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Backbreaker Vengeance

Corri, Forrest! Corri!

Questa modalità, anche se divertente, si è rivelata essere meno coinvolgente della prima, probabilmente anche a causa della distribuzione meno bastarda e articolata degli ostacoli e dei bonus.

La terza modalità offerta dal pacchetto è chiamata Supremacy e, in pratica, mette in scena vere e proprie gare fra quattro portatori di palla, che devono dare il massimo per raggiungere per primi la linea di meta. La competizione messa in scena in Supremacy è regolata da un sistema di punteggi ben studiato, che oltre a premiare i giocatori per i medesimi bonus delle altre due modalità, offre punteggi più o meno alti a seconda dell'ordine di arrivo al traguardo.

A partire dal secondo round di ogni sfida, poi, il giocatore con il punteggio più basso veste i panni del difensore, avendo quindi la possibilità di placcare il leader della gara per recuperare punti e rimettersi in gioco.

Dal punto di vista tecnico questo titolo Live Arcade galleggia attorno alla sufficienza, soprattutto grazie alle performance spettacolari dell'Euphoria Engine. Gli impatti tra i giocatori sono eccezionali, ma al di là di questo resta davvero poco altro. Il campo è piuttosto spoglio e i modelli poligonali dei giocatori, anche se animati alla perfezione, appaiono spesso un po' troppo artificiali.

Nelle sfide più avanzate il numero di ostacoli di fronte al giocatore aumenta in modo esponenziale, così come la bastardaggine della loro distribuzione.
La scivolata è fondamentale per passar sotto ai placcaggi aerei dei difensori circondati da un alone giallo.

Le basi di Backbreaker Vengeance, comunque, sono solide e perfettamente in grado di offrire qualche ora di divertimento, ma una serie di problemi tecnici finisce col rovinare l'esperienza finale.

Vista la natura fortemente arcade del gioco, il fatto che il sistema di controllo sia legato a una fisica semi-realistica rappresenta un problema piuttosto importante. Nel bel mezzo della corsa, infatti, la capacità di cambiare direzione del giocatore non è particolarmente reattiva, ed è necessario tararsi sulla lentezza dettata da una una meccanica eccessivamente realistica.

Nella vita reale, però, i giocatori di football non devono schivare decine di avversari cercando di correre sulle zone bonus, di non calpestare le parti rosse del campo e di saltare fastidiosissimi muretti ad altezza ginocchia! Un gioco arcade basato sul perfezionamento dei punteggi deve necessariamente offrire al giocatore un sistema di controllo reattivo e preciso al millesimo di secondo, cosa che questo Backbreaker non possiede affatto. Il ritardo non è certo così terribile, tanto che il gioco resta piacevole e divertente, ma è comunque abbastanza pronunciato da essere percepito come un piccolo fastidio.

L'altro problema piuttosto pesante è quello degli evidenti fenomeni di lag che rendono le partite multiplayer online praticamente ingiocabili. Viste le potenzialità del gioco in compagnia di avversari umani è davvero un peccato doversi limitare al multiplayer per 2 giocatori offline, ma il pessimo netcode costringe a considerare il gioco in rete al pari di un'opzione oscurata e non selezionabile.

Backbreaker Vengeance, in sostanza, è un titolo dalle buone potenzialità afflitto da qualche problema di troppo. Se fosse stato venduto a 800 Microsoft Point probabilmente si sarebbe guadagnato anche un voto in più, ma a 1200 punti non possiamo dargli più della semplice sufficienza.

6 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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In this article

Backbreaker: Vengeance

PS3, Xbox 360

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