lei però è stufa di raccogliere sassi e il suo sogno è quello di varcare il grande portone della città e visitare il misterioso mondo esterno. I suoi genitori non sono d'accordo a causa dei numerosi pericoli che albergano al di fuori della città.

Firis vive quindi una vita di frustrazione, relegata in posto che ormai non riserva più alcuna attrattiva. Per fortuna, a tirarle su il morale, c'è sua sorella, Liane, abile ed esperta combattente che invece può andare e venire dalla città come le pare. A seguito di un'accesa lite con i genitori la giovane Firis scappa fino a raggiungere le porte di Ertonia dove inizia a sentire strani rumori. Dopo pochi istanti l'enorme cancello viene polverizzato e dall'apertura fanno il loro ingresso Sophie e Plachta, due giovani alchimiste.

Fra le tre ragazze nasce subito un'intesa, soprattutto dopo che le due straniere scoprono la straordinaria abilità di Firis nel localizzare i minerali. La piccola protagonista viene quindi incoraggiata dalle nuove amiche a provare la misteriosa arte dell'alchimia per la quale dimostra subito di avere una forte predisposizione. Per la verità abbiamo solo scalfito la superficie di quello che sembra essere il cuore pulsante del titolo. Il sistema di alchimia infatti permette di mischiare tra loro i più disparati materiali per creare equipaggiamento, consumabili e armi. Ogni oggetto creato possiede caratteristiche proprie in base alla qualità dei materiali usati e dal poco che abbiamo visto si prospetta un sistema profondo e articolato.

Purtroppo non siamo riusciti ad uscire dalla città e non ci siamo imbattuti in nessun nemico, ma possiamo dirvi anticipatamente che i combattimenti si svolgeranno a turni, nella miglior tradizione JRPG. Dal lato estetico i modelli dei personaggi sono realizzati con un bel cell shading, un po' meno cura invece è stata dedicata alle ambientazioni, in verità abbastanza scarne. In ultima nota vi diciamo che l'audio del titolo è esclusivamente in giapponese e i sottotitoli in inglese.

Toukiden 2

Il secondo titolo su cui abbiamo messo le mani durante la nostra prova è Toukiden 2, un action GDR che strizza l'occhio a produzioni in stile Monster Hunter. Prima di ogni altra cosa abbiamo creato il nostro personaggio attraverso l'editor. Seppur tutto sommato accettabile questo tool sfigura se paragonato a quello di produzioni più blasonate e il dettaglio dei modelli si attesta verso il basso.

Ad ogni modo, dopo aver creato il personaggio più ridicolo possibile, abbiamo potuto scegliere la nostra arma tra una pletora di ferri non indifferenti. Lasciate da parte configurazioni standard come la katana o la spada e lo scudo ci siamo buttati su un bel kusarigama: un falcetto con catena all'estremità della quale è assicurato un peso. Da qui è cominciato il tutorial che ci ha permesso di prendere confidenza con le meccaniche di gioco.

Gli attacchi si suddividono tra leggero, pesante e speciale e vanno a consumare una barretta della stamina che si ricarica col tempo. Tenendo premuto R1 è possibile trasformare gli attacchi standard in versioni con effetti specifici come ad esempio il lifedrain o danni alle caratteristiche. Queste modifiche sono legate al Mitama equipaggiato, ovvero uno spirito guida che influisce sulla tipologia di attacco in base alla propria inclinazione. Ci sono spiriti votati alla brutalità, altri alla difesa e così via, cambiando spirito variano anche gli effetti dei nostri attacchi speciali.

Ulteriore feature che impreziosisce il sistema di combattimento è la Demon Hand, un artiglio estensibile che possiamo usare per coprire distanze in poco tempo o per malmenare i demoni più grossi con estrema efficacia. Il nostro scontro con un Oni gigantesco ha posto fine al tutorial, al termine del quale siamo stati risucchiati in un misterioso vortice apertosi nei cieli sopra la città di Yokohama. Reduci dalla battaglia ci simo risvegliati a distanza di dieci anni, in un luogo completamente sconosciuto e circondati da persone di cui non sappiamo nulla. Dopo le chiacchiere di rito con i vari NPC ci siamo fiondati fuori dalla cittadina per scoprire un ambientazione open world costellata da creature demoniache.

Il nostro personaggio è in grado, dopo aver sconfitto il nemico, di purificarlo attraverso un breve rituale, un modo come un altro per fare incetta di oggetti e potenziare il nostro Maitama. Graficamente non c'è da rimanere strabiliati, modelli e animazioni rimangono ancorati a valori produttivi non elevatissimi, ma tutto sommato il colpo d'occhio è accettabile. Siamo certi che questo titolo possa soddisfare le aspettative degli amanti del genere, lasciando completamente indifferenti chi non si è mai appassionato alla serie.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada

L'ultimo gioco che abbiamo testato durante il nostro hands on è stato Samurai Warriors. A questo punto dobbiamo farvi una doverosa premessa: il titolo era completamente in giapponese (sia il parlato che i testi) e la demo aveva un timer che ne limitava la fruizione a dieci minuti. A fronte di queste limitazioni quello che possiamo offrirvi è un semplice e breve estratto delle nostre impressioni. Quello che ci siamo trovati tra le mani è un musou che rientra perfettamente nei canoni del genere senza offrire sensibili variazioni sul tema (almeno crediamo...).

Dopo aver chiacchierato (scegliendo risposte a casaccio) con alcuni personaggi nell'accampamento, siamo finalmente riusciti a scendere in campo. Il sistema di combattimento è quello a cui Omega Force ci ha abituato: migliaia di nemici senza alcun accenno di IA che è possibile falciare come fili d'erba grazie ai possenti colpi della nostra arma. Caricando una barretta a suon di mazzate si accede all'attacco speciale che semplicemente falcia più erba di quanto si faccia con gli attacchi normali. Abbiamo avuto modo di usare una cavalcatura, abbastanza utile per spostarsi ma decisamente scomoda per combattere.

Purtroppo non riusciamo a dirvi molto di più perché il timer ha messo fine alla nostra prova mentre la missione era in pieno svolgimento (anche se in realtà non è che avessimo ben chiaro l'obiettivo). Ad ogni modo, da quel poco che abbiamo visto, possiamo dire con certezza che il titolo non stravolge i canoni del genere e risulterà di sicuro accattivante per gli appassionati, quanto un gioco da evitare a tutti i costi per gli inguaribili detrattori dei musou.