Banjo-Kazooie
Nostalgia, nostalgia canaglia.
Intendiamoci bene: non c'è nulla di davvero universalmente insopportabile e fastidioso, però possiamo affermare con una certa convinzione che oggi non tollereremmo molti di questi aspetti in un contesto moderno. E come sempre per titoli di questo tipo, la perseveranza sarà la chiave di tutto. Fino a quando avrete infatti la pazienza dalla vostra parte vi divertirete pure abbastanza a raccogliere tutta la marea di item collezionabili, anche se forse gran parte del vostro divertimento dipenderà dall'associazione emozionale con la release originale del gioco, dalla nostalgia di rivivere qualcosa che anni fa avete guardato con gli occhi di un bambino o poco più. E persino i retrogamer più incalliti faranno una certa fatica a difendere alcune delle scelte di game design presenti all'interno del gioco.
Un altro elemento che vale la pena di mettere in evidenza, senza sciocche pretese di revisionismo, è il look tutt'altro che accattivante del titolo alla luce dei canoni del 2008. Dieci anni fa il 3D viveva ancora una fase di sperimentale giovinezza fatta di blanda complessità e compromessi dovuti alle limitazioni hardware. E benché sia bello ripensare a quell'epoca di possibilità tutte in divenire, Banjo-Kazooie è purtroppo un perfetto esempio di gioco invecchiato oggettivamente male, con i colori inutilmente saturi ed i primi tentativi di texturing che non fanno altro che peggiorare ulteriormente l'impatto già non proprio confortante dell'insieme.
Per dare a Rare quel che è di Rare, artisticamente il lavoro svolto era all'epoca certamente impressionante, grazie anche alla creazione di un brillante cast di personaggi cartoonosi che per il periodo rappresentava comunque una novità significativa. Alcuni tocchi di classe permettono ancora al gioco di distinguersi, in particolare le spassose cutscene capaci di conferire una certa personalità ai protagonisti tramite i dialoghi incisivi e le peculiari voci animalesche. Sfortunatamente oggi l'appeal globale risulta radicalmente ridimensionato, ed il fatto di vedere tutto al di fuori del contesto originale non aiuta di certo.
Forse l'aspetto più irritante di Banjo Kazooie è il level design assolutamente non accomodante, capace di sfiancare con le convenzioni tipicamente anni '90 che vorremmo non vedere più nei prodotti del 2008. Dopo un'introduzione ancora interessante il gioco sfocia infatti ben presto negli eccessi del platform di quell'era, con indicazioni direzionali scarse ed un gameplay spesso basato sul puro trial and error. Inevitabile invece (ma quello ci sta tutto) il ricorso ai clichés del genere, dal livello ghiacciato alla zona tossica, passando per l'area infuocata e quant'altro.
Resta comunque interessante l'opera di upscaling della grafica messa in atto da 4J Studios, anche se il prezzo da pagare è veramente duro da digerire: i rallentamenti sono infatti una costante (anche nelle situazioni più impensabili) e la cosa è onestamente inaccettabile per un gioco con dieci anni sulle spalle. Anche l'inedita feature Stop 'N Swap, in origine prevista per Banjo-Tooie, si rivelerà appetibile più come gradito extra per i possessori di Nuts & Bolts che come sostanziale punto a favore di questa riedizione.
Per un titolo venduto a 1200 Microsoft Points (14.40 Euro) ci si aspetterebbe un prodotto ancora oggi inossidabile, ma purtroppo non è così. Quello che troverete qui è un platform dalle idee pionieristiche, in parte compromesso da problemi con la telecamera e con i controlli. Se Banjo era il vostro feticcio anni fa, preparatevi per un effetto nostalgia fortemente venato di delusione: scoprirete infatti, vostro malgrado, che oggi l'opera Rare non è semplicemente più il classico immortale che vi ricordavate che fosse.