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Atelier Ryza: Ever Darkness and the Secret Hideout - recensione

Calderoni, bombe e Puni ritornano, più in forma che mai.

La saga Atelier di Gust vanta un pubblico affezionato e devoto, ma senza dubbio di nicchia e il bisogno di creare le radici per il futuro della serie nei prossimi anni, come anche un normale, fisiologico bisogno di migliorare il proprio lavoro, sono le ragioni alla base delle scelte aziendali degli ultimi anni.

Questa estate abbiamo analizzato il precedente titolo Atelier, ovvero Atelier Lulua: The Scion of Arland: un prodotto ancora orientato ai classici stilemi dell'ip, ma già propenso all'alleggerimento di alcune meccaniche di gioco ormai piuttosto polverose. Con Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideout, il passo è stato ancor più ardito. Nuovo engine, un character design stilisticamente distante dai titoli precedenti sia per equilibrio anatomico che per abbigliamenti, una storia (se possibile) ancor più spensierata ma, soprattutto, i sistemi di combattimento e alchimia completamente modificati.

Tema della narrazione, stando alle dichiarazioni degli stessi sviluppatori, sono le "memorie estive" ("summer memories"): Ryza è una ragazza allegra e spensierata, nata e cresciuta su Kurken Island. Ormai vicina all'età adulta, la giovane desidera vivere nuove avventure insieme ai suoi due amici, allontanandosi dalla monotonia familiare e del suo villaggio. Un'innocente gita fuori porta condurrà i ragazzi a incontrare Klaudia, figlia di un mercante itinerante, Empel e Lila, rispettivamente un alchimista e una guerriera sua compagna di viaggio; i tre erano diretti esattamente nel luogo da cui Ryza voleva distaccarsi, alla ricerca di risposte nascoste fra le antiche macerie di una civiltà misteriosa.

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Affascinata dalle capacità di Empel, Ryza scoprirà il proprio talento alchemico, avviando il proprio (inizialmente) piccolo atelier e dando una mano ai compaesani, mentre i suoi due amici Lent e Tao inseguiranno a loro volta i propri sogni, ispirati dall'energia della giovane; al termine dell'avventura, della durata di circa 15 o 20 ore in base a quanto tempo di scelga di dedicare alle attività secondarie (ore che possono anche triplicare, se si punta al completismo)la protagonista comprenderà finalmente cosa desidera dalla propria vita, e che spesso le avventure più emozionanti si nascondono proprio dietro l'uscio di casa... a patto di saperle cercare.

Come già detto, Atelier Ryza offre una narrazione lineare, con personaggi molto classici ma ben caratterizzati e dialoghi semplici, adatti ad accompagnare l'esperienza di gioco senza appesantirla mai eccessivamente; visto il genere, tuttavia, è ovvio e indispensabile che il giocatore apprezzi gli slice of life, in quanto le situazioni davvero epiche e/o di tensione si possono contare sulle dita di una mano, senza nemmeno esaurirle. Il risultato finale comunque convince, e pur peccando d'ingenuità ogni tanto, tutti i personaggi agiscono e pensano in modo coerente alla propria età e condizione sociale.

Un grosso cambiamento rispetto ai precedenti titoli Atelier è il sistema di combattimento: dai classicissimi turni da JRPG, Atelier Ryza ha scelto d'offrire un approccio più dinamico, in cui le azioni del party si avvicendano costantemente in modo dinamico, senza il tempo passato del giocatore nei menu ne interrompa l'avanzamento. In linea di massima (e questo vale per ogni singola meccanica del titolo) Atelier Ryza offre un livello di sfida leggermente sotto la media rispetto al videogioco medio e anche rispetto agli altri giochi della saga, almeno al livello di difficoltà standard: utilizzare la magia o l'oggetto giusto causa ingenti danni ai nemici, ciascuno dei quali ovviamente provvisto di resistenze e debolezze; inoltre, eseguire il tipo di comando richiesto da uno o più compagni permette d'avviare le loro mosse speciali, a loro volta estremamente potenti.

Il design di abiti e personaggi è... particolare, soprattutto se paragonato allo storico stile Atelier.

È possibile controllare ciascun membro direttamente, o lasciare che la buonaa IA faccia la propria parte; il numero e la potenza degli attacchi della squadra dipende dal Tactics Level, un valore che parte da 1 all'inizio di ogni battaglia, ma che si può incrementare accumulando Ability Point di azione in azione, senza spenderli in skill e limitandosi a colpi standard per qualche "turno". Inoltre, in Atelier Ryza gli oggetti non scompaiono dall'inventario una volta consumati, ma esauriscono il loro numero di "usi", ripristinabili sacrificando gli utilizzi di altri oggetti o, semplicemente, lasciando riposare il party. Altro elemento da non sottovalutare prima di uno scontro, oltre all'ovvia cura per l'equipaggiamento di ciascun membro, è l'assegnazione di oggetti non soltanto come consumabili in inventario, ma anche come veri e propri "perk" per le armi di ogni personaggio in campo: il Core Crystal, antico artefatto regalato a Ryza dal suo insegnante Empel, permette infatti all'equipaggiamento di attivare gli effetti degli oggetti, senza che essi finiscano consumati; inutile dire che questa meccanica, una volta raggiunti livelli alchemici avanzati, permette la creazione di combo a dir poco distruttive.

E non si parlerebbe di un videogioco Atelier, se l'alchimia non occupasse un ruolo cardine all'interno dell'esperienza ludico: le battaglie di Atelier Ryza sono funzionali al recupero di materiali e risorse uniche, ottenibili solo con la sconfitta della fauna e dei mostri in circolazione. Per questa ragione, non è stato solo il combat system del titolo a ricevere un forte revamp, ma anche il crafting di oggetti e la scoperta di nuove ricette.

I primi momenti passati nel menu di crafting saranno di puro panico, ma tutto diventerà più chiaro in poco tempo.

Purtroppo i tutorial di gioco riescono a essere tanto prolissi quanto caotici e questo, accompagnato dall'assenza di localizzazione in lingua italiana, potrebbe sconfortare molti aspiranti alchimisti; in realtà, il sistema è parecchio intuitivo e comprensibile già dopo qualche tentativo sperimentale e le meccaniche più avanzate, come l'incremento del livello di un oggetto creato in precedenza, vengono introdotte gradualmente, senza mai rendere frustrante l'esperienza di gioco.

Prima di creare qualunque cosa, sarà necessario conoscerne la ricetta: queste si apprendono avanzando con la trama e leggendo e acquistando appositi libri dai mercanti; varianti delle ricette base si possono scoprire sperimentando con i giusti ingredienti al momento giusto della creazione, a patto di possedere un livello di Alchimia sufficientemente alto.

Per completare le ricette servono, ovviamente, i materiali. L'effetto e la qualità finali della creazione dipendono da quelle degli ingredienti utilizzati: non basta infatti raccogliere, pescare o cacciare qualunque cosa ci si pari davanti, in quanto le componenti più efficaci possono fare concreta differenza tra successo o fallimento di una ricetta avanzata e bisogna abituarsi fin da subito alla scrematura tra quelle utili e quelle da scartare.

Il nuovo combat system non inventa nulla di rivoluzionario per il genere JRPG, ma fa bene la propria parte.

Ogni ricetta è formata da Material Loop e ognuno di questi "anelli" è costituito da un elemento, un tipo di ingrediente e un numero variabile di slot; maggiore è l'affinità e la qualità del materiale inserito nel Material Loop, maggiore sarà il numero di slot "riempiti" dall'ingrediente. Completare gli anelli aumenta la qualità della creazione, il suo numero di effetti secondari e attiva i Material Loop adiacenti, in un circolo virtuoso limitato soltanto dalla disponibilità degli ingredienti e dal numero massimo di materiali inseribili per ciascuna creazione; anche per questo motivo, l'efficacia delle risorse raccolte in lungo e in largo appare sembra irrilevante durante le prime ore di gioco, ma risulterà imprescindibile già prima della seconda metà dell'avventura.

Pur se contorto da spiegare a parole, il sistema di crafting di Atelier Ryza accelera di molto l'acquisizione di nuove ricette e la loro conseguente creazione, offrendo un'esperienza di gioco adatta anche a totali neofiti del genere, a cui è anzi consigliato avere un primo approccio con la saga proprio con un titolo "permissivo" come questo; d'altro canto, anche i giocatori più navigati hanno ben accolto tutti questi cambiamenti, che hanno migliorato, e non poco, la quality of life.

Inoltre, il titolo ha ricevuto importanti aggiornamenti gratuiti, che hanno introdotto una curatissima photo-mode, la possibilità di allevare, personalizzare e potenziare un proprio Puni personale, aumento del livello massimo di personaggi, punti di raccolta materiali e sintesi e, infine, introduzione di una modalità di gioco ancora più difficile, chiamata Legend: dimostrazione, questa, che pur trattandosi di un titolo "per pochi", gli sviluppatori hanno a cuore il divertimento di chi ha dato e continua a dare fiducia allo storico brand, oggi come diciotto anni fa.

Aiutare gli abitanti di Kurken Island sarà una parte fondamentale dell'avventura di Ryza.

Atelier Ryza Ever Darkness & the Secret Hideout è un nuovo tentativo, da parte di Gust, di rinnovare la formula della saga, per rinfrescarla e attrarre nuovo pubblico, ma senza deludere i fan di vecchia data. Il risultato potrebbe stordire durante le prime ore di gioco, ma riesce infine a convincere tutti. Tuttavia, l'assenza di una localizzazione italiana, a fronte di una narrazione e un gameplay verbosi a dir poco, destineranno ancora una volta il gioco a un pubblico di nicchia e affezionato, perlomeno nel nostro paese.

8 / 10
Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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