Audiosurf 2, playlist tutte da giocare - recensione
La musica diventa un flusso di curve, trappole e bonus.
Audiosurf 2, come l'illustre predecessore, non si discosta più di tanto da un episodio qualsiasi di Dance Dance Revolution. Concentra l'esibizione corporea del "ballerino" in sinuosi, rapidi e sincopati movimenti di polso ma esattamente come il collega made in Konami traduce la musica in una danza rigidamente ritmata e cadenzata. Non ci saranno ipercinetiche e concitate performance da eseguire su un'ingombrante pedana, eppure il titolo di Dylan Fitterer riesce identicamente a creare un flusso di suoni e immagini a cui il corpo deve forzatamente adeguarsi per non incappare in un prematuro game over.
Concept grossomodo identici, gameplay intimamente opposti: Dance Dance Revolution sacrifica ogni meccanica sull'altare del punteggio, Audiosurf 2 batte sentieri alternativi, tant'è vero che la ferrea volontà di scalare le classifiche mondiali si affievolisce progressivamente, fagocitata da ben altre ambizioni. Si tratta difatti di un rhythm game che invoglia l'utente a sperimentare, a giocare con la musica nel tentativo di comporre un'esperienza percettiva (visiva e sonora) ipnotica e ammaliante.
Il divertimento (o la sfida, a seconda dei punti di vista), inizia rovistando le cartelle del proprio PC, a caccia dei brani salvati sull'hard disk che possano meglio adattarsi agli algoritmi che regolano il software. Il gioco, come per magia, traduce qualsiasi canzone in un circuito, fatto di curve, salite e discese, che ne rispetta a grandi linee l'andamento ritmico. Ai comandi di un mezzo futuristico, nella modalità principale chiamata Mono, i beat diventano oggetti da raccogliere, o punte acuminate da evitare, disposti lungo tre carreggiate.
Non si vince unicamente attenendosi pedissequamente a questa regola di base (non in questo tipo di partite, per lo meno): agguantati i collezionabili, si disporranno in file nella parte inferiore dello schermo, rispetto alla corsia in cui si trovavano. Si formeranno così delle linee che, in maniera simile a quanto accadeva nel vecchio Tetris, moltiplicheranno esponenzialmente il punteggio se completate entro un ristretto lasso di tempo.
Piccolo espediente utile a inspessire il gameplay, questa feature introduce una sottile componente strategica, totalmente sconosciuta ai congenere di Audiosurf 2, ben più evidente nelle tante modalità puzzle presenti in cui, alle altre, si somma la complicazione di dover accoppiare gli oggetti dello stesso colore. Sempre stando ben attenti a dribblare le trappole, vista la necessità di concatenare combo per far lievitare il proprio punteggio, in alcuni frangenti si rivelerà utile persino mancare dei bersagli, al solo fine di comporre file monocrome.
Complice un sistema di controllo reattivo e facilmente adattabile a qualsiasi esigenza, tra mouse, tastiera e joypad, le potenzialità espressamente ludiche del gioco non sfigurano affatto, sebbene risultino sul lungo periodo eccessivamente limitate e poco inclini a scatenare estenuanti e stimolanti battaglie a suon di highscore. La generazione del circuito è totalmente casuale e dunque l'effetto fortuna non è totalmente estraneo dal premiare (o penalizzare) l'andamento della partita, eventualità che vanifica qualsiasi confronto diretto ad armi pari.
Come già anticipato, tuttavia, il cuore pulsante di Audiosurf 2, ciò che lo rende un prodotto unico nel suo genere, è da ricercarsi altrove, ossia nella possibilità di sperimentare, in ogni ambito, grazie soprattutto al pieno supporto con Steam Workshop. Al livello più basilare, ciò si traduce nella semplice ricerca dell'abbinamento musica-skin più congeniale al tipo d'esperienza che si vuole vivere. Gli scenari inclusi nel software, così simili alle piste di un qualsiasi F-Zero e Wipeout, si combinano alla perfezione con brani di New Retro Wave, Chillwave e Dubstep.
Con un po' di fortuna e bravura si può esperire un vero e proprio viaggio vagamente lisergico e allucinato, in un overflow sensoriale da cui è davvero difficile staccarsi, tra scie di oggetti da prendere al volo e coloratissimi tunnel che si snodano verso l'infinito a ritmo di musica. Certi generi si adattano peggio di altri (musica pop e classica su tutti), ma per ovviare a questo problema potreste decidere di pescare a piene mani dai contenuti creati appositamente dagli utenti più smaliziati tramite Steam Workshop.
Tra skin che ricalcano i colori e le forme della Green Hill di Sonic e modalità che ripropongono le meccaniche del vecchissimo Track & Field del NES, già da ora sono disponibili al download parecchi contenuti aggiuntivi (ovviamente gratuiti) che stravolgono in più di un senso il gameplay di Audiosurf 2. Da questo punto di vista siamo di fronte a un software dalle incredibili potenzialità, i cui confini sono difficilmente individuabili e immaginabili: sarà la stessa utenza a decretarne longevità sul lungo periodo e buona parte del successo.
Purtroppo, oltre ai limiti ludici già evidenziati, c'è dell'altro a sporcare l'esperienza. L'interfaccia è estremamente spartana e ben poco user friendly. L'incompatibilità con servizi di musica in streaming (Spotify su tutti) è un'altra pecca piuttosto grave, solo parzialmente arginata dal supporto a SoundCloud, il cui catalogo è nettamente più contenuto e disordinato a tal punto che trovare artisti e brani è una mezza impresa.
Audiosurf 2, al momento, è poco gioco e molto esperienza. Offre diverse modalità, alcune persino troppo complicate, che tuttavia, salvo rarissimi casi, non invogliano più di tanto alla caccia all'highscore più alto del mondo. Il fattore casualità si fa sentire, cosa che scoraggerà i puristi, e un'interfaccia generalmente complicata non fa altro che rendere ulteriormente difficile restare aggiornati sugli score registrati dagli altri utenti.
Eppure la creatura di Dylan Fitterer ha un potenziale enorme. Si può rigiocare allo stesso brano un numero indefinibile di volte solo per lasciarsi ammaliare dalla perfetta armonia di suoni e immagini, mentre si vola, con piccoli movimenti del polso, tra tunnel futuristici e luci stroboscopiche. In tutto questo, Steam Workshop ha già dimostrato di poter ampliare all'infinito i confini estetici e ludici di Audiosurf 2: un'arma in più che rende il software potenzialmente molto longevo e consigliabile a un pubblico progressivamente sempre più variegato.
Bisogna naturalmente essere grandi amanti di musica per apprezzarlo. Dovete anche avere coraggio e voglia di sperimentare, stando sempre attenti ad aggiornarvi costantemente sulle novità introdotte su Workshop. Solo così trarrete gioie e soddisfazioni da questo prodotto: giocarlo con il solo scopo di battere i punteggi degli amici non farà altro che farvi pentire piuttosto in fretta dell'acquisto fatto.