Esclusivo: Batman: Arkham Asylum
Ritorno a Gotham City.
Molti dei titoli incentrati su figure storiche di televisione, cinema o fumetti, devono gran parte del loro successo alla risonanza mediatica dei propri protagonisti. Un appeal che talvolta riesce oscurare pregi e soprattutto difetti di questa tipologia di prodotti. Per giudicare le effettive qualità di un gioco su licenza, è dunque necessario mettere da parte il fascino della licenza stessa e capire se senza di essa il prodotto sarebbe comunque in grado di suscitare l’interesse del pubblico…e questo è esattamente ciò che abbiamo fatto con Batman: Arkham Asylum. Prova superata? Assolutamente sì.
La prima ora di gioco è infatti già sufficiente per rendersi conto dell'ottimo lavoro svolto da Rocksteady: Arkham Asylum non è solo un gioco visivamente ottimo, ma la varietà che contraddistingue il gameplay, lo rende un prodotto in grado di coinvolgere e divertire indipendentemente dalla presenza dell'uomo pipistrello. La figura di Batman è infatti una semplice ciliegina sulla torta, che rende l'esperienza di gioco ancor più intensa e affascinante.
Il gioco, basato sulla straordinaria opera di Grant Morrison (da cui prende anche il nome) ha un inizio ben poco prevedibile: Joker dopo essere stato catturato per l’ennesima volta, viene portato ad Arkham per essere rinchiuso, ma qualcosa non quadra. La sua cattura è stata troppo semplice, e Batman sembra esserne pienamente cosciente. Poco dopo, i dubbi del nostro eroe si trasformano in realtà, e il malefico principe del crimine mette in pratica il suo diabolico piano, prendendo il pieno controllo del manicomio. Batman riuscirà ad avere la meglio sul suo acerrimo nemico (aiutato dai vari Poison Ivy, Bane, Harley Quinn e compagnia...) anche questa volta?
Il gioco trae forte ispirazione sia da Resident Evil che da Tomb Raider, proponendo una struttura di gioco tipica di un action adventure, condita però da numerose fasi di combattimento ed altre di esplorazione. Sebbene si possa pensare il contrario, Arkham Asylum non mostra però un’eccessiva predilezione verso nessuna di queste categorie, regalando al contrario un’esperienza di gioco varia e soprattutto misurata, volta a eliminare ogni forma di ripetitività.
Il combattimento, il primo elemento di gameplay al quale sarete introdotti, è indubbiamente uno degli aspetti migliori del prodotto. Il tutto ruota intorno a due singoli pulsanti: uno per attaccare e uno per contrattaccare. Pochi? Forse sì, ma l'intento degli sviluppatori, come ribadito più volte prima della release, è stato quello di portare i giocatori a concentrarsi più sul tempismo dei colpi piuttosto che sulla memorizzazione di infinite combo, e a noi sembra una scelta a dir poco vincente. La semplice pressione del tasto di attacco, abbinata all'inclinazione dell'analogico sinistro, permette infatti di colpire con calci e pugni chiunque si trovi nella traiettoria, e nel caso di pericolo, è sufficiente premere il tasto di contrattacco con il giusto tempismo per massacrare qualsiasi nemico troppo zelante.
Detto questo in molti potrebbero pensare che si tratti di un banalissimo brawler, ma la realtà dei fatti è che il caro vecchio button-mashing non vi porterà da nessuna parte. La chiave del successo è infatti il tempismo: colpi precisi e ben calibrati non solo incrementano l'indicatore combo ma rendono Batman sempre più agile e veloce.
Il gameplay si dimostra dunque tanto accessibile quanto appagante, e questo anche dal punto di vista visivo: la potenza dei colpi è resa con la giusta intensità e, più generalmente, le animazioni sono concatenate fra loro in maniera splendida (e non mancano neanche i finisher a rallentatore per esaltare l'ultimo attacco di uno scontro).
Nonostante le innegabili qualità del combat system, il gioco sarebbe a dir poco ripetitivo se ogni corridoio fosse pieno di banalissimi nemici da abbattere, ma fortunatamente questo non è il caso di Batman: AA. Le normali fasi di scontro, sono infatti intramezzate da sezioni ben più complesse, dove, per eliminare specifici nemici, è necessario adottare un approccio che non implichi solo calci e pugni. E qui entrano in gioco le meccaniche stealth, favorite dal vasto equipaggiamento a disposizione.