Banjo-Kazooie: Nuts & Bolts
Fuori strada.
Le macchine, solitamente, non saltano su e giù. Non è una cosa che farebbe bene né a loro né ai loro occupanti. Se però avessimo la possibilità di farle zompettare allegramente, le muniremmo volentieri di molle nella parte sottostante del veicolo. Potrete quindi immaginarvi la gioia quando, durante una delle ennesime gare di tre giri di Banjo-Kazooie, siamo stati informati che per l'occasione il percorso avrebbe previsto tutta una serie di ostacoli. Fatti di mattoni fra l'altro. La nostra felicità si è tuttavia volatilizzata come lo sfuggente battito d'ali di una farfalla non appena abbiamo capito, volante alla mano, quanto sia complicato gestire l'equilibrio di un mezzo avendo a disposizione soltanto due molle. Niente paura però: con l'indispensabile dose di creatività ed i pezzi giusti abbiamo rimediato tutto al garage di Mumbo Jumbo. Come, vi state chiedendo? Semplicissimo: con una pala da spazzaneve. E ciao ciao mattoni.
Il nuovo Banjo non è un platform, insomma. Certo, avrete modo di raccogliere a piedi gli extra sparsi per Showdown Town (l'hub di gioco), ma è essenzialmente un atipico gioco di guida senza salti al limite o piattaforme da conquistare. Alla maniera in cui Mario colleziona stelle, dovrete raccogliere 131 pezzi di puzzle, ma qui ogni missione incomincia con la richiesta di selezionare o ancora meglio costruire, un veicolo adatto all'obiettivo. Non troverete sfide specificamente pensate per essere affrontate a piedi, e se anche vorrete a tutti i costi scendere dal vostro mezzo e proseguire sulle vostre gambe non avrete di che divertirvi, visto che la colossale scala degli stage vi obbligherà a traversate di interi minuti. Ponti, colline, specchi d'acqua, sentieri, edifici e strutture in generale sono infatti stati costruiti tenendo ben presente come riferimento il fatto che siete motorizzati: che poi si tratti di un biplano o di un sommergibile, piuttosto che di un bizzarro incrocio tra un carro armato ed una scatola delle uova poco importa.
I molti dettagli del ricco scenario vengono proposti con una linea dell'orizzonte che ha dell'impressionante: non manca nemmeno una strizzatina d'occhio all'iconica torre di Crackdown ed il framerate in più di un'occasione ne soffrirà, scendendo al di sotto dei canonici 30 frames al secondo. Anche i tempi di caricamento non saranno certo fulminei, eppure possiamo affermare che il risultato complessivo è indubbiamente discreto. Il primo mondo, ad esempio, è un'isola dichiaratamente posticcia con uno strano patchwork di campi e colline ed una fattoria diroccata nel mezzo. La flora è volutamente plasticosa con un effetto che ricorda i Playmobil, e la fauna costituita da mucche squadrate nei pascoli. Non mancano un pittoresco vulcano da una parte e strani ingranaggi un po'ovunque, con tanto di nuvole artificiali sospese da una corda. Per non parlare degli schermi bluastri che fanno da sfondo. L'ispirazione puramente artistica non sarà forse delle migliori, ma la resa finale ha il suo perché.
Ovviamente tutto appare così palesemente finto ed artificioso per una precisa ragione: in Nuts & Bolts un Banjo vagamente appannato e cicciottello viene richiamato all'azione per vedersela nuovamente con una Gruntilda ringiovanita. Dietro al rinnovato duello si cela,nemmeno troppo implicitamente, il Signore dei Giochi (detto anche LOG, acronimo di Lord of Games): un inedito personaggio che afferma di avere creato tutti i videogame e che desidera mettere alla prova Banjo con nuove ed entusiasmanti sfide. La trama non certo epocale è tuttavia il pretesto per presentare tutta una serie di gustosissime gag -spesso metareferenziali- che sono il fiore all'occhiello di uno script che sfocia in più occasioni nell'eccellenza pura. Lo humor è brillante e acutissimo, ed il fan service intelligente e genuino in modo da risultare godibile e mai forzato.