Attack on Titan: Wings of Freedom - recensione
L'ultima battaglia per la sopravvivenza.
Attack on Titan è probabilmente il manga/anime di maggior successo degli ultimi dieci anni. Forse solo One-Punch Man, uscito guarda caso nello stesso periodo, può contendere alla creatura di Hajime Isayama il titolo di serie più amata dagli appassionati giapponesi.
Una storia ricca di azione, dramma e colpi di scena fa da sfondo alle avventure di Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet, tre ragazzi con un passato intriso di tragedia e un futuro a dir poco incerto dopo che la loro città viene attaccata da giganti cannibali di forma umanoide, privi di qualsiasi emozione.
Con il genere umano sull'orlo dell'estinzione, l'unica speranza di sopravvivenza è rappresentata dai tre giganteschi muri concentrici (Wall Maria, Wall Rose e Wall Sina) che per circa un secolo hanno sbarrato l'accesso ai mostri, almeno fino all'arrivo, nell'anno 845, di un gigante alto oltre 50 metri e molto più potente degli altri, capace di distruggere i muri con un solo calcio.
Nascondersi non basta più, bisogna passare all'attacco e per farlo viene istituito un esercito di coraggiosi, una milizia che a costo di tante vite scopre che tutti i Titani hanno un punto debole. Le loro estremità possono essere tagliate, ma nel giro di pochi minuti ricrescono come la coda di una lucertola. Assestando un potente colpo di taglio al collo invece, i giganti crollano a terra e in breve tempo si trasformano in cenere.
Un'impresa facile a dirsi, molto meno a farsi e per riuscirci i miliziani costruiscono un armamentario tanto rudimentale quanto geniale, che consente a chi lo indossa di muoversi agilmente in qualsiasi situazione, riuscendo al tempo stesso ad evitare le colossali membra dei mostri per poi contrattaccare con lame capaci di tagliare anche i materiali più duri.
E qui entra in scena Eren Jaeger, protagonista della serie originale e primo personaggio giocabile di Attack on Titan: Wings of Freedom. La trama del gioco sviluppato da Omega Force (un team che di titoli d'azione se ne intende) inizia pochi giorni prima del reclutamento dei protagonisti nel Reggimento Scout, la falange armata che difende la città.
L'impatto iniziale è piuttosto fuorviante. Una prima missione di addestramento consente di prendere confidenza col sistema di controllo, che almeno nella prima mezz'ora crea non pochi problemi. Inizialmente i comandi da memorizzare sembrano davvero troppi, a tratti quasi ingestibili: tasto dorsale per ingaggiare il combattimento con il bersaglio prescelto, quadrato per agganciare i bersagli, uno stick per muoversi e uno per gestire la telecamera, salto, sprint e così via.
Incredibilmente però, dopo questo primo impatto piuttosto caotico tutto diventa più semplice e anche le operazioni che inizialmente sembravano complicatissime risultano immediate e molto più fluide. Il sistema di controllo e di combattimento viene assimilato e diventa praticamente parte del giocatore, proprio come l'attrezzatura dei cacciatori di Titani si trasforma in un prolungamento dei loro arti.
I movimenti attraverso gli scenari avvengono tramite un dispositivo multi-direzionale in dotazione ai membri del Reggimento, che all'atto pratico rende il controllo dei protagonisti simile a quello di Spider-man nei vari titoli che hanno visto l'eroe di Marvel al centro della scena. Tramite la pressione di un pulsante si lancia una sorta di doppio rampino che viene ancorato a parti di scenario e consente di procedere sia in linea retta che di curvare quando l'occasione lo richiede. I movimenti sul campo vengono resi ancora più agili grazie a un boost temporaneo che può essere usato in combo per raggiungere ancora più velocemente l'obiettivo.
Tale sistema va utilizzato ovviamente anche nel corso degli scontri, che di fatto rappresentano uno dei punti di forza del gioc, ma al tempo stesso è l'elemento che ne evidenzia maggiormente alcuni difetti. Le battaglie sono estremamente frenetiche e richiedono continui spostamenti sulla mappa per raggiungere i punti di maggiore interesse, ovvero quelli che stanno subendo un attacco.
Già in queste fasi è più che evidente qualche problema col sistema d'inquadrature, che specie in presenza di ostacoli particolarmente ingombranti tendono a perdere un po' la bussola. La situazione peggiora ulteriormente quando ci si trova ad affrontare più di un nemico per volta. Agganciare un solo titano e controllare la telecamera per scegliere l'angolo di attacco migliore non è un problema, ma se di mezzo ci si mettono macerie e altri avversari allora il caos è garantito.
Fortunatamente la situazione si fa critica solo in alcune occasioni e il consiglio che posso darvi per avere meno problemi è di non gettarvi nella mischia senza criterio. I Titani sono stupidi e si muovono in maniera totalmente imprevedibile, quindi aspettate il momento migliore (ovvero quando c'è un po' di distanza tra loro) e se l'avversario di turno non è di quelli grossi, attaccate direttamente il collo.
Discorso diverso per i bestioni, che oltre ad essere più pericolosi (se dovessero riuscire a prendervi tenetevi pronti ad un generoso button mashing) possono garantire un loot maggiore se privati degli arti. Allora eliminate per prima cosa le gambe, poi le braccia e infine il collo, che a quel punto sarà diventato un bersaglio piuttosto facile.
La cosa si complica in presenza dei Titani finali, che appariranno sulla scena quando avrete eliminato un bel po' dei loro fratellini. Per buttare giù questi dovrete muovervi più velocemente e precisamente, impartendo magari qualche ordine di copertura ai vostri compagni. Occhio perché quasi sempre saranno attorniati da altri giganti di taglie differenti, anche in questo caso la tecnica del "divide et impera" è la migliore.
Da un certo momento in poi è anche possibile spostarsi a dorso di prodi destrieri, che potranno essere sostituiti/acquistati nel corso del gioco proprio come qualsiasi altro "pezzo" dell'equipaggiamento. Queste fasi avrebbero potuto essere degne di nota se il protagonista avesse potuto sfruttarle anche in battaglia. Le cavalcature invece fungono solo da mezzo di locomozione, spesso inutile visto che chi le utilizza è capace di muoversi autonomamente in modo ben più agile e veloce.
Nel corso dell'avventura si possono controllare altri due protagonisti, i quali pur avendo alcune caratteristiche di attacco diverse condividono con Eren l'attrezzatura utilizzata fino a quel momento. Tale equipaggiamento può essere cambiato e potenziato nel corso del gioco, scegliendo se spendere i soldi guadagnati nel corso missioni in nuove armi/dispositivi o se potenziare quelli già in nostro possesso.
Per farlo è necessario raccogliere materiali di vario tipo dai cadaveri dei Titani. La maggior parte di essi vengono acquisiti automaticamente e catalogati nell'inventario secondo un semplice sistema di classi che ne determinano rarità, resistenza, tipo e così via.
Alla fine di ogni missione è possibile raggiungere due NPC che fungono da veri e propri shop ambulanti, proprio come in un classico GdR di stampo nipponico. Uno permette di acquistare nuovi materiali o di vendere quelli che abbiamo in eccesso, l'altro di comprare nuove armi e dotazioni o di modificare le statistiche di quelle in nostro possesso grazie all'utilizzo del vil denaro e dei materiali di cui sopra.
Esattamente come in un gioco di ruolo giapponese però, quasi sempre conviene modificare le lame e gli accessori che già si possiedono piuttosto che acquistare quelli nuovi disponibili sul mercato, i quali nel 90% dei casi risultano nettamente meno performanti e quindi utili alla causa.
Il livello di difficoltà medio di A.O.T.: Wings of Freedom non è altissimo ma in alcuni momenti le cose si complicano non poco. Per evitare morti premature tenete sempre d'occhio la posizione degli alleati che forniscono rifornimenti di gas per il dispositivo multi-direzionale e lame; fate inoltre una buona scorta di oggetti curativi e tenete presente che quando utilizzerete queste scorte il vostro personaggio sarà vulnerabile per qualche secondo.
A livello tecnico il titolo Omega Force non è sicuramente di quelli che mettono alla frusta l'hardware su cui girano, specie sulla versione PS4 da noi testata. A modelli dei personaggi ben realizzati con un cel-shading "cartoonesco" piacevole all'occhio (anche se non al livello di altre produzioni recenti come gli ultimi Dragon Ball) e animazioni di discreta qualità, fanno da contrasto ambientazioni dal livello di dettaglio piuttosto basso.
Tale disparità non è particolarmente evidente nelle fasi più concitate del gioco, nelle quali l'attenzione è forzatamente focalizzata sull'ottenere il miglior risultato possibile. Nei rari momenti di calma, tuttavia, il fatto che il gioco sia stato sviluppato dallo stesso team di svariati "Musou" è più che evidente.
Per chi non è avvezzo alle lingue straniere, inoltre, ecco un ostacolo in più: in A.O.T.: Wings of Freedom non è presente la lingua italiana. Dando per scontato che l'audio in giapponese è imprescindibile in un titolo del genere, per i sottotitoli non potrete scegliere altro che l'inglese. Parliamo di un titolo perfettamente giocabile anche senza aver studiato tale idioma ma se non conoscete a menadito la storia originale, vi perderete quasi tutto il piacere di seguire le avventure di Eren e soci.
A.O.T.: Wings of Freedom è un gioco che verrà ricordato come un fan-service di discreto livello ma che con un ulteriore sforzo da parte degli sviluppatori avrebbe potuto essere nettamente migliore. Carenze tecniche a parte, si sarebbe potuto fare qualcosa di più in ambito longevità.
Il gioco segue gli eventi della prima stagione animata e può essere completato in un paio di giorni con sessioni di gioco abbastanza robuste. Le modalità accessorie aggiungono la possibilità di affrontare side-mission al di fuori del contesto principale, che aggiungono una manciata di ore e una volta terminate al 100% (con uno dei personaggi sbloccati fino a quel momento) aggiungeranno un ultimo, piccolo bonus, rappresentato da un capitolo aggiuntivo.
Nonostante tutti i difetti descritti finora non gli permettano di raggiungere l'Olimpo dei titoli indispensabili, Wings of Freedom è un prodotto di qualità più che dignitosa, sicuramente superiore al capitolo uscito su 3DS un anno fa, che potrebbe presto impreziosirsi di una modalità co-op lasciata intendere in più di un'occasione dal team Omega Force. Il mio consiglio è di prenderne in considerazione l'acquisto per un semplice motivo: i combattimenti, pur se abbastanza ripetitivi, sono divertenti e se amate la saga vi daranno l'opportunità di immergervi nelle atmosfere del Manga originale, ricreate con una discreta fedeltà.